Stare sul mercato presuppone saper leggere e cavalcare i trend fondamentali, per non trovarsi impreparati di fronte alle profonde trasformazioni che stanno scuotendo il mondo farmaceutico. Luigi Braga, di Boston Consulting Group, ha individuato diverse di queste tendenze, spesso interconnesse, e ne ha approfondito le implicazioni al seminario “Innovazione nel manufacturing farmaceutico italiano”, organizzato da Afi (Associazione farmaceutici industria) e Ispe (International society for pharmaceutical engineering) lo scorso ottobre a Milano.
Innovazione di prodotto
L’industria biofarmaceutica sta attraversando una rivoluzione nel campo dell’oncologia e di altre malattie complesse, grazie a un’ondata di innovazione che porta continuamente a nuove modalità farmacologiche. Le new modality creeranno opportunità senza precedenti per le aziende biofarmaceutiche che le perseguono attivamente, ma presentano anche rischi inediti.
Le terapie a base di derivati del plasma, DNA e RNA, sono tecnologie conosciute da un punto di vista di ricerca e sviluppo e adesso iniziano ad avere una backline veramente interessante. Le cell engine, che già esistono da qualche anno, e le più recenti tecnologie a mRNA offrono nuove possibilità di applicazioni. Tutto questo rende necessario gestire molta più complessità a livello di produzione.
Una caratteristica di molti nuovi farmaci è quella di impattare su popolazioni di pazienti più piccole rispetto al passato, perché rispondono a bisogni di salute sempre più personalizzati e, in qualche modo, di nicchia: questo ovviamente genera un impatto diretto sui volumi. I produttori devono essere in grado di gestire la produzione di farmaci più complessi e costosi, adattandosi rapidamente a nuovi requisiti normativi e alle richieste dei pazienti.
Essendo regolamentato, il ciclo di innovazione nella produzione di nuovi farmaci ha bisogno di tempi lunghi rispetto ad altri prodotti, che però hanno molte opportunità per ridursi, richiedendo una capacità di reazione più rapida da parte dei manager delle operation. Ma questo genera ulteriori benefici: una volta che un’azienda ha sviluppato le capacità per una modality, può applicarle ad altre correlate attraverso un approccio di piattaforma che crea sinergie.
Sostenibilità
Un tema emergente, che ormai nessuno può fare a meno di considerare, è quello dell’ESGsg (Environmental, social and governance): un insieme di fattori che misurano l’impatto di un’azienda sull’ambiente, la società e la governance.
Le aziende che si impegnano per migliorare il proprio profilo ESG sono sempre più apprezzate dai consumatori, dagli investitori e dai dipendenti.
In particolare, i consumatori sono sempre più sensibili ai temi della sostenibilità ambientale e sociale e sono quindi più propensi a scegliere prodotti e servizi di marchi che si impegnano per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale. Gli investitori, dal canto loro, sono più attenti ai rischi ambientali e più propensi a investire in aziende che hanno un buon profilo Esg, in quanto meno esposte ai rischi connessi a una mancata attenzione a queste tematiche.
Fattori geopolitici
Ci sono poi alcuni trend che riflettono i forti mutamenti geopolitici di questi ultimi anni. In passato, le aziende farmaceutiche si basavano su un modello di supply chain globale, che consentiva loro di approvvigionarsi di materie prime e componenti da qualsiasi parte del mondo. Questo modello era basato sulla percezione che il mondo fosse un luogo stabile e sicuro, dove le crisi geopolitiche erano un evento raro.
Tuttavia, gli eventi degli ultimi anni, come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, hanno dimostrato che questo modello non è più sostenibile. Le crisi geopolitiche possono avere un impatto significativo sulla supply chain, causando carenze di materiali e componenti che peraltro sono state evidenti a tutti in questi ultimi mesi.
Di conseguenza, le aziende farmaceutiche stanno iniziando a riconsiderare il loro modello di supply chain adottando strategie che mirano a ridurre la loro dipendenza da un’unica fonte di approvvigionamento e a migliorare la loro resilienza alle crisi.
La continuità della supply e l’incertezza geopolitica stanno portando a due trend principali nel settore farmaceutico: l’aumento dei costi dovuti alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e lo spostamento delle localizzazioni, in cui pesano fattori di rischio geopolitici, sociali e ambientali.
Nuove tecnologie
E poi c’è chiaramente un paradigma tecnologico: il settore farmaceutico sta attraversando una trasformazione digitale, guidata dall’intelligenza artificiale. È la tecnologia emergente di cui si è maggiormente parlato nel 2023 e che sta rapidamente guadagnando importanza anche nel settore farmaceutico, potendo essere utilizzata per migliorare l’efficienza, la qualità e la sicurezza delle operazioni.
In realtà l‘adozione dell’intelligenza artificiale nel settore è ancora in una fase iniziale, ma è sempre più evidente il suo potenziale di aiutare le aziende farmaceutiche a superare una serie di sfide. Prima di tutto, a fronte di un aumento della complessità dei prodotti, può essere utilizzata per automatizzare le attività ripetitive e migliorare la qualità dei dati; inoltre, data la necessità di ridurre il time to market, può aiutare ad accelerare lo sviluppo e l’approvazione dei nuovi prodotti. Inoltre, in una situazione di grande complessità della supply chain, può migliorarne la visibilità e ridurre il rischio di interruzioni.
Alcuni grandi cluster di use case dell’intelligenza artificiale sono: la digitalizzazione dei processi e la creazione di una base di dati solida per l’addestramento degli algoritmi, la previsione dei problemi, il miglioramento dell’efficienza e l’automazione delle attività ripetitive, con riduzione della necessità di risorse umane.
Accanto ai sistemi più consolidati, l’intelligenza artificiale generativa (Gni) è una nuova tecnologia che sta rapidamente guadagnando importanza nel settore industriale e può essere utilizzata per generare nuove idee, prodotti e processi.
Il reale successo dell’implementazione dell’intelligenza artificiale nel settore farmaceutico dipenderà da una serie di fattori. Fondamentale è l’integrazione coerente con i processi esistenti, condizione essenziale perché risulti davvero efficace. Un altro punto è costituito dalla capacità di data science: le aziende farmaceutiche devono essere in grado di analizzare i dati per estrarre valore dall’intelligenza artificiale. Insomma, il successo è possibile solo in presenza di una roadmap chiara per l’implementazione di questa tecnologia emergente.
A queste condizioni, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare il settore industriale in molti modi: per esempio, può essere utilizzata per fornire alle aziende informazioni e suggerimenti sulla negoziazione dei prezzi, aiutandole a ottenere migliori accordi; può automatizzare la reportistica e le riunioni, liberando le risorse umane per concentrarsi su attività più strategiche; può creare una copia digitale della supply chain, che sarebbe facilmente accessibile e fedele alla realtà.