L’industria farmaceutica è caratterizzata da un elevato livello di investimenti in ricerca e sviluppo (R&D), finalizzati alla scoperta di nuovi trattamenti e terapie innovative. Tuttavia, alcune strategie di mercato possono minacciare l’innovazione stessa. Tra queste, il fenomeno delle killer acquisitions sta attirando sempre maggiore attenzione da parte delle autorità antitrust e degli esperti del settore.
Una killer acquisition si verifica quando un’azienda acquisisce un potenziale concorrente con l’obiettivo di interrompere lo sviluppo di un farmaco innovativo che potrebbe competere con i propri prodotti. Questo fenomeno è particolarmente dannoso per il progresso scientifico, poiché riduce la varietà di opzioni terapeutiche disponibili e limita la competizione.
La metodologia dello studio
Un’analisi condotta su oltre 6.300 transazioni nel settore farmaceutico tra il 2014 e il 2018 ha evidenziato che circa 240 deal presentavano un potenziale sovrapposizione in termini di indicazioni terapeutiche e meccanismi d’azione. Tra questi, 183 hanno mostrato una successiva interruzione di sviluppo di almeno uno dei farmaci coinvolti, mentre 92 presentavano elementi che suggerivano la possibilità di una killer acquisition.
Lo studio si è basato su un approccio di analisi bottom-up, utilizzando dati pubblici provenienti da fonti autorevoli come clinicaltrials.gov e database di transazioni farmaceutiche. L’obiettivo era identificare le transazioni in cui un farmaco in fase di sviluppo è stato interrotto senza una chiara giustificazione tecnica.
Risultati principali
L’analisi ha rivelato che:
- Il 38% delle transazioni con sovrapposizioni terapeutiche ha portato a interruzioni dello sviluppo di almeno un farmaco.
- Le killer acquisitions sono state più frequenti nelle fusioni e acquisizioni (54% dei casi sospetti), seguite da accordi di licenza (27%) e acquisti di asset (33%).
- Molti dei progetti interrotti riguardavano farmaci in fase avanzata di sviluppo e destinati a mercati altamente concentrati.
Un caso emblematico è rappresentato dall’acquisizione di Actelion da parte di Johnson & Johnson nel 2017. La Commissione Europea ha identificato potenziali sovrapposizioni nei trattamenti per l’insonnia e ha imposto misure per evitare un’interruzione del farmaco ACT-541468. Tuttavia, lo sviluppo del concorrente JNJ-7922 è stato successivamente abbandonato, sollevando dubbi sull’efficacia dei rimedi imposti.
Implicazioni per il mercato e le autorità regolatorie
Le killer acquisitions pongono una sfida complessa per le autorità della concorrenza, poiché le motivazioni alla base delle interruzioni di sviluppo possono essere difficili da dimostrare. L’analisi suggerisce che:
- Maggiore trasparenza: È necessario un maggiore accesso a dati non pubblici per valutare meglio le ragioni delle interruzioni.
- Monitoraggio post-acquisizione: Le autorità dovrebbero monitorare attivamente l’evoluzione dei farmaci acquisiti, verificando se vengono effettivamente sviluppati.
- Riforma degli strumenti regolatori: L’attuale quadro normativo, basato prevalentemente sull’analisi delle fusioni, potrebbe non essere sufficiente per intercettare killer acquisitions che si manifestano sotto forma di accordi di licenza o R&D partnerships.
L’innovazione farmaceutica è un pilastro fondamentale per la salute pubblica, ma deve essere tutelata da strategie aziendali che ne minano il progresso. Lo studio ha dimostrato che le killer acquisitions rappresentano una minaccia concreta per il settore e che le attuali misure regolatorie potrebbero non essere sufficienti per contrastarle.
Le autorità della concorrenza dovrebbero adottare strumenti più efficaci per monitorare l’impatto delle acquisizioni sullo sviluppo farmaceutico e garantire che l’innovazione non venga sacrificata per ragioni di mercato. Solo attraverso una vigilanza più attenta sarà possibile garantire che le acquisizioni nel settore farmaceutico favoriscano il progresso scientifico e non la sua soppressione.