Il mercato farmaceutico globale è un ecosistema frammentato, dove i modelli sanitari riflettono la storia politica, la cultura del rischio e la filosofia di accesso ai diritti di ogni Paese. Il confronto tra Italia e Stati Uniti, in particolare, mette in luce due approcci opposti: da una parte, un sistema universalistico a controllo pubblico; dall’altra, un mercato ad alta intensità tecnologica, ma con forti barriere economiche. Grazie ai dati del report IQVIA Understanding the Use of Medicines in the U.S. 2025 e al Rapporto OsMed dell’AIFA (ultimo disponibile, con dati 2023), analizziamo cinque aree chiave.
Accesso alle cure: universalismo vs frammentazione
L’accesso ai farmaci è il primo punto di divergenza tra i due sistemi.
Negli Stati Uniti, la sanità è dominata da un modello assicurativo privato, con Medicare e Medicaid a coprire solo una parte della popolazione (anziani, disabili, indigenti). Nel 2024, il 27% delle nuove prescrizioni non è stato evaso a causa di costi proibitivi o mancata copertura assicurativa, secondo il report IQVIA.
Questo dato riflette un sistema frammentato, dove i pazienti con assicurazioni limitate o senza copertura affrontano barriere significative, specialmente per farmaci ad alto costo come quelli oncologici o biotecnologici.
In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) garantisce un accesso universale ai farmaci essenziali (Classe A), con costi a carico del cittadino contenuti. I ticket, quando applicati, variano per regione (da €2 a €4 per confezione) e sono spesso esentati per pazienti con patologie croniche, come diabete o ipertensione, grazie a codici di esenzione specifici. Il Rapporto OsMed 2023 sottolinea che il sistema italiano è tra i più equi in Europa, con solo il 20% della spesa farmaceutica a carico dei cittadini (Classe C e ticket). Tuttavia, le disparità regionali nell’organizzazione dei servizi possono creare differenze nell’accesso effettivo, soprattutto per terapie innovative.
Spesa farmaceutica: investimenti e diseguaglianze
La spesa farmaceutica è un altro indicatore delle profonde differenze tra i due paesi.
Negli Stati Uniti, la spesa netta per farmaci nel 2024 ha raggiunto i 485 miliardi di dollari, pari a circa 1.460 dollari pro capite (popolazione: 333 milioni). Questo dato, riportato da IQVIA, evidenzia un mercato che investe massicciamente in innovazione, ma con inefficienze e diseguaglianze marcate. I costi elevati dei farmaci di marca e la dipendenza dalle assicurazioni private gonfiano la spesa, senza garantire un accesso equo.
In Italia, la spesa farmaceutica totale (pubblica e privata) si attesta a circa 34 miliardi di euro nel 2024, pari a 575 euro pro capite (popolazione: 59 milioni), secondo stime basate sul Rapporto OsMed 2023 (€33,6 miliardi nel 2023). Anche considerando le differenze di PIL (USA: ~$27.000 miliardi; Italia: ~€2.000 miliardi), il sistema italiano è più contenuto, grazie a un controllo centralizzato dei prezzi da parte di AIFA e a un sistema di rimborsabilità che bilancia accesso e sostenibilità. Tuttavia, la pressione crescente dei farmaci ad alto costo, come gli oncologici, richiede strategie sempre più sofisticate per mantenere l’equilibrio finanziario del SSN.
Specialty drugs: il peso dell’innovazione
I specialty drugs — farmaci ad alta complessità come biotecnologici, oncologici e immunologici — rappresentano una componente cruciale della spesa farmaceutica.
Negli USA, questi farmaci assorbono il 55% della spesa netta nel 2024, secondo IQVIA, un aumento rispetto al 52% del 2023. La loro crescita è guidata da terapie innovative, come quelle geniche e CAR-T, ma anche da prezzi elevati e da una domanda in continua espansione.
In Italia, i farmaci oncologici da soli hanno rappresentato il 21,8% della spesa diretta nel 2023, come riportato dal Rapporto OsMed. La tendenza è in crescita, ma il controllo centralizzato di AIFA mitiga l’impatto economico. Strumenti come i registri di monitoraggio, i managed entry agreements (es. payment-by-results) e i tetti di spesa per categoria consentono di gestire l’accesso a questi farmaci senza compromettere la sostenibilità del sistema. Ad esempio, l’introduzione di nuovi farmaci oncologici è subordinata a valutazioni di costo-efficacia, un approccio meno comune negli USA, dove il mercato detta in gran parte i prezzi.
GLP-1 e obesità: una rivoluzione a due velocità
I farmaci GLP-1 (es. semaglutide, tirzepatide) hanno segnato una svolta nel trattamento di diabete e obesità.
Negli Stati Uniti, il loro “boom” è iniziato nel 2023, con un aumento del 60% nei volumi tra 2022 e 2023, secondo IQVIA. Farmaci come Wegovy, approvati per l’obesità, sono coperti da molte assicurazioni private, favorendo una diffusione capillare. Questo ha trasformato il mercato, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sostenibilità, dato il costo medio annuo di $10.000-15.000 per paziente.
In Italia, i GLP-1 sono rimborsabili solo per il diabete di tipo 2 (es. Ozempic, con piano terapeutico), mentre per l’obesità (es. Wegovy) i pazienti devono sostenere l’intero costo, che varia tra €150 e €300 al mese. Il Rapporto OsMed 2023 registra un aumento del 15% nel consumo di GLP-1 per diabete, ma la loro diffusione per l’obesità rimane limitata, con un accesso squilibrato verso chi può permettersi la spesa privata. Questa cautela riflette la priorità del SSN di allocare risorse verso patologie croniche consolidate, ma potrebbe evolvere con l’aumento della domanda e nuove evidenze cliniche.
Generici e biosimilari: due approcci, due risultati
L’adozione di generici e biosimilari evidenzia un ulteriore contrasto.
Negli USA, i biosimilari rappresentano solo il 25% dei volumi per molecole competitive nel 2024, secondo IQVIA. La penetrazione limitata è dovuta a resistenze culturali (fiducia negli originator), strategie commerciali delle case farmaceutiche e un sistema di incentivi meno strutturato rispetto all’Europa. I generici, invece, dominano il mercato dei farmaci a brevetto scaduto, ma non compensano il peso dei specialty drugs.
In Italia, i biosimilari raggiungono il 68-75% dei volumi in aree come reumatologia e oncologia, grazie a politiche di switching e gare centralizzate promosse dalle Regioni. Il Rapporto OsMed 2023 evidenzia che i biosimilari hanno generato risparmi significativi, permettendo di riallocare risorse verso terapie innovative. I generici, con una quota superiore al 60% per i farmaci off-patent, sono un pilastro della sostenibilità del SSN. Questo approccio riflette una strategia di lungo termine per bilanciare innovazione e controllo dei costi.
Convergenze e divergenze: una lezione reciproca
Il confronto tra Stati Uniti e Italia rivela due filosofie opposte: un mercato guidato dall’innovazione e dalla competizione negli USA, un sistema pubblico orientato all’equità e alla sostenibilità in Italia. Tuttavia, entrambi i paesi affrontano sfide comuni: l’aumento dei costi dei specialty drugs, la gestione delle terapie innovative e la necessità di migliorare l’accesso equo.
Negli USA, le riforme per ridurre i prezzi dei farmaci (es. Inflation Reduction Act) potrebbero avvicinare il sistema a modelli europei, ma le resistenze del mercato rimangono forti. In Italia, il SSN dovrà affrontare la pressione di farmaci sempre più costosi e la variabilità regionale, investendo in strumenti di governance come l’Health Technology Assessment (HTA).
Il confronto tra questi due mondi farmaceutici non è solo un esercizio accademico, ma un’opportunità per imparare dalle reciproche esperienze. Gli Stati Uniti possono trarre ispirazione dall’equità italiana, mentre l’Italia può guardare alla capacità di innovazione americana per accelerare l’accesso a nuove terapie. In un settore in continua evoluzione, la collaborazione internazionale sarà cruciale per affrontare le sfide del futuro.