Dalla ricerca al dialogo, la svolta che connette

Nel B2B la ricerca non è più un gesto solitario, ma un dialogo intelligente. Connexy trasforma l’AI in un consulente conversazionale capace di comprendere le domande del mercato e proporre risposte pertinenti, trasformando la visibilità in relazione e la relazione in opportunità all’interno dell’ecosistema MakingLife.

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Nel B2B la parola chiave non è più “trovare”, ma “dialogare”. La ricerca diventa conversazione, contesto e intelligenza. Connexy interpreta questo cambiamento e trasforma l’AI in un nuovo modo di generare conoscenza, relazioni e opportunità.

Dalla biblioteca al linguaggio naturale

Per chi ha i capelli ormai bianchi, come ahimé la sottoscritta, “ricerca” era sinonimo di biblioteca: enormi volumi, giornate passate a sfogliare montagne di carta, faticose trasferte per inseguire un documento disponibile solo in una lontana università.
Poi è arrivato il web, e la fatica della ricerca è stata dimenticata. L’accesso alle fonti è diventato immediato, la democratizzazione dell’informazione ha segnato una rivoluzione profonda — nel bene, moltissimo, e anche nel male, perché gli strumenti vanno compresi, non solo utilizzati.

Per anni abbiamo creduto che quella fosse la forma definitiva della conoscenza digitale: cercare, filtrare, scegliere. Ma, quasi senza accorgercene, qualcosa è cambiato di nuovo.

Dal motore di ricerca al linguaggio conversazionale

Oggi non cerchiamo più nello stesso modo. Non digitiamo parole per ricevere pagine: formuliamo domande per ottenere risposte.
La conoscenza non si consulta: si interroga. E la ricerca non è più un gesto solitario, ma un dialogo mediato da un’interfaccia intelligente.

È il passaggio — silenzioso ma irreversibile — dai motori di ricerca ai modelli di linguaggio.
Dall’indicizzazione all’interpretazione. Dalla consultazione alla conversazione.
Un cambiamento che non riguarda solo il modo in cui troviamo le informazioni, ma anche il modo in cui le informazioni trovano noi.

La ricerca che risponde

Secondo GWI, 2025, il 24% dei consumatori in 12 mercati afferma di aver migliorato la propria capacità di ricerca grazie all’uso di strumenti di intelligenza artificiale.
Negli Stati Uniti, già una persona su dieci utilizza piattaforme generative come primo punto d’accesso alla rete e si stima che nel 2027 saranno oltre 90 milioni (Semrush, 2024).
Comscore segnala che l’adozione mobile degli assistenti AI è cresciuta dell’82% in meno di un anno (Comscore, 2025).

Il messaggio è chiaro: non cerchiamo più pagine, ma risposte.
E in questo passaggio dal motore di ricerca all’assistente, cambia la logica stessa dell’interazione.
Non è più l’utente a tradurre il proprio bisogno in parole-chiave, ma l’intelligenza artificiale a interpretarne il significato e restituirne una sintesi.

La ricerca diventa bidirezionale — ogni domanda genera un dialogo;
l’esperienza utente si fa attiva — è l’assistente a filtrare;
la verifica delle fonti si fa implicita — si basa sulla fiducia più che sulla selezione.

Secondo AllAboutAI, 2025, il 48,8% degli utenti non verifica più le fonti quando una risposta dell’AI “sembra” corretta.
Questo spostamento di fiducia — dalla pagina web all’agente — sta ridefinendo non solo il modo in cui si cercano le informazioni, ma anche il modo in cui le aziende devono farsi trovare.

Il nuovo intermediario del sapere

Oggi, quando scriviamo “come migliorare la produttività di una linea sterile” o “chi produce macchinari per solidi orali in Italia”, non ci aspettiamo più di scorrere risultati: vogliamo che qualcuno — o meglio, qualcosa — ci risponda.
Quell’”assistente” è il nuovo intermediario del sapere: un modello di linguaggio che non restituisce pagine, ma soluzioni, e che sta ridefinendo il concetto stesso di ricerca.

Quando la ricerca diventa relazione

Nel mondo B2B, la ricerca è sempre stata la prima fase di ogni relazione economica: cercare un fornitore, un partner, una tecnologia.
Oggi quel gesto non avviene più davanti a un motore di ricerca, ma dentro una conversazione mediata da un’intelligenza artificiale che comprende, seleziona e propone.

La nuova grammatica della visibilità

Nel business, come nella conoscenza, non si tratta più di “trovare”, ma di farsi trovare nel modo giusto.
Le aziende non competono per occupare una posizione su una pagina, ma per entrare nei flussi di conversazione in cui si formano le decisioni d’acquisto.

Un report di McKinsey definisce questa evoluzione “the agentic AI advantage”: l’intelligenza artificiale come agente che interpreta i bisogni, anticipa le scelte e indirizza le risposte (McKinsey, 2025).
Significa che una parte sempre più ampia del processo di scoperta, valutazione e selezione dei fornitori si svolge all’interno del linguaggio stesso — prima ancora che si apra una pagina web.

Dal sito alla consultabilità

Per chi opera nel B2B, non basta più avere un sito né una campagna SEO ben fatta.
Bisogna essere consultabili: integrati nei percorsi cognitivi e decisionali che i modelli linguistici costruiscono ogni volta che un utente pone una domanda.

Le aziende che si muovono per prime in questa direzione non inseguono la ricerca, ma la abitano.
Quando l’intelligenza artificiale inizia a proporre risposte, la vera sfida è esserci — nel momento e nel contesto in cui la domanda si forma.

Agevolare la conversazione

È qui che nasce Connexy: un consulente conversazionale verticale, costruito sul linguaggio del B2B e sulle esigenze dell’industria life science.
Non un chatbot, non una directory, ma un assistente capace di comprendere le domande reali del mercato e di proporre risposte basate su dati, competenze e connessioni verificate.

Connexy non mostra risultati: accompagna verso le soluzioni.
Trasforma la visibilità in relazione, e la relazione in opportunità.
Le aziende che entrano nel suo ecosistema non “si pubblicano”, ma partecipano attivamente alle conversazioni che contano — quelle in cui si decide chi contattare, chi valutare, chi scegliere.

Sfoglia la presentazione di Connexy

Come funziona Connexy

Connexy nasce con un obiettivo preciso: rendere l’intelligenza artificiale un alleato concreto del business.
Dietro la semplicità della sua interfaccia c’è una logica raffinata: integrare i dati e i contenuti delle aziende in un motore conversazionale specializzato, capace di restituire risposte contestuali, pertinenti e operative.

Ogni azienda costruisce un profilo informativo completo — con prodotti, servizi, tecnologie, aree di competenza e parole-chiave tecniche.
Queste informazioni vengono elaborate dall’AI di Connexy e rese interrogabili: l’azienda diventa così parte del linguaggio con cui i buyer e i decision maker formulano le loro domande.

Quando un utente chiede, per esempio, “quali fornitori offrono soluzioni per il confezionamento sterile automatizzato”, Connexy non mostra un elenco di link.
Elabora l’intento, seleziona le informazioni pertinenti e propone risposte già arricchite con riferimenti concreti alle aziende in grado di soddisfare la richiesta.

Connexy è, a tutti gli effetti, un consulente digitale: risponde, orienta e collega.
Ma soprattutto, trasforma la fase di ricerca in una prima forma di relazione commerciale.

Come Connexy elabora i dati aziendali

 

Il motore conversazionale di Connexy si basa su un’architettura proprietaria di integrazione che combina modelli linguistici di ultima generazione con database vettoriali e sistemi di retrieval semantico.
Ogni profilo aziendale viene analizzato e tradotto in embedding semantici — rappresentazioni numeriche che codificano prodotti, tecnologie e competenze in base al loro significato.

Quando un utente formula una domanda, Connexy non cerca parole-chiave, ma esegue un semantic match tra il contesto della query e i profili presenti nel database, individuando le corrispondenze più pertinenti.
Le risposte vengono poi generate e arricchite da un modello linguistico specializzato sul dominio life science e B2B industriale, ottimizzato su dataset settoriali e terminologie tecniche controllate.

Un sistema di feedback continuo consente di aggiornare e affinare nel tempo i criteri di rilevanza, migliorando la qualità delle risposte in base alle interazioni reali.
In questo modo, Connexy evolve insieme al linguaggio e ai bisogni del mercato, offrendo risposte sempre più contestuali, coerenti e operative.

Dal dato alla decisione

Ogni risposta generata da Connexy è un punto di contatto qualificato, tracciabile e misurabile.
Non si tratta più di generare traffico anonimo, ma di intercettare intenzioni reali di acquisto o collaborazione.

Secondo McKinsey (2025), le imprese che hanno integrato assistenti conversazionali nei propri processi di vendita hanno ridotto i costi commerciali fino al 25% e aumentato i tassi di conversione del 30%.
Connexy si inserisce in questa logica: non come vetrina digitale, ma come motore di relazione.

Visibilità intelligente e vantaggio competitivo

Nel B2B la visibilità non serve se non è mirata.
Connexy introduce il concetto di visibilità intelligente: la capacità di essere proposti solo quando l’AI riconosce che l’offerta è pertinente alla richiesta.

Le aziende che partecipano all’ecosistema Connexy:

  • vengono citate proattivamente nelle risposte a domande pertinenti;
  • si posizionano come riferimenti autorevoli in conversazioni di mercato verticali;
  • accedono a insight sui trend e sulle domande emergenti della filiera;
  • convertono conversazioni in contatti reali con utenti già qualificati.

Dal contatto alla conoscenza

Connexy non si limita a generare lead: costruisce intelligenza di mercato.
Attraverso le domande poste dagli utenti, la piattaforma consente alle aziende di comprendere meglio le esigenze emergenti, i punti deboli dell’offerta e le nuove aree di sviluppo.

Nel tempo, questo genera un circolo virtuoso:

più domande → più dati → più risposte accurate → più fiducia → più opportunità.

Essere consultabili è il nuovo essere visibili

Nel nuovo ecosistema digitale, la differenza tra chi cresce e chi resta indietro non è nella quantità di contenuti pubblicati, ma nella capacità di essere consultabili.
Essere consultabili significa poter essere interrogati, compresi e restituiti come risposta pertinente in un contesto conversazionale.

In un’epoca in cui quasi il 50% degli utenti non verifica più le fonti quando una risposta “sembra corretta” (AllAboutAI, 2025), la credibilità è tutto.

Essere presenti in un ambiente controllato e verticale come Connexy significa garantire qualità e affidabilità nel punto esatto in cui la fiducia si decide: la risposta.

Un ecosistema, non un esperimento

Connexy è parte di un ecosistema costruito da MakingLife, che da anni unisce comunicazione, tecnologia e cultura d’impresa nel mondo life science.
Il suo cuore è MakingConnect — una piattaforma digitale che combina le funzionalità di una smart community professionale con quelle di un motore di business matching avanzato.

All’interno di MakingConnect convivono:

  • un network professionale per costruire relazioni e partecipare a forum di discussione;
  • un sistema di business matching basato su AI e database profilati;
  • una sezione di formazione accreditata (https://makingeducation.it/);
  • una Talent Hub per la crescita delle competenze specialistiche;
  • un canale di informazione indipendente, alimentato da MakingPharmaIndustry.it e dai magazine MakingPharmaIndustry e PharmaFuture.

Connexy si innesta su questo ecosistema come livello conversazionale evoluto: trasforma le informazioni presenti su MakingConnect in risposte attive e personalizzate.

Le aziende del settore possono già partecipare all’ecosistema Connexy accedendo a makingconnect.it, dove informazione, formazione e relazione convergono in un modello concreto di open innovation per il life science.

Essere dove nasce la risposta

In un mondo B2B dove il tempo è scarso e la complessità cresce, Connexy rappresenta una forma nuova di efficienza: abitare la domanda invece di inseguirla.
Essere su Connexy significa partecipare alla conversazione dove le decisioni si formano — e spesso, si concludono.

La visibilità tradizionale è un fatto di posizionamento; quella intelligente, un fatto di linguaggio.
Connexy si colloca esattamente lì, dove il linguaggio incontra il bisogno e dove una risposta ben data può diventare una relazione di valore.