Il SARS-CoV-2 è un virus animale originariamente presente nel tradizionale serbatoio di numerosi patogeni veterinari, il pipistrello. Da questo animale, noto ai virologi, è poi passato ad un piccolo mammifero, forse il pangolino, forse lo zibetto.
Da qui all’uomo il salto è stato reso possibile dal fatale spill over di cui stiamo pagando le conseguenze. Nel frattempo, il virus sembra non avere sosta.
Non solo ha contaminato interi allevamenti di visoni in Danimarca, ma è riuscito addirittura a ritornare dall’animale all’uomo. Ha infatti contagiato 12 persone, che hanno sviluppato una forma lieve dell’infezione, secondo fonti danesi non ancora ufficializzate da una pubblicazione.
I visoni danesi e la nuova mutazione
I visoni danesi sono diventati portatori di una variante mutante del virus responsabile della COVID-19 meno sensibile agli anticorpi umani.
Se diffusa nell’uomo, questa mutazione potrebbe minare l’efficacia degli anticorpi sintetizzati e porre un serio rischio sull’efficacia del futuro vaccino. Un aspetto evidenziato dalle osservazioni in merito comparse di recente sul British Medical Journal.
Le mutazioni finora individuate nel SARS-CoV-2 sono quattro. Riguardano tutte la proteina Spike, lo strumento che permette al virus l’infezione delle cellule dell’epitelio polmonare. La stessa su cui si concentrano anche le ricerche sui vaccini.
Ad oggi la Danimarca si è espressa solo attraverso uno studio dell’agenzia governativa Statens Serum Institut, che si occupa di malattie infettive. Questo documento ha destato l’attenzione della WHO e dell’ECDC, che hanno stabilito contatti con le autorità danesi per conoscere meglio la questione.
Sono state inoltre depositate nei database pubblici le sequenze genetiche del virus mutato, in attesa di una valutazione da parte della comunità scientifica mondiale.
A questo proposito, il direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma Gabriele Costantino afferma:
Il visone è stato infettato dall’uomo, ha infettato altri visoni e ha infettato un altro uomo, che ha infettato altri uomini. Si legge che in questo passaggio il Receptor Binding Domain (RBD) di Spike è mutato. Siccome RBD è uno degli epitopi principali contro i vaccini che si stanno sperimentando, qualche dubbio e timore compare.
L’abbattimento dei visoni danesi: una necessità di salute pubblica
La diffusione del virus si è verificata nella regione dello Jutland, anche in aree distanti dai 207 allevamenti dei visoni danesi interessati dal contagio. Tanto da rappresentare per la premier danese Mette Frederiksen un rischio enorme, troppo grande anche per il Paese primo al mondo per l’allevamento di questi animali.
Il pericolo l’ha spinta a decidere per l’abbattimento di 17 milioni di visoni allevati per produrre pellicce: quelli già contaminati e quelli presenti entro un raggio di 8 chilometri dagli allevamenti colpiti.
Una decisione che costerà alla Danimarca fino a 5 miliardi di corone, quasi 800 milioni di dollari.
Even if we were in a rush, it should have been completely clear to us that new legislation was required, and it was not. I apologise for that.
Mette Frederiksen
Una nuova narrazione
La questione dei visoni danesi è solo uno degli aspetti di un problema complessa ed estesa, impossibile da gestire con strumenti vecchi.
L’affollamento degli allevamenti, quando non addirittura la promiscuità degli animali con l’uomo (come accade in alcune aree dell’Estremo Oriente), è alla base della propagazione accelerata delle infezioni microbiche (ad alto rischio in termini di mutazioni) e delle resistenze farmacologiche.
La gestione di queste delicatissime tematiche richiede un approccio nuovo, globale e integrato. L’applicazione di una visione (quella di una salute unica, One Health) che sinergizzi i contributi e promuova interventi trasversali di innovazione.
È inevitabile, in questo framework, la messa in campo di strategie di comunicazione più adeguate, che non si chiudano nel racconto per argomenti, ma che si aprano verso orizzonti prospettici.
In Italia, sospeso l’allevamento di visoni
Con un’ordinanza del 23 novembre, il ministro Speranza ha disposto la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021, quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico.
La misura aggiunge l’infezione da SARS CoV-2 nei visoni d’allevamento all’elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali soggette a provvedimenti sanitari secondo il “Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320)”.
Pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri Paesi europei, si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità.
Secondo l’ordinanza, in caso di sospetto di infezione, le autorità locali competenti dispongono il sequestro dell’allevamento, il blocco della movimentazione di animali, liquami, veicoli, attrezzature e l’avvio di una indagine epidemiologica.
In caso di conferma della malattia, i visoni dell’allevamento sono sottoposti ad abbattimento.