Nuovo dispositivo per combattere il glioblastoma

Arriva a firma dei ricercatori dell'IIT, in collaborazione con l'ospedale San Raffaele e la Stanford University un nuovo dispositivo per combattere il glioblastoma

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Brain cancer grey awareness ribbon on human hand, aged wood background

Un team di ricercatori guidati da Paolo Decuzzi, responsabile del Laboratorio di Nanotecnologie per la Medicina di Precisione dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ha sviluppato un nuovo dispositivo biomedico per combattere il glioblastoma in collaborazione con il Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali Neurali dell’Ospedale San Raffaele di Milano, condotto da Rossella Galli, e con il gruppo di Gerald Grant del Lucile Packard Children’s Hospital della Stanford University.

microMESH, dispositivo per glioblastoma

Si tratta di una rete polimerica di piccolissime dimensioni capace di circondare i tumori del cervello avviluppandoli completamente. Il suo nome è microMESH ed è in grado, una volta inglobata interamente la massa neoplastica, di somministrare in modo efficace i farmaci antitumorali necessari per la cura. Questo nuovo microscopico strumento biomedico è già stato testato con successo attraverso studi preclinici nei quali è stata dimostrata la sua validità nel contrastare il glioblastoma multiforme, una delle forme cancerose più aggressive del cervello umano.

I risultati del lavoro del gruppo di scienziati, un progetto che fa parte delle attività sostenute dal Consiglio europeo della ricerca e dal programma d’azione Marie Skłodowska-Curie, sono stati pubblicati on line sulla rivista Nature Nanotechnology il primo aprile 2021.

La microMESH è stata realizzata utilizzando materiali biodegradabili e le fibre polimeriche che lo costituiscono sono flessibili e si intrecciano in modo da formare una rete con aperture micrometriche di dimensioni paragonabili a quelle delle cellule tumorali. Questa caratteristica permette una stretta connessione con la massa neoplastica e accresce l’efficacia terapeutica del dispositivo. La microMESH può essere ‘armata’ con diverse sostanze farmacologiche (ad esempio chemio e immunoterapici) ed è capace di rilasciare i medicamenti in modo indipendente, mirato e protratto nel tempo.

Il prossimo obiettivo del team del Prof. Paolo Decuzzi sarà quello di utilizzare il nuovo dispositivo in ambito clinico in modo da valutarne l’efficacia nei pazienti mentre la microMESH verrà ulteriormente sviluppata cercando di integrare diversi tipi di terapie per la lotta contro altre forme tumorali maligne.

Il glioblastoma

I tumori cerebrali sono rari rispetto ad altre neoplasie che colpiscono l’organismo umano, ma sono notevolmente aggressivi e non ci sono molte opzioni terapeutiche disponibili per combatterli.

La forma cancerosa più grave sotto il profilo prognostico è rappresentata dal glioblastoma multiforme. Infatti, solo il 5% di chi viene colpito da questo tumore è ancora in vita dopo 5 anni e la sopravvivenza media é di circa un anno. Inoltre, da circa tre decenni non si registrano miglioramenti degni di nota sia per quanto riguarda la diagnosi sia per quello che concerne l’aspetto terapeutico. La fascia di età nella quale il glioblastoma si manifesta con maggiore frequenza è compresa tra i 45 e i 75 anni sia per gli uomini che per le donne. L’intervento chirurgico, seguito da chemioterapia e/o radioterapia, rimane comunque l’unica possibilità di trattamento che può permettere il prolungamento della vita del malato.