Investimenti biotech, la rincorsa dell’Italia

Crescono gli investimenti di venture capital e private equity nei settori healthcare e biotecnologie ma la distanza con gli altri Paesi è ancora consistente

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Il mercato degli investimenti mostra promettenti segnali di vitalità nel nostro Paese: negli ultimi tre anni – tra private equity, venture capital, infrastrutture e private debt – ha totalizzato oltre 52 miliardi di euro, quasi il doppio del triennio precedente.

Particolarmente brillante il risultato del 2022 che ha raggiunto un livello record di quasi 24 miliardi di investimenti. Sebbene il 2023 abbia raffreddato gli entusiasmi con una significativa flessione (ha dimezzato il suo valore portandolo a 11 miliardi),  il 2024 ha evidenziato una nuova spinta con 4,5 miliardi raccolti nel primo semestre dell’anno (un incremento del 40% sullo stesso periodo del 2023).

A disegnare questo quadro sono i dati presentati da Alessia Muzio, Head of Research di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, intervenuta alla 18a edizione dell’evento BioInItaly Investment”, organizzato da Federchimica Assobiotec per mettere in connessione le startup biotech nazionali con gli investitori internazionali.

L’iniziativa, a sostegno dello sviluppo del settore biotecnologico nazionale, si è tenuta quest’anno all’interno del CphI, uno dei più importanti appuntamenti a livello globale per il settore delle life science.

La scalata delle life science

Come mostrano i dati dell’Associazione, il maggior numero di operazioni in Italia si registra nel comparto ICT che, nel periodo 2019-2023, ha realizzato più di 800 operazione tra private equity e venture capital.

Il secondo posto di questa classifica, però, è occupato dal settore delle life science che tra Healthcare e Biotech ha realizzato 542 investimenti per un totale di 7,5 miliardi di euro.

Nello specifico del venture capital, il settore ICT copre da solo il 34% degli investimenti totali del 2023 mentre il settore delle life science nel suo complesso rappresenta un quarto delle operazioni totali.

2023, anno delle biotech

Per il settore biotecnologico il 2023 si è rivelato un anno d’oro con un ammontare di investimenti che ha triplicato il risultato dell’anno precedente. Il salto è dovuto in gran parte alle operazioni di private equity che con solo 5 operazioni hanno totalizzato 146 milioni di euro, mentre i venture capital hanno raccolto 100 milioni con 34 operazioni.

Al di là dei miglioramenti, senz’altro incoraggianti, il gap con le altre nazioni rimane significativo. Non si tratta solo degli irraggiungibili Stati Uniti, l’Italia è indietro anche rispetto ai principali Paesi europei.

Su 3,7 miliardi di investimento totali in Europa, meno 200 milioni hanno riguardato il nostro mercato.

Alessia Muzio, Head of Research di AIFI,

Come si vede dal grafico interattivo, anche considerando le operazioni in private equity, la distanza con gli altri Paesi europei rimane evidente: il nostro Paese ha superato la Germania ed è a livello della Spagna ma è ancora lontana da Francia e Regno Unito.

 

Un asset strategico

La competizione non sarà semplice: come ha sottolineato Pierluigi Paracchi, cofounder e Ceo di Genenta Science durante lo stesso evento BioInItaly Investment, “dopo la pandemia di Covid19, le biotecnologie sono state elevate da settore importante ad asset strategico da tutti i Paesi leader a livello globale”, come dimostrano anche le decise azioni di Francia e Stati Uniti in quest’ambito.

Negli Usa, ad esempio, dopo la crisi sanitaria è nata la National Security Commission on Emerging Biotechnology, incaricata dal Congresso americano di condurre una revisione approfondita di come i progressi delle biotecnologie emergenti e delle tecnologie correlate influenzeranno le attività attuali e future del Dipartimento della Difesa.

Proprio la dipendenza dal ministero della Difesa, fa notare Paracchi, dimostra quale sia il valore strategico del settore per il governo Usa.

Il tavolo italiano per le biotech

Comunque, nemmeno il nostro Paese è rimasto fermo. Oltre all’azione di Assobiotec per promuovere il settore e creare strumenti di raccordo e sviluppo sinergico tra le realtà che ne fanno parte, anche il governo italiano si è mosso.

È nato infatti il Tavolo di Lavoro per l’Internazionalizzazione delle Industrie nel Settore delle Biotecnologie promosso dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. Questo strumento, che ha rilasciato oggi il suo primo report ad interim,  rappresenta un elemento di innovazione significativa per l’Italia perché non si limita a raccogliere esponenti politici ma, ispirandosi ai modelli delle commissioni americane, include anche importanti rappresentanti dell’industria e della ricerca, come lo stesso Pierluigi Paracchi (che lo modera), Giovanni Caforio, Ceo di Bristol-Myers Squibb, Pierluigi Petrone di Farmindustria con l’omonimo gruppo, Gianmario Verona, dello Human Technopole, esponenti del CNR, i vertici di ENEA Biomedica Tech, oltre ovviamente ai rappresentanti del Maeci e del Mimit (i ministeri degli Esteri e quello delle Imprese e del Made in Italy).