mRNA in crisi: la politica USA minaccia l’innovazione biomedica

La tecnologia mRNA, eroe della pandemia, è sotto attacco negli USA. La diffidenza politica, guidata dalla nomina di Robert F. Kennedy Jr., porta a tagli di fondi e proposte di divieto. Le aziende ridimensionano e guardano all’estero, rischiando la leadership globale, mentre il Giappone investe

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Cinque anni fa, la tecnologia mRNA ha contribuito a cambiare il corso della pandemia di COVID-19, salvando milioni di vite. Il mondo ha applaudito i suoi artefici con un Premio Nobel e gli Stati Uniti hanno investito miliardi di dollari per sostenerne lo sviluppo, con aziende come Moderna e Pfizer al centro di una delle più grandi accelerazioni scientifiche del secolo.

Oggi, però, quella stessa tecnologia rischia di soccombere non per fallimenti scientifici, ma per una crisi politica e culturale che mina le basi dell’ecosistema biomedico americano. La crescente polarizzazione, alimentata da sfiducia, disinformazione e tagli strutturali, sta smantellando il terreno su cui l’mRNA era fiorito. E la nomina di Robert F. Kennedy Jr. a capo del Dipartimento della Salute ha agito come catalizzatore di un cambiamento profondo e pericoloso.

Questo articolo analizza come l’mRNA — un simbolo dell’innovazione americana — sia diventato un bersaglio ideologico, e quali siano le conseguenze per l’industria, la ricerca e la leadership globale nel campo delle biotecnologie.

Dalla Warp Speed alla retromarcia: il capovolgimento politico

Nel 2020, l’Operazione Warp Speed ha rappresentato un raro esempio di successo pubblico-privato: 31,9 miliardi di dollari investiti in pochi mesi hanno permesso di portare sul mercato vaccini a mRNA sicuri ed efficaci in tempi record. Ma l’entusiasmo iniziale si è rapidamente trasformato in terreno di scontro politico.

Con l’arrivo di Robert F. Kennedy Jr. alla guida della sanità statunitense, lo scenario si è radicalmente modificato. Durante la sua audizione di conferma, Kennedy ha avanzato richieste inconsuete — come test con placebo per vaccini già approvati — e ventilato l’ipotesi di rinunciare ai vaccini mRNA in caso di future pandemie. In poche settimane, centinaia di sovvenzioni a progetti di ricerca su HIV, malaria e malattie rare sono state congelate o cancellate, mentre importanti figure scientifiche sono state allontanate dagli enti federali.

La reintegrazione di personalità controverse come Joseph Ladapo, chirurgo generale della Florida contrario ai vaccini COVID, ha rafforzato il segnale politico: la tecnologia mRNA è ora sotto attacco, anche a livello statale. In Idaho e Montana, proposte di legge per vietarne l’uso in ambito infettivologico sono già state esaminate in commissione.

Un’industria in bilico: tagli, ridimensionamenti e fuga all’estero

L’Alleanza per i Medicinali mRNA (Amm) descrive la situazione come un “crollo sistemico”.

Oltre il 45% delle aziende del comparto ha subito ridimensionamenti, tagli al personale o ha trasferito attività di ricerca all’estero.

Moderna, una delle pioniere della tecnologia, ha iniziato a rinominare alcuni dei suoi progetti oncologici come “immunoterapie proteiche” anziché “vaccini mRNA”. Arcturus Therapeutics e altre biotech stanno considerando di spostare i trial clinici in Europa o in Asia, dove il clima regolatorio e politico è meno ostile.

Secondo i dati dell’agenzia di analisi Evaluate Pharma, il mercato globale dei farmaci mRNA potrebbe superare i 100 miliardi di dollari entro il 2030. Ma senza una cornice stabile, gli Stati Uniti rischiano di perdere non solo il vantaggio competitivo, ma anche talenti, investimenti e capacità produttiva.

Una crisi culturale: il lessico della sfiducia

Il problema, come sottolinea il consulente David Mansdoerfer, “non è la scienza: è la fiducia”.

La demonizzazione dell’mRNA ha radici profonde nelle teorie del complotto emerse durante la pandemia — da presunti effetti sul DNA umano al controllo mentale — amplificate da social media e media alternativi.

Queste narrazioni hanno trasformato i vaccini in simboli ideologici, e oggi il termine “mRNA” è così stigmatizzato che molte aziende evitano di usarlo nella comunicazione pubblica.

L’Alleanza per i Medicinali mRNA avverte che la sfiducia non è solo un ostacolo alla salute pubblica, ma anche un problema culturale, che richiede risposte nuove: campagne educative trasparenti, coinvolgimento delle comunità locali e un dialogo costante tra scienza e società.

Implicazioni globali: chi guiderà il futuro dell’mRNA?

Mentre gli Stati Uniti si interrogano sul futuro della propria biomedicina, altri Paesi avanzano con decisione. Il Giappone ha approvato i primi vaccini mRNA auto-amplificati e ha investito in nuovi centri di ricerca per garantire autonomia produttiva. La Corea del Sud ha lanciato un piano per diventare hub globale dell’RNA terapeutico entro il 2032. La Cina, attraverso aziende come Walvax, e l’India, con Gennova Biopharmaceuticals, stanno già testando vaccini mRNA di nuova generazione.

Alex Wesselhoeft del Mass General Brigham Institute avverte che la traiettoria tecnologica è chiara, ma la leadership non è garantita: gli Stati Uniti rischiano di consegnare ai concorrenti il frutto di vent’anni di ricerca.

Strategie di resilienza: un cambio di rotta

Molte aziende biotecnologiche stanno cercando di adattarsi: cambiare il linguaggio, evitare il termine “vaccino” e concentrarsi su terapie personalizzate o immunologiche, come nel caso dei trattamenti mRNA per tumori difficili come il pancreas o il melanoma.

Tuttavia, il cambiamento semantico non basta. Servono politiche industriali lungimiranti, partnership pubblico-private rinnovate e una narrazione condivisa dell’innovazione biomedica.

Senza un consenso sociale, anche le scoperte più promettenti rischiano di restare chiuse nei laboratori.

Alcuni osservatori ipotizzano che, paradossalmente, proprio l’area repubblicana possa rivendicare in futuro il successo di Warp Speed per rilanciare l’mRNA in ambiti meno controversi, come l’oncologia o le malattie rare.

Una sfida aperta

La crisi dell’mRNA negli Stati Uniti è un monito: l’innovazione scientifica non è mai immune dalle turbolenze politiche e culturali. Quella che è stata una delle più importanti conquiste della medicina moderna rischia di essere soffocata da sfiducia e ideologia.

Il futuro dell’mRNA non è ancora scritto. Ma sarà necessario uno sforzo congiunto — tra industria, istituzioni, comunità scientifica e cittadinanza — per ricostruire le basi di un patto biomedico capace di resistere alla tempesta. Perché la posta in gioco non è solo una tecnologia: è la capacità dell’umanità di rispondere, unita, alle prossime sfide globali.

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