Intesa USA-Arabia Saudita, nuove alleanze tecnologiche e opportunità strategiche

Un accordo da 600 miliardi tra USA e Arabia Saudita ridefinisce gli equilibri globali su IA, difesa e innovazione. Il settore farmaceutico può trarne vantaggio: NEOM e i nuovi hub tecnologici sauditi offrono opportunità concrete per R&S e medicina di precisione

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Il 13 maggio 2025, Stati Uniti e Arabia Saudita hanno firmato un accordo commerciale da 600 miliardi di dollari che si candida a riscrivere gli equilibri della competizione tecnologica globale. L’intesa mira a trasformare il Regno Saudita in un hub dell’intelligenza artificiale (AI), consolidare la cooperazione militare con Washington e potenziare settori strategici come cloud, supercalcolo e difesa.

Annunciato in un momento di forte competizione tra USA, Cina ed Europa, il megadeal si inserisce nella strategia Vision 2030 di Riyad e coinvolge attori chiave come Nvidia, AWS, AMD, Google, Oracle e Salesforce. Questo articolo analizza i contenuti dell’intesa, le sue ricadute geopolitiche e le opportunità che apre anche per il settore farmaceutico italiano.

Vision 2030: l’ambizione tecnologica saudita

L’Arabia Saudita è impegnata in un vasto piano di trasformazione economica e sociale, lanciato nel 2016 con Vision 2030. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dal petrolio (che rappresenta ancora il 40% del PIL) e sviluppare settori come turismo, energie rinnovabili e, soprattutto, tecnologia.

L’intelligenza artificiale è una leva centrale. La Saudi Data and Artificial Intelligence Authority (SDAIA), fondata nel 2019, guida questo processo insieme ad Alat, la tech company creata dal fondo sovrano PIF. Il 12 maggio 2025, alla vigilia della firma dell’accordo con gli USA, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha lanciato HUMAIN, una nuova entità nazionale per l’IA destinata a diventare un riferimento mondiale.

I contenuti dell’accordo: supercalcolo, cloud e armamenti

L’accordo da 600 miliardi si articola in più componenti. Una parte significativa riguarda investimenti in tecnologie emergenti. SDAIA, Alat e HUMAIN collaboreranno con le principali big tech statunitensi:

  • Nvidia fornirà decine di migliaia di GPU Blackwell GB300 per la costruzione di data center e “AI factories” in territorio saudita.
  • Amazon Web Services (AWS) investirà 5 miliardi di dollari in infrastrutture cloud.
  • AMD contribuirà con processori per sistemi scalabili ad alte prestazioni.

Un elemento chiave è la nascita di una AI Zone, un hub che ospiterà data center, laboratori di ricerca e reti UltraCluster. In parallelo, DataVolt, società saudita del gruppo PIF, investirà 20 miliardi di dollari in data center negli Stati Uniti, in partnership con Supermicro, segnando la reciprocità dell’intesa.

Sul fronte delle competenze, l’accordo prevede la formazione di un milione di cittadini sauditi in ambiti legati all’AI entro il 2030, attraverso programmi congiunti con università e centri di ricerca americani.

A livello militare, l’accordo include 142 miliardi di dollari in armamenti statunitensi, tra cui sistemi di difesa come THAAD e caccia F-15, in un contesto segnato dalle tensioni con Iran e Yemen. Secondo Al Jazeera, si tratta del più ampio pacchetto di cooperazione militare tra i due Paesi negli ultimi vent’anni.

NEOM: l’AI nella città del futuro

Uno dei beneficiari diretti dell’accordo sarà NEOM, il progetto saudita da 500 miliardi di dollari per costruire una città-stato autonoma nel nord-ovest del Paese. Cuore simbolico del progetto è THE LINE, una città lineare lunga 170 chilometri, senza automobili né emissioni, dove ogni servizio sarà gestito da algoritmi e sensori.

Le tecnologie AI di Nvidia, AWS e SDAIA costituiranno l’infrastruttura digitale di NEOM. Secondo il sito ufficiale, l’intelligenza artificiale sarà integrata “in ogni aspetto della vita urbana”, dalla pianificazione del traffico alla sicurezza predittiva, fino all’assistenza sanitaria.

Tuttavia, permangono interrogativi. Il Financial Times ha riportato le preoccupazioni di esperti urbanistici circa la fattibilità, i costi e la dipendenza da tecnologie esterne. NEOM resta però il banco di prova più ambizioso per l’AI applicata alla pianificazione urbana.

Tecnologia e diplomazia: un blocco occidentale nel Golfo

Dal punto di vista geopolitico, l’accordo segna la nascita di un nuovo blocco tecnologico guidato dagli Stati Uniti nel Golfo Persico. Insieme agli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita diventa un alleato chiave di Washington nella corsa all’AI.

Secondo Bloomberg, la decisione americana di revocare le restrizioni all’export di chip Nvidia avanzati verso Riyad è un segnale esplicito per contenere l’influenza cinese, in particolare nei settori delle telecomunicazioni e dell’automazione industriale.

Ma la concentrazione di tecnologie sensibili in un’area instabile, sotto regimi autoritari, solleva anche interrogativi etici.
L’Unione Europea, pur attiva con programmi come Horizon Europe, appare in affanno: fatica a costruire alleanze strategiche in grado di incidere nel nuovo ordine tecnologico globale.

Opportunità concrete per il settore farmaceutico italiano

Oltre alla difesa e al digitale, l’accordo apre prospettive significative per il settore farmaceutico. Le nuove infrastrutture AI possono supportare:

  • algoritmi predittivi per la ricerca clinica,
  • piattaforme per la scoperta di nuovi farmaci,
  • strumenti di medicina di precisione per patologie complesse.

Il mercato farmaceutico saudita, valutato 11,6 miliardi di dollari nel 2024, cresce a un ritmo del 4,7% annuo, trainato dalla domanda di terapie innovative.

Le aziende farmaceutiche italiane, grazie all’eccellenza in R&S, potrebbero sfruttare NEOM e la sua AI Zone per sviluppare progetti di ricerca, co-sviluppo e trial clinici in collaborazione con istituzioni saudite, come SDAIA o partner del PIF, in linea con il focus di Vision 2030 sulla sanità innovativa.

Inoltre, la cooperazione bilaterale tra Italia e Arabia Saudita, rafforzata da accordi quadro per 10 miliardi di dollari firmati a gennaio 2025, che includono il settore farmaceutico come area strategica, e dal supporto di SACE con garanzie per 3 miliardi di dollari per NEOM, offre un quadro favorevole per l’ingresso delle imprese italiane nel nuovo ecosistema saudita. Tuttavia, sarà cruciale affrontare le complessità regolatorie della Saudi Food and Drug Authority (SFDA), che richiede piani rigorosi come il PMCF per i dispositivi medici, e competere con colossi americani come Vertex Pharmaceuticals, già ben radicati nel mercato saudita.

Una partita che si gioca nel deserto

L’accordo tra Stati Uniti e Arabia Saudita è molto più di un’alleanza commerciale. È una scommessa strategica che risponde alla necessità di costruire nuove geometrie del potere tecnologico globale. Per Riyad, è l’occasione di affermarsi come polo dell’innovazione. Per Washington, uno strumento per bilanciare la Cina.

Ma la riuscita dell’intesa dipenderà dalla capacità di entrambi i Paesi di gestire rischi geopolitici, dipendenze tecnologiche e sensibilità etiche. Per l’Europa – e per l’Italia – è un campanello d’allarme. Il futuro dell’AI non si scriverà solo nella Silicon Valley o a Pechino, ma anche tra le sabbie del Golfo.