Pistoia Alliance: collaborare per il bene dell’R&D

L'organizzazione lancia il proprio programma per accelerare l'innovazione di ricerca e sviluppo nel settore delle scienze della vita attraverso la condivisione di strategie per gestire al meglio i dati

0
704

Rappresentanti di AstraZeneca, Novartis, GSK e Pfizer si incontrano a una conferenza nella città di Pistoia e scoprono di condividere la stessa visione riguardo al futuro dell’R&D: le aziende non possono andare avanti ognuna per la sua strada. Dall’idea di unire gli sforzi per affrontare al meglio le sfide del domani, nasce ufficialmente nel 2009 la Pistoia Alliance.

Oggi l’organizzazione conta più di 100 membri e per perseguire il suo obiettivo ha deciso di lanciare l’idea di una Data Governance Community of Interest (CoI).

Pistoia Alliance: di cosa si tratta?

Da un gruppo ristretto di Big Pharma a una rete in continua crescita che comprende grandi e piccole aziende, start-ups e imprese individuali. La Pistoia Alliance è un’organizzazione internazionale nata con l’obiettivo di incentivare la collaborazione precompetitiva tra aziende dei settori life science e healthcare, focalizzandosi sulla ricerca e sviluppo. In questo modo si possono condividere strategie e strumenti pensati per superare ostacoli comuni e quindi favorire l’innovazione e promuovere il progresso tecnologico.

Applicare un simile obiettivo a settori così competitivi può sembrare azzardato. La proposta della Pistoia Alliance però non incide direttamente sul business delle imprese. Si pone invece come strumento per migliorarne la gestione, mettendo in condivisione idee, risorse e documenti.

I progetti finora lanciati sono molti. Si spazia da argomenti di grande interesse pubblico, come lo studio del microbioma, a questioni più legate alla gestione aziendale, ad esempio l’approfondimento delle legislazioni internazionali relative alle sostanze controllate. Una delle ultime sfide raccolte dalla Pistoia Alliance riguarda poi un argomento molto attuale: la gestione dei dati.

Digitalizzazione e gestione dei dati

Consapevole delle sfide poste dalla trasformazione digitale, la Pistoia Alliance ha lanciato la propria Data Governance Community of Interest. L’idea è nata da un incontro di esponenti dell’R&D di aziende come Abbvie, Bayer, Bristol Myers Squibb, Novo Nordisk, Pfizer, Roche, Sanofi e OSTHUS, da cui è emerso che la gestione dei dati è una priorità che accomuna diverse realtà.

In particolare, è stato condotto un sondaggio tra i partecipanti all’incontro. Ciò che è emerso è che il problema principale è la presenza di barriere che rallentano la digitalizzazione, sia a livello applicativo sia a livello organizzativo. Questi ostacoli rendono più difficile l’accesso ai dati, la loro gestione e la compliance con le autorità regolatorie, suscitando non poche preoccupazioni.

Proprio per andare incontro a questi timori è nata l’idea della CoI, come spiega il suo leader, John Wise. L’obiettivo della Community of Interest è infatti migliorare le infrastrutture di condivisione dei dati, elaborando standard comuni e pubblicando best practices dedicate al mondo delle scienze della vita. I principi guida che il gruppo applica alla gestione dei dati sono riassunti nell’acronimo FAIR: findable, accessible, interoperable, reusable.

In questo modo si favorisce l’innovazione e si rafforza la gestione della grande mole di dati che vengono continuamente prodotti in una funzione dinamica come l’R&D. Ma si agevola anche la trasformazione digitale che sta travolgendo il settore.

La paura di condividere

Al secondo posto nella classifica delle barriere evidenziate dal sondaggio c’è il problema della paura di condividere. Si tratta di una vera resistenza culturale, radicata e largamente diffusa in settori competitivi come quelli a cui si rivolge la Pistoia Alliance.

La risposta alla pandemia però ha dimostrato che la collaborazione tra aziende concorrenti non solo è possibile, ma è anche fruttuosa. Secondo Steve Arlington, presidente dell’organizzazione, mantenere questa mentalità potrebbe dare buoni risultati. Condividere le migliori pratiche di gestione dei dati può aumentare l’efficienza ed aiutare a raggiungere obiettivi comuni in generale, non solo durante una crisi globale.

Un obiettivo che si pone come prerequisito per il successo della Community of Interest è quindi scardinare la paura della condivisione. Se tutte le aziende parlassero la stessa lingua, la gestione ed il riutilizzo dei dati sarebbero più semplici, portando benefici a tutti i livelli.