Il Rapporto SDGs 2025 di ISTAT rappresenta il punto di riferimento per valutare i progressi italiani verso l’Agenda 2030. L’ultima edizione include 320 misure statistiche relative a 148 indicatori ufficiali ONU, aggiornati dopo la “Comprehensive Review” del marzo 2025. Sono state introdotte 36 nuove misure e rimosse 76 obsolete, migliorando la coerenza e la capacità di lettura territoriale.
Il risultato è un quadro informativo più robusto, utile a orientare politiche pubbliche e investimenti, ma che mette in luce forti squilibri interni. L’Italia procede infatti “a due velocità”: Centro e Nord tendono a superare la media nazionale in più di metà degli indicatori, mentre nel Mezzogiorno solo un quarto delle misure segna valori positivi.
Salute e benessere: un quadro preoccupante
Il Goal 3 (Salute e benessere) è tra quelli che destano maggiori preoccupazioni: il 40% degli indicatori peggiora rispetto all’anno precedente.
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L’aspettativa di vita sale a 83,4 anni (81,4 per gli uomini, 85,5 per le donne), ma la vita in buona salute si ferma a 58,1 anni: quasi 25 anni di vita media sono vissuti con malattie croniche o disabilità.
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La mortalità evitabile tra i 30 e i 69 anni riguarda l’8,2% della popolazione (10,1% uomini, 6,4% donne).
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La rinuncia alle cure è cresciuta fino al 9,9% nel 2024, contro il 6,3% del 2019, per tempi di attesa e difficoltà economiche.
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Permangono forti divari territoriali: nel Sud ci sono in media 27 posti letto ospedalieri ogni 10mila abitanti, contro i 32,5 del Nord-Ovest.
Questi dati mostrano una sanità sotto pressione, con cittadini più fragili e sistemi locali meno attrezzati. In questo contesto, il ruolo dell’industria farmaceutica va oltre la dimensione economica, diventando parte della risposta strutturale alle criticità.
L’industria farmaceutica come asset strategico
Il settore farmaceutico italiano è uno dei pochi comparti industriali che, negli ultimi anni, ha mantenuto una traiettoria di crescita costante.
- Produzione 2023: 52 miliardi di euro, di cui 49 destinati all’export.
- Export: +157% in 10 anni, +61% negli ultimi tre anni; surplus commerciale di 21,2 miliardi.
- Investimenti in R&S: 2 miliardi di euro nel 2023 (+20% in cinque anni), con ritorni stimati in 3 euro di benefici al SSN per ogni euro investito in studi clinici.
- Occupazione: 70mila addetti diretti (+8,5% rispetto al 2018), 306mila considerando l’indotto.
- Leadership europea nella produzione conto terzi (CDMO), con 4 miliardi di valore e una quota del 24% sul totale UE.
Il comparto si distingue per una produttività tripla rispetto alla media manifatturiera e per una specializzazione in ambiti ad alto valore aggiunto: biotech, vaccini, malattie rare, terapie avanzate. Le PMI sono protagoniste in reti di filiera e in processi di innovazione sostenibile.
Innovazione, equità, sostenibilità
Alla luce dei dati SDGs e delle performance industriali, emergono tre traiettorie strategiche per il futuro.
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Innovazione inclusiva
Rafforzare ricerca e sviluppo significa non solo produrre nuovi farmaci ma migliorare la qualità della vita, allungando gli anni in buona salute e riducendo la mortalità evitabile. L’integrazione tra industria e SSN, attraverso sperimentazioni cliniche e accesso rapido alle terapie, è fondamentale per avvicinare l’Italia agli obiettivi del Goal 3. -
Riduzione dei divari territoriali
Investire in hub produttivi e centri di ricerca al Sud potrebbe generare occupazione qualificata e rafforzare l’accesso alle cure, contribuendo ai Goal 8 (lavoro dignitoso) e 10 (riduzione delle disuguaglianze). Un’industria farmaceutica più diffusa territorialmente avrebbe effetti moltiplicatori su economia e coesione sociale. -
Transizione verde
La sostenibilità ambientale è ormai parte integrante della strategia di settore: uso di energie rinnovabili, riduzione delle emissioni, packaging ecologico, economia circolare nella gestione delle risorse. Queste pratiche si collegano direttamente ai Goal 7 (energia pulita), 12 (consumo e produzione responsabili) e 13 (lotta al cambiamento climatico).
Governance e politiche pubbliche
L’allineamento tra SDGs e comparto farmaceutico richiede anche un adeguato supporto normativo. La riforma del payback, gli incentivi agli investimenti in R&S e la valorizzazione del capitale umano rappresentano condizioni essenziali per permettere al settore di consolidare il proprio ruolo strategico.
Un’altra priorità è l’integrazione dei dati: l’uso sistematico dei real world data, già citato in più studi, può migliorare governance clinica e regolatoria, favorendo una sanità più equa e basata sull’evidenza.
Conclusione
Il Rapporto SDGs 2025 restituisce l’immagine di un’Italia ancora lontana da molti obiettivi di sostenibilità: salute in difficoltà, disuguaglianze regionali profonde, cittadini sempre più esposti a rischi sanitari e sociali. Allo stesso tempo, la farmaceutica italiana rappresenta una delle eccellenze industriali europee, con capacità di innovazione, attrazione di investimenti e forte vocazione internazionale.
Se integrata in una strategia di sviluppo sostenibile, l’industria farmaceutica può diventare il ponte tra criticità e soluzioni, trasformando le debolezze del sistema in opportunità di crescita inclusiva e sostenibile. Un ruolo che va oltre il PIL, incidendo sulla salute reale dei cittadini e sulla capacità del Paese di rispettare l’Agenda 2030.