Riprende slancio nell’innovazione biofarmaceutica

Global Trends in R&D 2025, il rapporto IQVIA rivela un rinnovato dinamismo nel settore R&D tra finanziamenti record, crescita delle biotech emergenti e nuove modalità terapeutiche

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Dopo gli anni turbolenti della pandemia, il comparto ricerca e sviluppo biofarmaceutico sta riconquistando terreno. È quello che emerge dal Global Trends in R&D 2025, pubblicato da IQVIA Istitute: nel 2024, i finanziamenti globali hanno raggiunto i 102 miliardi di dollari, mentre gli studi clinici sono tornati ai livelli pre-COVID. Le aziende emergenti trainano l’innovazione, con un ruolo crescente di Cina e tecnologie come RNA, radioterapie e intelligenza artificiale. Ma restano criticità da affrontare: tempi lunghi, alti costi e disomogeneità geografica.

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Finanziamenti R&D: una nuova primavera dopo la frenata pandemica

Nel 2024, i finanziamenti globali alla ricerca biofarmaceutica hanno raggiunto i 102 miliardi di dollari, segnando il terzo livello più alto del decennio e confermando un secondo anno consecutivo di crescita post-pandemia. A trainare questo slancio sono stati soprattutto i finanziamenti follow-on, che hanno rappresentato il 45% del totale, raggiungendo quota 46 miliardi di dollari, con un aumento del 77% rispetto all’anno precedente​.

Le IPO, pur in ripresa rispetto al 2023 (quasi 7 miliardi di dollari), restano ancora a livelli storicamente bassi. La vivacità del settore si riflette anche nelle operazioni di M&A, che, pur diminuite numericamente (da 86 a 81), hanno visto raddoppiare il valore mediano delle operazioni da 153 a 405 milioni di dollari. In particolare, le operazioni tra 1 e 5 miliardi di dollari sono aumentate da 14 a 26, con un valore complessivo di 51 miliardi di dollari​.

Le biotech emergenti protagoniste del cambiamento

Un dato che segna una chiara discontinuità rispetto al passato è la centralità delle aziende biofarmaceutiche emergenti (EBP, Emerging Biopharma). Queste realtà — definite come aziende con meno di 200 milioni di dollari di spesa annua in R&D — hanno firmato il 66% dei nuovi accordi nel 2024, con un crescente grado di indipendenza rispetto alle big pharma. Nel 2015 le EBPs erano responsabili del 42% degli studi di Fase II; nel 2024 sono salite al 64%. Anche nella Fase III, la più complessa, detengono la quota maggiore (56% dei trial)​.

Le terapie del futuro: RNA, radioterapia e anticorpi bispecifici

Gli ambiti di innovazione si moltiplicano: negli ultimi cinque anni i deal relativi a terapie RNA-based e radioterapiche sono più che raddoppiati. Solo nel 2024, la piattaforma RNA di Arrowhead ha attirato un investimento da 13 miliardi di dollari da parte di Sarepta​.

In oncologia, le terapie basate su anticorpi bispecifici e coniugati anticorpo-farmaco (ADC) rappresentano ormai il 35% degli studi clinici, insieme a CAR-T e terapie geniche. Una trasformazione che riflette non solo innovazioni scientifiche ma anche una domanda crescente per approcci sempre più personalizzati ed efficaci​.

IA & R&D: la corsa delle aziende tech in ambito farmaceutico

L’intelligenza artificiale ha smesso di essere una promessa e si sta consolidando come un driver strutturale per l’industria: nel 2024 sono stati annunciati 12 deal nel settore AI/ML applicato alla ricerca clinica, per un valore complessivo di 9,7 miliardi di dollari. I casi più eclatanti coinvolgono Isomorphic Labs (UK), che ha siglato partnership con Eli Lilly e Novartis per oltre 3 miliardi di dollari, e Generate:Biomedicines, attiva nel protein design con approcci guidati da machine learning​.

La tecnologia è già realtà operativa: secondo l’FDA, il numero di sottomissioni di farmaci basate su AI è passato da 14 nel 2020 a 170 nel 2022. A gennaio 2025, la stessa FDA ha pubblicato una bozza di linee guida dedicate all’uso dell’intelligenza artificiale nello sviluppo di farmaci e biologici.

Studi clinici: volumi stabili, ma cambiano geografie e priorità

Il numero di trial clinici avviati nel 2024 è stato di 5.318, tornando ai livelli pre-pandemici del 2019. Tuttavia, si osservano cambiamenti significativi nella distribuzione geografica e nelle aree terapeutiche. Gli Stati Uniti restano al primo posto con il 35% degli studi, ma la Cina si avvicina (30%) e l’Europa scende al 21%, confermando un trend di lungo periodo in declino​.

L’oncologia domina ancora con il 41% degli studi clinici, ma è l’obesità l’area con la crescita più esplosiva: +77% di trial nel 2024 rispetto al 2023. Il numero di farmaci per l’obesità in pipeline ha raggiunto 173, molti dei quali basati su agonisti del GLP-1 e terapie combinate​.

In calo invece gli studi sulle malattie infettive non-COVID, che hanno registrato un calo di 176 trial rispetto al 2019. Un dato preoccupante, alla luce della crescente minaccia dell’antibiotico-resistenza.

Nuove sfide per la produttività: tempi e complessità

Il Clinical Program Productivity Index (CPPI) di IQVIA mostra che l’efficienza dello sviluppo clinico è leggermente migliorata nel 2024 grazie all’aumento dei tassi di successo in Fase III. Tuttavia, la durata media per l’arruolamento è aumentata, soprattutto in oncologia, dove si superano i 25 mesi​.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla complessità crescente dei trial: aumentano i siti e i soggetti coinvolti, mentre i criteri di inclusione/esclusione restano elevati. In questo contesto, il ricorso a protocolli adattativi, trial decentralizzati e real-world evidence rappresenta un’opportunità per snellire i processi.

Cina: da follower a protagonista

Il report dedica particolare attenzione al ruolo crescente della Cina, che nel quinquennio 2020–2024 ha lanciato 76 nuovi NAS (novel active substances) destinati solo al proprio mercato — un aumento significativo rispetto ai 9 del quinquennio precedente. Allo stesso tempo, ha ridotto il ritardo medio nel lancio di nuovi farmaci da 7,5 a 3,7 anni, avvicinandosi agli standard globali​.

Il 71% dei deal internazionali che coinvolgono aziende cinesi riguarda operazioni di out-licensing verso player europei o statunitensi. La strategia “China-for-the-world” sembra dunque già in atto.

E il 2025?

Quest’anno si apre con segnali di rinnovato dinamismo nella ricerca biofarmaceutica: i finanziamenti crescono, le biotech emergenti si affermano come motore dell’innovazione e tecnologie come l’AI e l’RNA promettono di trasformare radicalmente il settore.

Ma restano importanti nodi da sciogliere: la complessità crescente degli studi, la concentrazione geografica e il rallentamento in aree terapeutiche strategiche come le malattie infettive. Il rilancio dell’R&D non potrà prescindere da un ecosistema capace di valorizzare l’innovazione anche nelle sue forme meno visibili, ma cruciali per la salute globale.