Il 4 dicembre 2024, Milano ha ospitato l’annuale ISPE Christmas Night, organizzata da ISPE Italy Affiliate.
La serata si è aperta con il workshop “Sustainability Think Tank”, curato dal Gruppo di Lavoro Sostenibilità, durante il quale i partecipanti hanno sviluppato modelli operativi per affrontare temi critici come l’uso efficiente dell’acqua, il riutilizzo dei rifiuti e l’efficienza energetica.
Successivamente, il presidente Giovanni Mattoni ha presentato lo stato dell’arte dell’associazione e le iniziative per il 2025.
L’evento si è chiuso con “ISPE Talk Show, le figure professionali del settore Life Science” a cura di ISPE ITALY Emerging Leaders and Students. Introdotto da Maria Paravani, Valerio Sangiovanni, studente dell’Università di Tor Vergata, ha condiviso la sua esperienza presso il plant di AbbVie a Campoverde, visitato lo scorso 19 novembre nell’ambito di un tour organizzato da ISPE Italy Emerging Leaders and Students.
Ma il momento clou è stato la lectio magistralis del Prof. Stefano Denicolai, dal titolo: “Da Head of R&D a Chief Innovation Officer: una riflessione sui processi di trasformazione delle aziende farmaceutiche”.
La trasformazione dei ruoli nell’innovazione aziendale
Il Prof. Denicolai, esperto di management dell’innovazione presso l’Università di Pavia, ha catturato l’attenzione della platea con una prospettiva fresca e provocatoria sul ruolo del Chief Innovation Officer (CIO).
«Le aziende delle scienze della vita dovrebbero essere un esempio di innovazione – ha dichiarato Denicolai. – Tuttavia, il panorama attuale mostra luci e ombre: mentre alcune imprese eccellono, altre faticano a strutturare processi di innovazione coerenti e sistematici».
Denicolai ha sottolineato come le grandi sfide globali – dalla pandemia all’intelligenza artificiale, passando per le crisi geopolitiche – abbiano imposto cambiamenti radicali. In questo contesto, l’innovazione non può più essere confinata alla ricerca e sviluppo, ma deve permeare ogni funzione aziendale.
Il ruolo del Chief Innovation Officer: un facilitatore trasversale
Il cuore dell’intervento ha riguardato il ruolo del Chief Innovation Officer, definito come una figura con un mandato specifico: facilitare, connettere e abilitare l’innovazione in ogni angolo dell’azienda. Denicolai ha messo in guardia contro l’errore comune di affidare al CIO l’intera responsabilità dell’innovazione, sollevando le altre funzioni aziendali da questa missione cruciale.
«Un Chief Innovation Officer non deve essere l’unico responsabile dell’innovazione, ma un abilitatore», ha spiegato. Questo ruolo, più relazionale che operativo, mira a identificare progetti con potenziale innovativo e ad affiancare i responsabili delle varie funzioni per portarli avanti.
Luci e ombre del Chief Innovation Officer
Dal punto di vista pratico, il Prof. Denicolai ha evidenziato alcuni rischi legati a questa figura:
- Innovation Theater: In alcune aziende, il CIO è percepito come un’operazione di facciata per dimostrare all’esterno una presunta vocazione innovativa, senza reali impatti operativi.
- Conflitti interni: La relazione tra il CIO e il responsabile di R&D può essere complessa, specialmente se i ruoli non sono chiaramente definiti.
Ma ci sono anche grandi opportunità. Quando il CIO ha il mandato di contribuire alla definizione di una vera strategia di innovazione, l’azienda può ottenere risultati straordinari. Una strategia ben definita consente di allocare risorse in modo mirato, bilanciando investimenti a breve e lungo termine, e stabilendo priorità chiare.
Dalla teoria alla pratica: i fattori di successo
Tra i fattori di successo individuati dal Prof. Denicolai, spiccano:
- Visione trasversale: Il CIO deve essere in grado di integrare digitalizzazione, sostenibilità e cultura aziendale in una strategia unica.
- Competenze relazionali: Essendo un ruolo che si muove tra diversi silos aziendali, il CIO deve possedere eccellenti capacità di networking e mediazione.
- Focus sull’execution: L’innovazione non è solo ispirazione, ma richiede pratiche tangibili, come procedure, metriche e incentivi specifici.
Il futuro dell’innovazione farmaceutica
La lectio magistralis si è conclusa con una riflessione sul futuro. «In teoria, l’innovazione dovrebbe essere guidata dal CEO – ha dichiarato Denicolai. – Ma, le complessità operative richiedono figure dedicate che possano dedicarsi esclusivamente a questa missione».
L’evento ha fornito spunti preziosi per i manager presenti, sottolineando l’importanza di un approccio strutturato all’innovazione e ribadendo il ruolo centrale del settore farmaceutico nel rispondere alle grandi sfide globali.