Dinamiche del mercato dei farmaci equivalenti in Italia

Il nuovo rapporto Nomisma-Egualia sul sistema dei farmaci equivalenti 2025 offre una panoramica articolata dei punti di forza e delle sfide del mercato in Italia. Crescita dei volumi, pressione sui margini, politiche regolatorie e comportamenti prescrittivi emergono come leve critiche. Questo articolo decodifica i dati essenziali e suggerisce scenari operativi per imprese, distributori e stakeholder istituzionali del settore farmaceutico.

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Il mercato dei farmaci equivalenti rappresenta uno snodo cruciale per sostenibilità del sistema sanitario, accesso dei pazienti e competitività delle aziende. In tale contesto, l’Osservatorio Nomisma-Egualia 2025 offre un aggiornamento puntuale su volumi, valori, trend e dinamiche emergenti che impattano l’intera catena del valore — dalla produzione alla distribuzione fino al punto vendita.

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Quadro generale: numeri e trend chiave

Evoluzione storica e contesto

Negli ultimi anni, il mercato dei farmaci equivalenti in Italia ha attraversato diverse fasi: lanci iniziali di sostituzione, politiche incentivanti, pressione sui prezzi e saturazione in alcuni segmenti. Il rapporto Nomisma 2025 restituisce la fotografia più aggiornata di questo ecosistema, con dati che confermano alcune tendenze strutturali e ne sollevano di nuove.

Volumi e valori: crescita contenuta

Secondo l’Osservatorio, il comparto dei generici-equivalenti mostra un modesto incremento in volume, ma una contrazione o stagnazione in valore a causa della competizione sui prezzi e delle politiche di rimborso.

*Volumi in crescita, valori in calo: la compressione strutturale del mercato

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Penetrazione e quota di mercato

Un dato di rilievo riguarda la quota di mercato con cui i farmaci equivalenti competono rispetto ai brand di riferimento. Il rapporto segnala una penetrazione crescente nei segmenti a maggiore competizione, ma ancora sotto le aspettative rispetto ai benchmark europei.

L’analisi per classe terapeutica rivela, ad esempio, che in aree come cardiologia o gastroenterologia la sostituzione è più radicata, mentre in settori come neurologia o oncologia la quota rimane contenuta a causa di barriere cliniche o percepzioni prescrittive.

  • Una penetrazione disomogenea tra le aree terapeutiche

Fattori trainanti e vincoli strutturali

Politiche regolatorie e meccanismi di rimborso

Il regime normativo e le modalità di negoziazione con le Agenzie del Farmaco restano uno dei driver più impattanti. Il rapporto evidenzia come aggiornamenti nelle liste di trasparenza, politiche di riferimento terapeutico e meccanismi di gara a livello regionale stiano riscrivendo gli equilibri competitivi.

Pressione sul prezzo e compressione dei margini

Una delle sfide più citate è la compressione incessante dei margini: le aziende produttrici di equivalenti devono sostenere margini sempre più esigui, rendendo essenziale l’efficienza operativa, l’ottimizzazione della supply chain e la razionalizzazione del portafoglio prodotti.

Percezione del medico e del paziente

Non meno rilevanti sono le barriere culturali e percettive. Il rapporto Nomisma afferma che la fiducia del medico e la percezione del paziente condizionano fortemente il tasso di sostituzione. In alcuni contesti, la preferenza verso il brand di riferimento persiste, anche quando non giustificata clinicamente.

Strategia commerciale e competizione

Le strategie commerciali assumono un peso crescente: promozioni, scontistica, accordi locali e politiche di marketing possono influenzare la scelta del farmacista o del medico. In mercati maturi, l’innovazione nel modello di business diventa elemento differenziante.

Opportunità emergenti

Niche terapeutiche e classi in espansione

Il rapporto indica che alcune aree terapeutiche meno “tap-in” stanno offrendo spazi di crescita: soprattutto nei profili a bassa competizione generica, dove l’adozione di equivalenti è ancora limitata. La diversificazione verso queste nicchie può rappresentare un’opportunità per operatori agili.

Alliances e partnership strategiche

Il consolidamento della filiera, attraverso alleanze strategiche tra produttori, distributori integrati o accordi con le strutture sanitarie locali, può permettere economie di scala, migliori condizioni contrattuali e una maggiore capacità contrattuale con le istituzioni.

Digitalizzazione e real-world evidence

L’uso di dati real-world, strumenti digitali per il monitoraggio dell’aderenza, e piattaforme per la comunicazione medico-paziente possono sostenere il valore percepito degli equivalenti, mitigando le resistenze culturali.

Impatti strategici per le aziende della filiera

Produttori

I produttori devono concentrare l’attenzione sulla competitività industriale (costi, qualità, ottimizzazione dei processi), sulla gestione del portafoglio (riduzione dei prodotti meno performanti, focalizzazione su segmenti con margine) e sul rafforzamento delle attività di market access e relazioni istituzionali.

Distributori e grossisti

I distributori intermedi e i grossisti svolgono un ruolo chiave come vettori della catena del valore: la capacità di negoziare, aggregare, gestire logistica efficiente e offrire servizi a valore aggiunto (es. supporto alla farmacovigilanza, soluzioni di tracciabilità) diventa un elemento competitivo cruciale.

Farmacie

Per le farmacie, la leva della sostituzione e della consulenza al paziente resta centrale. La formazione del personale, la comunicazione verso l’utente e la collaborazione con i medici locali diventano strumenti per valorizzare l’offerta di generici.

Scenari e raccomandazioni

Scenario base (continuazione dell’attuale trend)

Nel caso di continuità normativa e commerciale, è probabile che il mercato resti stabile nei volumi ma sotto pressione nei margini. Soltanto gli operatori con efficienza strutturale e modelli orientati al valore riusciranno a mantenere redditività.

Scenario innovativo (spinta verso integrazione e valore)

Con politiche di incentivazione, modelli di rimborso basati su outcome e sperimentazioni su sistemi integrati (ad esempio sanità digitale + farmaco), il mercato degli equivalenti potrebbe registrare una ripresa qualitativa, con redistribuzione di valore all’interno della filiera.

Raccomandazioni operative

  • Focalizzare investimenti nei segmenti a margine maggiore: valutare scientificamente l’entrata o l’ampliamento in aree terapeutiche con minore penetrazione generica.
  • Eccellenza operativa e lean management: strutturare pipeline, processi industriali e logistica in ottica snella per ridurre sprechi e inefficienze.
  • Dialogo istituzionale e advocacy: partecipare attivamente alle consultazioni regionali e nazionali sulle politiche di rimborso e definizione delle liste di trasparenza.
  • Comunicazione medico-paziente e formazione: investire in evidenza scientifica, campagne informative e strumenti digitali per rafforzare la fiducia nell’equivalente.
  • Partnership strategiche: alleanze lungo la catena del valore (R&S, distribuzione, data analytics) per condividere rischi, costi e competenze.

Verso un nuovo equilibrio competitivo

L’Osservatorio Nomisma-Egualia 2025 mostra un mercato degli equivalenti che non può più essere letto soltanto in chiave di prezzo o di risparmio per il SSN. Le aziende della filiera stanno entrando in una fase in cui la competitività industriale dovrà coniugarsi con la credibilità scientifica e la capacità di generare fiducia lungo l’intera catena del valore: dal medico prescrittore al farmacista, fino al paziente.

In questo scenario, il generico smette di essere “alternativa economica” e diventa infrastruttura di sostenibilità: un pilastro che permette di liberare risorse per l’innovazione terapeutica, stabilizzare la spesa pubblica e ridare centralità alla manifattura farmaceutica nazionale.

Il futuro del comparto dipenderà dalla maturità con cui l’industria saprà affrontare tre sfide chiave:

  • riconfigurare i margini attraverso efficienza e alleanze,

  • investire in trasparenza e formazione per ricostruire la fiducia prescrittiva,

  • partecipare attivamente al dibattito regolatorio con proposte basate su dati e outcome.

Non si tratta più di “difendere” il mercato dei generici, ma di ripensarlo come piattaforma industriale di valore, capace di unire sostenibilità, produzione e innovazione.
Un equilibrio nuovo, in cui l’Italia — se saprà muoversi per tempo — potrà tornare a essere non solo un attore del mercato europeo, ma un riferimento per la cultura del farmaco accessibile e di qualità.