L’Italia dei farmaci tra innovazione e sostenibilità

Nel 2024 la spesa farmaceutica totale in Italia ha superato i 37 miliardi di euro, pari all’1,7% del PIL. L’aumento della spesa pubblica (+7,7%) è trainato dai farmaci innovativi e dalle terapie avanzate, mentre cala quella privata (–4,6%). Persistono forti differenze regionali e un lento recupero nell’uso dei generici. Le nuove frontiere terapeutiche – oncologiche, geniche e per malattie rare – impongono al SSN un delicato bilanciamento tra accesso, sostenibilità e governance.

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L’Italia del farmaco è entrata in una fase di apparente stabilità: i consumi restano costanti, ma il sistema è attraversato da forze contrastanti. Il Rapporto OsMed 2024 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) racconta una realtà in movimento, dove la spesa cresce più della domanda e l’innovazione spinge i conti pubblici verso un punto di tensione.

Nel 2024, la spesa farmaceutica complessiva ha toccato 37,2 miliardi di euro, in aumento del +2,8% rispetto al 2023. La componente pubblica rappresenta oltre i due terzi del totale (26,8 miliardi, +7,7%), mentre la spesa privata è scesa a 10,2 miliardi (–4,6%).
Il farmaco, insomma, pesa sempre di più nei bilanci pubblici, ma meno nelle tasche dei cittadini — un dato che riflette l’impatto crescente dell’innovazione terapeutica e la progressiva “ospedalizzazione” dell’assistenza farmaceutica.

La spesa ospedaliera e la distribuzione diretta guidano la crescita

A trainare l’aumento sono i farmaci acquistati da ospedali, RSA e penitenziari, che valgono ormai il 46% della spesa pubblica, con una crescita del +10,9%.
La distribuzione per conto (DPC) registra un andamento analogo (+10,9%, pari a 2,8 miliardi di euro), mentre la distribuzione diretta (DD) raggiunge 2,9 miliardi (+4,6%).

Questi numeri raccontano una trasformazione strutturale: la catena del farmaco si sposta sempre più verso i canali controllati dal Servizio Sanitario Nazionale, riducendo progressivamente lo spazio per la dispensazione convenzionata e privata.
Le prescrizioni territoriali convenzionate crescono moderatamente (+3,4%), ma il trend di fondo indica una concentrazione delle terapie ad alto costo nei circuiti specialistici.
Da segnalare anche il balzo del +36,5% nelle importazioni di farmaci, un segnale della crescente interdipendenza internazionale e delle vulnerabilità logistiche della filiera.

Due dosi al giorno per ogni cittadino

Ogni italiano ha assunto in media 2,1 dosi di farmaco al giorno, un valore stabile rispetto al 2023.
Dietro la media nazionale, però, si nascondono differenze profonde: al Nord i consumi sono più contenuti e orientati ai generici, mentre al Sud prevalgono i brand e livelli di consumo più elevati.
La spesa di compartecipazione dei cittadini è salita a 1,5 miliardi di euro (+1,4%), con un ticket medio di 25,5 euro annui.

L’aderenza terapeutica migliora lentamente nelle patologie croniche, ma resta disomogenea.
Nonostante gli sforzi regolatori e informativi, l’Italia continua a mostrare una scarsa penetrazione dei farmaci equivalenti e biosimilari, un ritardo che pesa sulla sostenibilità complessiva del sistema.

L’impatto dei farmaci innovativi e delle terapie avanzate

La sezione dedicata all’innovazione del Rapporto OsMed evidenzia l’accelerazione delle terapie avanzate (ATMP) e dei farmaci orfani.
Nel triennio 2022–2024 sono stati riconosciuti 46 principi attivi innovativi, di cui oltre la metà in ambito oncologico o per malattie rare.
Sette appartengono alla categoria delle terapie geniche o cellulari, comprese tre CAR-T già disponibili in Italia (tisagenlecleucel, axicabtagene ciloleucel, brexucabtagene autoleucel).

L’AIFA segnala una criticità crescente: l’altissimo costo unitario di queste cure e la difficoltà di definire modelli di pricing e rimborso coerenti con il loro valore terapeutico.
I Managed Entry Agreements e i meccanismi di rimborso condizionato restano strumenti chiave, ma sempre più complessi da gestire.
La sostenibilità dell’innovazione, osserva il direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo, “dipenderà dalla capacità del sistema di misurare gli esiti reali e non solo la spesa”.

Le malattie rare come banco di prova del sistema

Nel 2024 sono stati attivati 28 programmi di uso compassionevole per farmaci destinati a malattie rare, con oltre 3.500 pazienti coinvolti.
I principi attivi con più richieste di accesso al Fondo AIFA 5% sono trieptanoina, dabrafenib + trametinib e sebelipase alfa, mentre le molecole a maggior impatto economico includono exagamglogene autotemcel, beremagene geperpavec e sebelipase alfa.
Si tratta di terapie salvavita, ma anche di casi emblematici di tensione tra diritto alla cura e sostenibilità finanziaria.

Le differenze regionali e la sfida della governance

Il Rapporto OsMed 2024 mostra un’Italia divisa: le Regioni del Nord riescono a contenere la spesa e ad applicare in modo più efficiente i modelli di distribuzione per conto, mentre quelle del Sud presentano costi più elevati e minore aderenza terapeutica.
Il divario si riflette anche nella diffusione della Farmacia dei Servizi, ancora in fase di sperimentazione, ma già considerata uno strumento cruciale per ridisegnare la prossimità territoriale dell’assistenza.

La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato il progetto fino a fine anno, con l’obiettivo di misurarne l’impatto reale su spesa, aderenza e qualità del servizio.
La governance del farmaco passa così da un livello puramente economico a un livello organizzativo, dove la collaborazione tra medici, farmacisti e istituzioni locali diventa la vera leva di efficienza.

Il costo dell’innovazione: un problema politico

La disponibilità di farmaci sempre più efficaci, ma anche più costosi, pone al Servizio Sanitario Nazionale una questione politica prima ancora che economica: come garantire equità di accesso senza compromettere la sostenibilità?
L’AIFA insiste sulla necessità di una programmazione strategica nazionale della spesa, fondata su basi dati integrate e strumenti di valutazione degli outcome reali.
L’innovazione, spiega il Rapporto, non può essere governata con gli stessi strumenti del passato: richiede modelli predittivi, analisi di costo-efficacia dinamiche e un dialogo continuo con l’industria.

Oltre i numeri: il futuro della governance del farmaco

Il Rapporto OsMed 2024 non è soltanto un bilancio contabile, ma una mappa del futuro.
Disegna un sistema che resiste, ma che dovrà presto scegliere tra efficienza e universalità, tra velocità di accesso e sostenibilità economica.
L’Italia, con prezzi medi ancora inferiori alla media europea, si conferma un mercato regolato, ma fragile: competitivo sul piano dei costi, meno sul piano dell’equità.

Il prossimo passo sarà trasformare i dati in decisioni, la spesa in investimento, e il farmaco — ancora una volta — in strumento di salute pubblica, non di squilibrio finanziario.

Fonte:
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), “L’uso dei farmaci in Italia – Rapporto OsMed 2024”, pubblicato il 10 novembre 2025.porto OsMed 2024”, pubblicato il 10 novembre 2025.