Spyglass – uno sguardo sui mercati internazionali

Un'analisi delle strategie messe in atto dai governi delle più importanti economie emergenti per sviluppare il settore delle life science e attrarre aziende e investimenti stranieri

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La competizione tra le (ex)-economie emergenti (ormai ampiamente emerse) per lo sviluppo dei rispettivi settori delle life science continua senza soluzione di continuità promettendo di ridefinire il panorama globale della salute e dell’innovazione. Alcuni governi, come India e Hong Kong provano a spianare la strada agli  investitori internazionali mentre altri, come Cina e Brasile preferiscono mantenersi sulla strada dell’autoaffermazione industriale.

Di seguito un panorama dei più importanti tra questi mercati.

CINA
Un passo avanti… e due indietro?

Il 13 agosto scorso il Consiglio di stato cinese ha pubblicato un elenco di 24 punti volto a migliorare il substrato commerciale per gli investimenti stranieri. Nello specifico, un settore particolarmente coinvolto dalle linee guida è quello della biomedicina: le autorità cinesi intendono incoraggiare le imprese estere a condurre nuove sperimentazioni cliniche nel loro Paese, accelerare le procedure di trasmissione dei dati per le imprese straniere conformi e dare priorità all’inserimento e alla registrazione dei farmaci esteri.
Sebbene questa recente spinta agli investimenti in ambito biofarmaceutico abbia ricevuto un’accoglienza cautamente positiva da parte delle camere di commercio straniere in Cina, il contesto in cui si inserisce è caratterizzato da venti contrari. L’atteggiamento occidentale nei confronti degli investimenti in uscita e della cooperazione con l’economia cinese e quello dell’industria biomedica cinese stessa rischiano infatti di vanificare gli sforzi governativi inducendo gli investitori e le aziende a un’attenta riflessione prima di incrementare gli investimenti nella biofarmaceutica cinese.

HONG KONG
Una piattaforma per l’innovazione dallo sguardo globale

Hong Kong sta esplorando opportunità di investimenti biotecnologici nella Greater Bay Area, la megalopoli sorta sui territori di Hong Kong, Macao e, appunto, della provincia cinese del Guangdong. A dimostrarlo, la recente apertura dell‘Hong Kong Collaborative innovation center, piattaforma di accelerazione della ricerca e sviluppo farmaceutica e della traslazione di farmaci innovativi.
Il settore biotecnologico di Hong Kong è stato sostenuto da numerose risorse pubbliche e private e ha beneficiato delle nuove regole di quotazione introdotte dalla Borsa di Hong Kong nel 2018, che hanno promosso l’industria in diverse regioni asiatiche, tra cui quelle di Hong Kong e della Cina. Queste regole includono la possibilità per le aziende biotech senza profitto di quotarsi alla borsa di Hong Kong. Il governo ha offerto un forte sostegno attraverso investimenti in ricerca e sviluppo e la costruzione di infrastrutture per favorire strette connessioni tra industria, accademia e investitori.

BRASILE
Avanti tutta per la farmaceutica locale

È al via una nuova strategia nazionale per sostenere il mercato farmaceutico brasiliano. È questo l’obiettivo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva che a settembre 2023 ha annunciato un decreto che istituisce la “Strategia nazionale per lo sviluppo del complesso economico-industriale della salute”. Entro il 2026 il governo intende investire 42 miliardi di BRL, equivalenti a circa otto miliardi di USD, per incrementare la produzione locale di farmaci prioritari per il Sistema Sanitario Unificato (SUS). Anche la Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale (Banco Nacional do Desenvolvimento Econômico e Social; Bndes) e la Finanziaria di studi e progetti (Financiadora de Estudos e Projetos; Finep) parteciperanno al progetto, investendo rispettivamente sei e quattro miliardi di dollari.

Inoltre, il governo stima un investimento di 23 miliardi di BRL, equivalenti a circa cinque miliardi di dollari, da parte del settore privato. Un simile dispiegamento di forze è giustificato dalla necessità di ridurre le importazioni dall’estero che attualmente hanno un valore di circa 20 miliardi di dollari all’anno, producendo internamente il 70% dei farmaci entro i prossimi dieci anni. Per raggiungere questi obiettivi, il governo ha anche creato sei programmi specifici che coinvolgono 11 ministeri e altri enti pubblici.

INDIA
Crescita farmaceutica

Durante il 61° incontro del Network planning group tenutosi lo scorso 6 dicembre il dipartimento farmaceutico del governo indiano ha riportato il completamento di 152 progetti di cluster, 129 legati al settore farmaceutico e 23 a quello dei medical device. L’incontro ha segnato la conclusione dei primi due anni del PM GatiShakti National Master Plan, il megaprogetto del governo indiano da 1,2 trilioni di dollari volto ad aumentare la competitività del settore manifatturiero del Paese.

Secondo un rapporto del febbraio 2023, l’India si pone obiettivi di crescita a 360° nel settore farmaceutico per il prossimo futuro puntando su innovazione, trasformazione digitale, miglioramento nella gestione della supply chain, aumento del valore dei prodotti, maggiore trasparenza dei regolamenti, tutela dell’ambiente, formazione di nuovi cluster e sviluppo di quelli esistenti.

RUSSIA
Il punto sulle politiche antimonopoli

La Russia si è fatta centro di convergenza dei Paesi BRICS per parlare di lotta ai monopoli. Dal 30 novembre al 1 dicembre 2023 lo Skolkovo Innovation Center di Mosca ha ospitato la VIII Conferenza internazionale “Antimonopoly policy: science, practice, education”, l’ultima edizione prima della trasformazione dell’organizzazione BRICS nella cosiddetta BRICS plus, a causa della prossima annessione di nuovi Paesi membri.

La conferenza ha visto intervenire Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Brasile, Sud Africa, India, Cina e tra i vari settori ha trattato anche il mercato farmaceutico. A questo proposito i rappresentanti dell’autorità antitrust indiana hanno espresso la volontà di rafforzare i regolamenti relativi alla concorrenza nell’ambito dei brevetti e della divulgazione di informazioni nei confronti dei monopoli farmaceutici.

Dello stesso parere alcuni esponenti del mondo della ricerca indiano, tra cui Mrudula Bele, professoressa associata del MVP Samaj’s College of pharmacy, e Samir Kulkarni, professore all’Institute of chemical technology di Mumbai.