Durante il proprio intervento alla presentazione del rapporto OASI 2024, Alberto Ricci (CERGAS SDA Bocconi) evidenzia le criticità del sistema sanitario italiano, tra cui il crescente divario tra bisogni e risorse, la disomogeneità nell’erogazione dei servizi e le sfide nella gestione della rete ospedaliera e territoriale. Un’analisi approfondita dei dati dimostra come il SSN debba riorganizzarsi per garantire equità e sostenibilità in un contesto di risorse limitate e bisogni crescenti.
Un SSN al bivio: equilibrio tra aspettative e risorse
La sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è una questione cruciale per il futuro della sanità in Italia. Come sottolinea Alberto Ricci, il gap tra i bisogni di salute della popolazione e le risorse disponibili sta diventando sempre più difficile da colmare. Dal 2004 al 2024, la popolazione over 65 è cresciuta di 3 milioni, passando dal 19% al 24% del totale, mentre il finanziamento del SSN è rimasto stabile tra il 6,3% e il 7% del PIL, con un picco isolato durante la pandemia. Per colmare il divario, sarebbero necessari tra i 20 e i 40 miliardi di euro, una cifra difficilmente reperibile nel contesto attuale.
Andamento della spesa pubblica: Sanità in secondo piano
Un’analisi delle principali componenti della spesa pubblica tra il 2023 e il 2027 mostra un incremento significativo delle pensioni (+48 miliardi di euro) e degli interessi sul debito (+26 miliardi), mentre la sanità vede un aumento marginale di soli 8 miliardi. Questo scenario evidenzia la necessità di ridefinire le priorità di intervento per evitare un accesso ai servizi sanitario casuale o iniquo.
Grafico 1:
Componenti principali della spesa pubblica (variazione 2023-2027)
Prestazioni sanitarie: un recupero disomogeneo
Tra il 2019 e il 2023, il SSN ha affrontato un recupero graduale ma irregolare delle prestazioni. Se da un lato la spesa sanitaria pubblica è aumentata del 14%, i ricoveri ospedalieri sono diminuiti dell’8% e le prestazioni ambulatoriali del 3%. Particolarmente critico è il calo del 10% delle prime visite specialistiche, a fronte di un incremento del 31% delle prescrizioni.
La frammentazione della rete ospedaliera e territoriale
La rete ospedaliera italiana si caratterizza per una frammentazione significativa: il 41% degli ospedali a gestione diretta ha meno di 100 posti letto, e il 20% ne ha meno di 50. Questa dispersione limita l’efficienza e l’appropriatezza delle cure. La situazione non è migliore sul fronte territoriale, dove si registra una crescita disomogenea degli ambulatori SSN (+287 unità tra il 2019 e il 2022), con un aumento predominante nel settore pubblico.
Verso un futuro sostenibile: le raccomandazioni del rapporto
Il rapporto OASI 2024 propone alcune raccomandazioni chiave:
- Definire priorità chiare per l’utilizzo delle risorse, focalizzandosi su criteri di appropriatezza ed equità.
- Riorganizzare profondamente la rete territoriale, concentrando i setting fisici e modificando i format di servizio.
- Espandere le metriche di valutazione, includendo parametri come l’aderenza alle terapie e gli esiti di salute percepiti dai pazienti.
Questi interventi sono essenziali per garantire un universalismo reale e sostenibile, in grado di rispondere alle crescenti aspettative di salute della popolazione italiana.
Come evidenziato da Ricci, il SSN si trova davanti a un bivio: adattarsi alle sfide attuali attraverso una pianificazione strategica e un uso razionale delle risorse, oppure rischiare di compromettere il proprio ruolo di garante della salute pubblica. La strada verso un universalismo sostenibile è complessa, ma necessaria per preservare i principi fondamentali del sistema sanitario italiano.
Fonte: CERGAS, Università Bocconi, Rapporto Oasi 2024