Le Brain-Computer Interfaces (BCI) sono dispositivi avanzati che permettono di registrare e stimolare l’attività cerebrale, offrendo benefici terapeutici significativi, come il miglioramento del controllo motorio nei pazienti con malattie neurodegenerative o la gestione delle crisi epilettiche. L’evoluzione tecnologica ha reso questi sistemi sempre più sofisticati, consentendo aggiornamenti software, archiviazione locale dei dati e trasmissione in tempo reale, avvicinandoli alle caratteristiche tipiche di un computer connesso in rete.
Questa trasformazione, tuttavia, ha reso le BCI vulnerabili agli attacchi informatici, una minaccia che fino a poco tempo fa era considerata marginale nel settore dei dispositivi medici impiantabili. Lo studio Cyber Risks to Next-Gen Brain-Computer Interfaces: Analysis and Recommendations di Schroder et al. mette in evidenza come i rischi di cyber-attacco possano compromettere non solo la sicurezza dei dati, ma anche la salute stessa dei pazienti, aprendo scenari inediti nel settore della cybersecurity medica.
Le vulnerabilità delle BCI: quattro aree critiche
Le BCI condividono molte delle problematiche tipiche dei dispositivi medici di Classe III, come pacemaker e pompe per insulina, ma la loro interazione diretta con il cervello le rende un obiettivo particolarmente sensibile per eventuali attacchi informatici. Gli autori dello studio identificano quattro principali vulnerabilità da affrontare con urgenza:
1. Aggiornamenti software e integrità del sistema
Uno dei principali punti deboli delle BCI è il sistema di aggiornamento software, che potrebbe essere alterato o compromesso durante il download o l’installazione. Un aggiornamento malevolo potrebbe, ad esempio, modificare i parametri del dispositivo, causando stimolazioni indesiderate o malfunzionamenti critici.
✅ Soluzioni proposte:
- Implementare un sistema di aggiornamenti wireless e sicuri, senza necessità di interventi chirurgici.
- Verificare l’integrità degli aggiornamenti con controlli crittografici in tre fasi: download, trasferimento e installazione.
- Definire finestre di supporto chiare per garantire la continuità degli aggiornamenti di sicurezza.
2. Autenticazione e autorizzazione degli accessi
Molti dispositivi medici legacy non prevedono sistemi di autenticazione rigorosi, lasciando aperte le porte a accessi non autorizzati. Nel caso delle BCI, un attacco hacker potrebbe portare alla manipolazione dei parametri del dispositivo, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.
✅ Soluzioni proposte:
- Implementare un sistema di autenticazione a più livelli, separando accessi di sola lettura da quelli con privilegi di modifica.
- Consentire al paziente di controllare e revocare gli accessi.
- Introdurre sistemi di autenticazione a due fattori per garantire la sicurezza delle modifiche critiche.
3. Riduzione delle superfici di attacco
Le BCI, come i dispositivi IoT, rimangono connesse alla rete per la raccolta e la trasmissione di dati. Tuttavia, questo espone il dispositivo a possibili attacchi remoti.
✅ Soluzioni proposte:
- Consentire ai pazienti di disattivare la connessione quando non necessaria.
- Offrire strumenti per gestire i dispositivi autorizzati a connettersi alla BCI.
- Limitare la connettività ai soli momenti essenziali per il trattamento medico.
4. Protezione dei dati e crittografia
Uno dei problemi più rilevanti riguarda la protezione dei dati sensibili. Le BCI generano enormi quantità di informazioni neurologiche che, se intercettate o alterate, potrebbero avere impatti devastanti sulla privacy e sulla sicurezza del paziente.
✅ Soluzioni proposte:
- Applicare crittografia end-to-end ai dati in transito tra il cervello e i dispositivi remoti.
- Richiedere la crittografia obbligatoria per tutti i dati trasmessi tra diversi nodi del sistema BCI.
- Minimizzare la quantità di dati accessibili esternamente per ridurre il rischio di intercettazioni.
Un’urgenza regolatoria per il settore MedTech
Le vulnerabilità identificate dallo studio evidenziano la necessità di un intervento normativo rapido e incisivo per garantire la sicurezza delle BCI prima della loro diffusione su larga scala. Attualmente, le regolamentazioni non sono sufficientemente aggiornate per gestire le nuove sfide poste da dispositivi così complessi.
Gli autori propongono un approccio in cui produttori e regolatori lavorino insieme per anticipare i problemi di sicurezza informatica, senza attendere che emergano gravi incidenti prima di intervenire.
Innovazione e sicurezza devono viaggiare insieme
Le interfacce cervello-computer rappresentano una delle innovazioni più promettenti nel campo della medicina digitale, ma il loro successo dipenderà dalla capacità dell’industria di affrontare con responsabilità le sfide della cybersecurity.
Se le vulnerabilità evidenziate da Schroder et al. non saranno risolte, potremmo trovarci di fronte a scenari in cui attacchi informatici ai dispositivi medici mettono a rischio non solo la privacy, ma anche la vita stessa dei pazienti. Il settore farmaceutico e MedTech ha ora l’opportunità di guidare il cambiamento, implementando protocolli di sicurezza più avanzati e contribuendo a una regolamentazione più rigorosa prima che le BCI diventino di uso comune.
📌 Fonte: Schroder T., Sirbu R., Park S., Morley J., Street S., Floridi L. (2024). Cyber Risks to Next-Gen Brain-Computer Interfaces: Analysis and Recommendations. (February 05, 2025) SSRN.