Integratori alimentari, sguardo al futuro del settore

Si è tenuto a Milano il convegno “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro”, in cui è stato fotografato il futuro del comparto degli integratori alimentari

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Integratori alimentari, sguardo al futuro del settore

Imprenditori e top manager del settore degli integratori alimentari si sono riuniti a Milano per disegnare il futuro del comparto, che rappresenta un’eccellenza del made in Italy e un asset strategico per il sistema Paese. È quanto ha fatto sapere Integratori & Salute, sigla che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, a margine dellevento “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro”.

Il convegno è stato aperto da Germano Scarpa, presidente di “Integratori & Salute”. Per discutere sul futuro del comparto, sono intervenuti Alec Ross, Distinguished Adjunct Professor Business School dell’Alma Mater di Bologna, ex consigliere di Obama e autore del volume edito da Feltrinelli “I furiosi anni venti”, Andrea Fortuna, Advisory Partner – Health, Pharma & Life Sciences – PwC Italia, Antonino Santoro, presidente European Federation of Associations of Health Products Manufacturers (Ehpm).

Mercato globale degli integratori

La sigla ha evidenziato che «nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio, e un’importante spinta verso il futuro: l’innovazione di prodotto (con il 64%) è la principale strategia di crescita adottata dai players del settore».

Nella sola Italia «il settore è cresciuto negli ultimi 10 anni a un tasso annuo medio (CAGR) del 9.5%, un ritmo decisamente più sostenuto rispetto alla performance globale»

Dunque, alla luce di quanto emerso, «gli integratori, oltre a rappresentare un “valore” per la popolazione, sono un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali.
Un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe stima in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del Sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega3 regolarmente.

Allo stesso tempo se la popolazione a rischio assumesse giornalmente Calcio e Vitamina D si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi e avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro».

Sguardo al futuro del settore

Quanto al futuro del settore, tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazione medico-scientifica (28%), l’Internet of things (20%), gli strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%) e i sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e aumentata (1%).

Andrea Fortuna ha evidenziato che «i trend in atto stanno rivoluzionando il settore della salute, con accelerazioni dovute alla pandemia e all’instabilità geopolitica. L’Italia oggi è leader di mercato in Europa nel settore degli integratori con il 26% del market share, seguita da Germania (19%) e Francia (15%), e si colloca all’ottavo posto come esportatore a livello globale».

Mantenimento del benessere e della salute per le persone

Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute, ha sottolineato che la «pandemia ha messo in evidenza l’importanza del mantenimento del benessere e della salute per le persone e in questo nuovo scenario gli integratori rivestono oggi un ruolo ancora più importante, che è destinato a crescere. Il futuro degli integratori alimentari sarà sempre più anche nella prevenzione.

Gli integratori sono già oggi un prezioso strumento per la sostenibilità dei sistemi sanitari e un utilizzo corretto di integratori come strumenti di prevenzione primaria potrebbe certamente generare risparmi rilevanti per il Sistema sanitario nazionale.

Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute

Sfide sempre più complesse

Per Alec Ross «le imprese si trovano davanti due grandi sfide: da una parte il nuovo ordine geopolitico, sempre più complesso e volatile, dove la logica binaria è sempre più tra sistemi aperti e sistemi chiusi; dall’altra il cambiamento tecnologico e la centralità dei dati come vera materia prima della nostra epoca. Nel 2018 i device connessi erano stimati in 23 miliardi, oggi sono 50 miliardi e diventeranno 75 miliardi nel 2025. Impressionante risulta la curva di crescita degli investimenti corporate in Intelligenza Artificiale, passati in 5 anni dai 20 miliardi di dollari del 2016 ai 170 miliardi del 2021».