Secondo il dossier AIFA, l’antibiotico-resistenza (AMR) è una minaccia sanitaria che in Italia potrebbe diventare la prima causa di morte entro il 2050, superando i decessi per cancro.
Attualmente, in Europa si registrano 670.000 infezioni all’anno da batteri resistenti, che causano oltre 35.000 decessi, di cui quasi un terzo in Italia.
Il nostro Paese detiene il triste primato per consumo di antibiotici in ambito ospedaliero (in Italia, al 44,7% dei degenti vengono somministrati antibiotici, contro una media europea del 33,7%). La scarsa appropriatezza prescrittiva, insieme alle modalità di sanificazione degli ambienti nosocomiali, favorisce la proliferazione di batteri resistenti.
I dati: un quadro allarmante per l’Italia
- 12.000 decessi annui in Italia per infezioni ospedaliere da batteri resistenti.
- 8,2% dei ricoverati italiani contrae un’infezione nosocomiale, contro una media UE del 6,5%.
- Consumo di antibiotici in aumento del 6,3% dal 2022 al 2023, con una forte variabilità regionale.
- Super batteri come Klebsiella e Pseudomonas mostrano tassi di mortalità rispettivamente del 50% e del 70%.
Questi dati confermano la necessità di interventi urgenti per ridurre la diffusione di infezioni resistenti e ottimizzare l’uso degli antibiotici.
Scarica il dossier AIFA Antibiotico-resistenza
Ricerca e innovazione come soluzioni
In occasione della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Farmindustria e Assobiotec lanciano un appello per rafforzare ricerca, innovazione e strategie coordinate.
L’industria farmaceutica sta accelerando con oltre 100 antibiotici in sperimentazione e 155 vaccini in sviluppo per combattere l’AMR. È necessario rafforzare le azioni internazionali e nazionali, con incentivi e misure per favorire l’accesso ai nuovi antibiotici Reserve. Entro il 2050, sono previsti 39 milioni di morti a livello globale causati da infezioni resistenti: un monito che ci chiama all’azione immediata.
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria
Le biotecnologie sono fondamentali per affrontare questa emergenza. Serve riconoscere il ruolo integrato di vaccini, antimicrobici e diagnostica, introducendo meccanismi premianti che valorizzino l’innovazione. Solo così possiamo garantire un ecosistema sanitario nazionale solido e vantaggi concreti per la salute dei cittadini.
Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec
Il monito di AIFA
Nel dossier AIFA, il presidente dell’agenzia, richiama l’attenzione sulla gravità della situazione italiana:
La diffusione dell’antibiotico-resistenza e l’alto consumo di antibiotici rendono urgenti le azioni di prevenzione e controllo. Serve una strategia integrata che includa incentivi per la ricerca e semplifichi i processi di approvazione per nuovi antimicrobici in grado di superare le resistenze batteriche. La legge sugli orphan drug rappresenta un modello efficace per stimolare la ricerca in ambiti critici.
Robert Nisticò, presidente AIFA
In aggiunta, Nisticò sottolinea la necessità di investimenti per migliorare la sorveglianza e promuovere programmi di “Antimicrobial Stewardship”. Inoltre, si registra un impegno concreto del Governo con 21 milioni di euro stanziati per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici nei prossimi tre anni.
Obiettivi futuri e strategie per il settore farmaceutico
Il dossier AIFA propone alcune linee guida fondamentali per contrastare l’antibiotico-resistenza:
- Riduzione del consumo di antibiotici del 18% entro il 2030.
- Aumento al 65% dell’uso di antibiotici del gruppo “Access”.
- Promozione di programmi di “Antimicrobial Stewardship” per ottimizzare l’uso degli antimicrobici.
- Investimenti in ricerca e sviluppo per nuovi antimicrobici, sostenuti da incentivi “push and pull”.
La lotta contro l’antibiotico-resistenza richiede l’impegno coordinato di istituzioni, industria farmaceutica e società civile.
Come evidenziato da Farmindustria e Assobiotec, solo attraverso ricerca, innovazione e misure concrete sarà possibile prevenire le gravi conseguenze di questa emergenza sanitaria globale.
Il settore farmaceutico italiano è pronto a rispondere alla sfida, ma è essenziale il supporto di un quadro normativo e finanziario adeguato.