Sempre più insetti approvati per il consumo umano

Mentre EFSA approva la terza specie di insetto per l'alimentazione umana, l'entomofagia sta diventando una strada sempre più percorribile per ottenere proteine animali sostenibili

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A differenza di altre parti del mondo, in Europa il consumo umano degli insetti non è una pratica diffusa. Ma sta diventando una strada sempre più percorribile, soprattutto dopo la recente approvazione da parte di EFSA della terza specie di insetto per l’alimentazione umana. La continua crescita della popolazione mondiale e della richiesta di proteine rende infatti il consumo di insetti una scelta sostenibile ed economica. L’Unione Europea ha quindi dato il proprio consenso agli insetti edibili con il Regolamento 2015/2283, che li classifica come novel food, e da allora l’apertura è stata sempre più concreta.

C’erano un verme, una cavalletta e un grillo

La prima approvazione di un insetto per il consumo umano è infatti arrivata a giugno 2021. Si tratta della larva del coleottero Tenebrio molitor, cioè la comune tarma della farina. L’animale può essere commercializzato e consumato dopo un processo di essiccazione e si può trovare intero oppure ridotto in polvere. La larva però può anche essere utilizzata come ingrediente per la produzione di alimenti, come pasta, biscotti o prodotti proteici anche insieme ai legumi.

Dopo soli cinque mesi, a novembre 2021, è arrivata anche una seconda approvazione. Questa volta è stato il turno della locusta (Locusta migratoria). L’animale può essere venduto essiccato, congelato o in polvere, mentre i prodotti alimentari in cui può essere contenuto sono davvero numerosi. Come sostituto della carne può infatti trovarsi in alimenti specifici e salsicce, ma anche in prodotti a base di patate, legumi, pasta, latte concentrato e in minestre, ortaggi in vasetto, insalate, frutta secca e semi. La locusta può essere persino un ingrediente di prodotti dolci a base di cioccolato e bevande alcoliche.

Ma non c’è due senza tre. La terza approvazione era infatti nell’aria e si è concretizzata a febbraio 2022, con l’aggiunta del grillo domestico (Acheta domesticus) alla lista degli insetti autorizzati per il consumo umano. Essiccato, congelato o in polvere, anche in questo caso l’animale si potrà trovare anche all’interno di numerose preparazioni alimentari. La lista annovera gli stessi prodotti in cui può essere impiegata la locusta, con alcune novità. Il grillo infatti si può trovare anche in prodotti che contengono carne, in salse, snack e barrette, pizze, prodotti da forno, pane e panini, paste ripiene.

Fame di proteine

L’apertura al consumo umano degli insetti cerca di rispondere alla crescente esigenza di proteine economiche e sostenibili. La popolazione mondiale infatti è in continua crescita: entro il 2050 il nostro pianeta potrebbe ospitare circa 9,7 miliardi di persone. E naturalmente la richiesta di cibo, in particolare di proteine, cresce di pari passo. L’approvvigionamento alimentare è una vera sfida, considerando anche che per la maggior parte dei Paesi occidentali la fonte preferita di proteine è la carne.

In Europa la tendenza a consumare carne calcolata per il decennio 2021-2031 è mediamente abbastanza stabile, con una lieve flessione del consumo di manzo e maiale bilanciata da un piccolo aumento di quello di pollame e carne ovina. I numeri sono comunque importanti: nel 2031 consumeremo in media 9,7 Kg pro capite di manzo, 31 Kg pro capite di maiale, 24,8 Kg pro capite di pollame, 1,4 Kg pro capite di carne ovina.

La produzione di carne è impegnativa per gli ecosistemi e trovare delle alternative è una scelta lungimirante. Ma perché prendere in considerazione proprio gli insetti?

Benefici del consumo umano di insetti

Gli insetti sono animali straordinariamente efficienti nel convertire il cibo in proteine. Il grillo Gryllodes sigillatus, ad esempio, necessita della metà del cibo che dovrebbe essere assunto da un suino o da un pollo per produrre la stessa quantità di proteine. E se lo paragoniamo a un bovino, la quantità di cibo richiesta è addirittura un dodicesimo. Inoltre l’allevamento di insetti produce una quantità di gas serra notevolmente inferiore rispetto a quello del bestiame e richiede anche un consumo di suolo molto più basso. Le proteine ricavate dagli insetti risultano quindi decisamente più sostenibili rispetto ad altre fonti animali.

Ma è forse dal punto di vista nutrizionale che gli insetti riservano le sorprese più grosse. Pur manifestando una grande differenza a seconda della specie considerata, infatti, gli insetti sono generalmente ricchi di sostanze indispensabili per l’organismo, come acidi grassi, fibre, vitamine, minerali. A fronte di un buon livello di sicurezza: benché sia impossibile escludere manifestazioni allergiche negli individui predisposti, non sembrano sussistere altri motivi di preoccupazione. La concentrazione di sostanze inquinanti è infatti dovuta solo al cibo con cui gli insetti si nutrono, cosa che li rende quindi un alimento sicuro, a patto che i mangimi rispettino gli standard.

Resta da capire se la popolazione europea è pronta a introdurre nelle proprie abitudini alimentari animali che non solo sono distanti dalle tradizioni culinarie locali, ma che addirittura non vengono affatto associati all’idea di cibo.

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