DALLE AZIENDE
Defil srl, fondata il 9 maggio 1985 da Nicola Pellegrino e Roberta Filippi a Sesto San Giovanni (in provincia di Milano), si dedica da sempre alla salute dell’ambiente e dei lavoratori. Da semplice azienda commerciale, si è evoluta in produttore, ampliando la sua presenza in vari settori, tra cui alimentare, cosmetico, automotive e farmaceutico. Nel settore farmaceutico, vista la complessità e pericolosità dei prodotti trattati, offrono filtri assoluti, celle filtranti, cartucce, maniche e soluzioni avanzate come pannelli a flusso laminare e terminali filtranti, garantendo la massima sicurezza e qualità. Del tema della filtrazione abbiamo parlato con Alfredo Pellegrino, responsabile vendite della Defil.
Qual è il ruolo delle cartucce e delle maniche filtranti nei processi di depolverazione industriale?
Le cartucce e le maniche filtranti sono componenti cruciali nei sistemi di depolverazione industriale, installati in depolveratori o silos. Il loro ruolo è trattenere particelle di polvere presenti nell’aria in uscita da processi industriali ad alta concentrazione. Questi filtri, grazie alla loro struttura e materiali avanzati, permettono di separare efficacemente le polveri dall’aria, che spesso vengono raccolte per il riutilizzo o lo smaltimento. Questo processo garantisce il rispetto delle normative ambientali e migliora la qualità dell’aria nell’ambiente di lavoro.
Quali sono le principali esigenze di filtrazione nel settore farmaceutico rispetto ad altri settori?
Nel settore farmaceutico, le esigenze di filtrazione sono particolarmente critiche a causa della pericolosità dei materiali trattati e della necessità di evitare contaminazioni. Le polveri prodotte possono essere costose e devono essere recuperate per ridurre gli sprechi. Inoltre, molte di queste polveri possono essere pericolose per la salute, quindi è essenziale che vengano raccolte e smaltite in sicurezza, rispettando rigide normative di igiene e sicurezza.
Quali normative e standard devono rispettare i sistemi di filtrazione in ambito farmaceutico?
I nostri filtri sono certificati Atex (dalle parole francesi Atmosphères ed Explosives, è il nome con cui si indica la Direttiva 2014/34/UE dell’Unione europea per la regolamentazione di apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di esplosione); FDA (la statunitense Food and drug administration) per il contatto con alimenti e IFA (rilasciata dall’Institut für Arbeitsschutz der Deutschen Gesetzlichen Unfallversicherung, l’Istituto per la sicurezza sul lavoro in Germania – ex Bia/Bgia) per la protezione contro polveri pericolose. Inoltre, devono aderire agli standard Uni En Iso 16890 (ex Uni En 779) per i filtri grossolani/fini e Uni En 1822 per i filtri assoluti.
Quali sono le principali differenze tra cartucce e maniche filtranti?
La scelta tra cartucce e maniche filtranti dipende dalle esigenze specifiche del cliente, come spazio, portata e tipo di polvere trattata. Le maniche filtranti offrono vantaggi in termini di costi inferiori, minori ingombri e facilità di pulizia, consentendo anche la realizzazione di filtri fino a cinque metri di lunghezza. Al contrario, le cartucce offrono una maggiore superficie filtrante, una portata superiore e un accumulo di polveri più elevato, ma comportano costi più alti e ingombri maggiori, con una lunghezza massima di due metri.
Quali materiali vengono utilizzati per la realizzazione di questi filtri?
Le maniche filtranti sono realizzate con materiali come cotone, poliestere, polipropilene, aramidico, Ptfe e poliestere con fili inox, selezionati in base alla polvere da trattare. Ogni materiale offre specifiche resistenze a idrolisi, acidi, alcali, ossidazione, oltre a una buona resistenza meccanica e alle alte temperature. Le cartucce filtranti, invece, possono essere costruite con carta, poliestere, poliestere antistatico alluminizzato, fibre di vetro, nanofibre e membrane Ptfe, per garantire un’alta efficienza e durabilità, con caratteristiche specifiche di resistenza e protezione.
Come varia l’efficacia filtrante in base al materiale e alla struttura della cartuccia o della manica?
Per polveri “impaccanti” come talco o fumi oleosi, i filtri con membrane Ptfe (politetrafluoroetilene) sono ideali poiché sono idro-olio repellenti, facilitando il distacco della polvere durante la pulizia. Per polveri esplosive, si utilizzano materiali antistatici come il poliestere alluminizzato nelle cartucce o poliestere con fili inox nelle maniche, per rispettare le normative Atex.
Quali sono i segnali che indicano la necessità di sostituire una cartuccia o una manica filtrante?
I segnali includono letture anomale sui dispositivi di monitoraggio come il pressostato e il manometro. La chiave è la manutenzione. Un’inefficienza nel sistema di pulizia, come la difficoltà nel distacco della polvere durante il controlavaggio, può anch’essa suggerire l’usura del filtro.
Quanto influisce la pulizia e la manutenzione sulla durata dei filtri?
La pulizia e la manutenzione regolare sono determinanti per la durata dei filtri ad aria. Un filtro ben mantenuto, attraverso un’efficace rimozione delle polveri accumulate e una corretta pulizia, può durare molto di più rispetto a uno trascurato. La manutenzione previene l’intasamento, che aumenta la resistenza al flusso d’aria e ne riduce l’efficienza.
Quali tecnologie esistono per il monitoraggio dell’efficienza filtrante nel tempo?
Vengono utilizzati diversi strumenti tecnologici. I pressostati differenziali e i manometri sono i più comuni, poiché misurano la differenza di pressione tra l’ingresso e l’uscita del filtro, indicando eventuali intasamenti.
Come si misura l’efficacia di una cartuccia o di una manica filtrante nel trattenere particelle e polveri sottili?
Può essere misurata tramite l’installazione di sistemi contaparticellari o sonde tribotecniche a valle dell’impianto di depolverazione. Questi dispositivi monitorano l’espulsione di particelle nell’ambiente, consentendo di valutare l’efficienza del filtro.
Ci sono innovazioni nel settore che puntano a filtri più sostenibili o riutilizzabili?
I produttori di media filtranti stanno iniziando a studiare dei prodotti senza Pfas, utilizzare materie prime riciclate e fibre naturali. Per il settore filtri, purtroppo, la strada da percorrere è ancora lunga.
L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno influenzando la gestione dei sistemi filtranti?
La stanno rivoluzionando, migliorando l’efficienza e riducendo i costi operativi. I sensori avanzati monitorano in tempo reale parametri come la pressione, la temperatura e il livello di polvere, consentendo interventi tempestivi. L’Intelligenza artificiale analizza i dati per ottimizzare la manutenzione predittiva, prevedendo guasti e riducendo i tempi di inattività. Inoltre, l’automazione dei processi di pulizia e controllo garantisce una gestione più precisa e continua, migliorando la durata dei filtri.
Quali sviluppi si possono prevedere per il futuro?
In futuro, i filtri per aria evolveranno grazie a materiali innovativi, come nanofibre e materiali naturali o esenti da Pfas, che offriranno una maggiore efficienza nel trattenere particelle sottili e contaminanti. I filtri diventeranno più specifici per diversi tipi di polveri, ottimizzando l’efficienza energetica e riducendo l’impatto ambientale, con un focus su materiali riciclabili e a bassa impronta ecologica.
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