Per decenni confinati al ruolo di meri “riempitivi”, oggi gli eccipienti sono al centro della rivoluzione farmaceutica. Lo dimostrano chiaramente i lavori presentati durante la XIV sessione del 64° Simposio AFI, dove la trasformazione è non solo scientifica, ma anche culturale: l’eccipiente non è più un supporto, ma un alleato funzionale, sostenibile e, sempre più spesso, bioattivo.
Il paradosso bioattivo: formulare tra natura e stabilità
L’evoluzione formulativa impone un doppio vincolo: da un lato il paziente – che chiede naturalità, trasparenza, clean label – dall’altro la chimica, che reclama stabilità, standardizzazione e performance. È il caso emblematico della curcumina e del licopene, composti naturali promettenti ma instabili, poco solubili e scarsamente biodisponibili.
La soluzione? Una strategia in due fasi:
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Potenziare l’assorbimento, grazie a enhancer come piperina, trigliceridi a catena media (MCT) e lecitina;
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Stabilizzare il principio attivo, impiegando polveri vegetali come crusca di riso, pectina da agrumi o vinacce.
Risultati? Curcumina con biodisponibilità fino al +25% e licopene in forma cis stabilizzato per 72h, senza solventi organici né eccipienti sintetici. Una svolta che non è solo scientifica, ma etica ed ecologica.
Dalla cucina alla capsula: cultura materiale e innovazione formulativa
In un affascinante parallelo tra tradizione alimentare e formulazione galenica, Francesco Puoci ricorda che “dal piatto alla capsula, la logica della protezione e del rilascio controllato appartiene anche al sapere popolare”. Così, l’’nduja calabrese, con la sua matrice lipidica, il contenuto di peperoncino e il rischio microbiologico, diventa metafora viva delle sfide formulative: consistenza, veicolazione, conservazione.
Super Refinement: la purezza come leva tecnologica
Se la nutraceutica cerca equilibrio tra naturalità e efficacia, la formulazione farmaceutica propriamente detta spinge invece sull’acceleratore della standardizzazione. È il caso della tecnologia Super Refined™ di Croda, presentata da William Small: una purificazione spinta di eccipienti come PEG, Tween o Polysorbati, che elimina impurità (metalli, catalizzatori, perossidi) migliorando la solubilità dell’API, la stabilità del formulato e la tollerabilità.
Il confronto tra PEG convenzionale e Super Refined evidenzia dati netti:
- -81% formaldeide residua
- maggiore stabilità di etoposide (che degrada meno in PEG purificato)
- minor variabilità tra lotti
Questa ultra-purezza consente anche applicazioni su molecole delicate, come i peptidi, riducendo effetti collaterali e migliorando la coerenza analitica.
Lipidi intelligenti: la nuova frontiera delle SEDDS/SMEDDS
Héloïse Imbault (Gattefossé) ha invece tracciato la traiettoria evolutiva delle formulazioni lipidiche autoemulsionanti (SEDDS/SMEDDS), capaci di aumentare la solubilità e la permeabilità intestinale di farmaci BCS III e IV, inclusi i biologici.
Lipidici come Labrafac™ MC60, Labrasol® ALF e Capryol® 90 mostrano:
- incremento della permeazione intestinale (fino a +7 volte con docetaxel)
- apertura transitoria e reversibile delle tight junctions
- assorbimento aumentato di insulina e paclitaxel in modelli animali
Queste soluzioni, benché non sempre naturali, rappresentano oggi lo stato dell’arte per la veicolazione orale di farmaci complessi.
Machine learning e formulazione predittiva
La formulazione entra infine nell’era dell’intelligenza artificiale: lo studio Croda su 2000 combinazioni SEDDS ha portato allo sviluppo di un modello predittivo LightGBM, capace di anticipare la stabilità delle emulsioni in base a HLB e spettri NMR degli eccipienti. Una vera formulazione “assistita”, che riduce tempi, errori e costi. Il futuro della formulazione sarà anche computazionale.
Il caso Italia: ricerca, spin-off e contaminazione disciplinare
Arcadia e Macrofarm, spin-off nati dalla ricerca accademica italiana, sono esempi virtuosi di trasferimento tecnologico nel campo della nutraceutica avanzata. L’approccio integrato tra scienza degli alimenti, farmacotecnica e chimica analitica dimostra che l’innovazione si costruisce a cavallo tra i saperi. Non solo nei laboratori, ma anche nelle cucine, nelle biblioteche e nei software di data science.
L’eccipiente come protagonista silenzioso
Come ha ricordato Puoci in chiusura, “Gli eccipienti non sono inerti, sono i veri protagonisti silenziosi della formulazione moderna”.
Sostenibilità, funzionalità, sicurezza e capacità di interagire con il principio attivo: questi i pilastri della nuova scienza degli eccipienti.
Nel contesto di una filiera sempre più orientata al paziente, alla personalizzazione e alla tracciabilità, gli eccipienti diventano una leva strategica per il successo terapeutico, regolatorio e commerciale.
Non sono più solo come si somministra un farmaco, ma anche perché, a chi, e in quale modo.
Una trasformazione che è anche una responsabilità.