UE: nasce il piano Safe Hearts per le malattie cardiovascolari

La Commissione UE ha presentato il Safe Hearts Plan, primo piano europeo per prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari. Obiettivi misurabili, screening coordinati, digital health e AI: la salute cardiaca entra nel perimetro strategico dell’Unione e coinvolge industria, ricerca e sistemi sanitari nazionali.

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La Commissione UE ha pubblicato il Safe Hearts Plan, il primo piano comunitario interamente dedicato alla prevenzione, diagnosi e gestione delle malattie cardiovascolari. È un documento autonomo, ma strettamente collegato alla strategia europea già analizzata nel nostro approfondimento “Salute, innovazione e competitività: il nuovo pacchetto UE”.

Le malattie cardiovascolari rappresentano da oltre vent’anni la prima causa di morte in Europa, con un impatto sanitario ed economico superiore a qualsiasi altra patologia cronica: 1,7 milioni di decessi l’anno nell’UE, oltre 62 milioni di persone colpite, costi annuali stimati in 282 miliardi di euro.

Il Safe Hearts nasce per affrontare questa realtà con una logica sovranazionale: obiettivi comuni, indicatori misurabili, tecnologie condivise e collaborazione strutturata tra sistemi sanitari nazionali.

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Perché un piano cardiovascolare europeo, ora

Il documento parte da una proiezione inquietante: da qui al 2050 la prevalenza delle malattie cardiovascolari potrebbe aumentare del 90%, mentre i decessi nel continente cresceranno del 73%.

La Commissione sottolinea che gli Stati membri, agendo da soli, non riescono più a fronteggiare:

  • l’esplosione dei costi assistenziali,
  • l’invecchiamento della popolazione,
  • l’aumento dell’obesità e della sedentarietà,
  • il ritardo nelle diagnosi,
  • la frammentazione delle linee guida cliniche,
  • l’enorme divario di risultati tra Paesi UE.

In alcune regioni europee la mortalità cardiovascolare è fino a sei volte superiore rispetto ad altre aree dell’Unione.

Il Safe Hearts intraprende dunque un percorso diverso: definire standard e strumenti europei comuni e supportare gli Stati nella loro implementazione.

Tre assi operativi: prevenzione, diagnosi precoce, cura integrata

1. Prevenzione: il cuore dell’intervento

Il piano sottolinea che l’80% delle malattie cardiovascolari è legato a fattori modificabili. Eppure, la spesa europea in prevenzione resta marginale: solo il 3% della spesa sanitaria totale viene destinata a interventi di prevenzione cardiovascolare.

  • Per questo il Safe Hearts propone:
  • campagne UE di prevenzione personalizzata,
  • iniziative su alimentazione, attività fisica, fumo e alcol,
  • interventi scolastici per contrastare obesità e sedentarietà infantile,
  • maggiore attenzione a donne e giovani adulti.

Il documento cita inoltre la necessità di integrare genomica, microbioma e medicina personalizzata per la valutazione del rischio, evidenziando un salto scientifico importante.

2. Diagnosi precoce strutturata a livello europeo

Il secondo pilastro affronta uno dei nodi storici della cardiologia europea: la diagnosi troppo tardiva.

Il Safe Hearts prevede lo sviluppo di un protocollo UE di screening cardiovascolare, focalizzato su:

  • pressione arteriosa,
  • colesterolo LDL,
  • glicemia,
  • BMI,
  • marcatori genetici selezionati come lipoproteina(a).

Inoltre, incoraggia l’adozione sistematica di AI e modelli predittivi per identificare pazienti e popolazioni a rischio prima dell’evento clinico.

3. Cura, riabilitazione e continuità assistenziale

Il terzo asse propone un salto organizzativo:

  • linee guida cliniche armonizzate,
  • modelli europei per la riabilitazione cardiologica,
  • telemonitoraggio,
  • cartelle cliniche digitali interoperabili,
  • reti cliniche transfrontaliere.

L’obiettivo è ridurre la variabilità dell’assistenza e migliorare qualità di vita e ritorno al lavoro dei pazienti.

Target europei: una roadmap al 2035

Il Safe Hearts non è un manifesto: è una road map con indicatori misurabili a livello europeo.

La Commissione propone, entro il 2035:

  • -25% mortalità prematura cardiovascolare rispetto al 2022,
  • +75% screening annuale della pressione arteriosa nella popolazione 25-64 anni,
  • +90% negli over 65,
  • indicatori simili per glicemia e colesterolo.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, paragonabili per struttura a quelli fissati nel Beating Cancer Plan.

Le implicazioni industriali: pharma, diagnostica, AI e dispositivi

Il Safe Hearts tocca in profondità l’ecosistema salute–industria.

Per il pharma:

  • maggiore focus su statine, antipertensivi, antidiabetici,
  • sviluppo biomarcatori e terapie personalizzate,
  • integrazione con modelli di valutazione basati sui dati.
  • Per la diagnostica e i dispositivi:
  • spinta agli screening di popolazione,
  • opportunità per sensori, holter digitali, wearable,
  • nuovi percorsi di certificazione MDR/IVDR per soluzioni cardiovascolari.

Per i dati e l’AI:

utilizzo previsto dell’European Health Data Space come infrastruttura per modellistica predittiva e analisi di outcome.

È evidente che il Safe Hearts rappresenta una nuova frontiera: non solo sanità pubblica, ma mercato sanitario guidato da prevenzione, digitale e stratificazione del rischio.

Che cosa aspettarsi ora

Il Safe Hearts Plan è una Comunicazione della Commissione:
non ha natura legislativa diretta, ma orienta fondi, priorità politiche e normative.

Da qui partirà:

  • integrazione con i piani sanitari nazionali,
  • coordinamento con il pacchetto UE su innovazione e dispositivi,
  • finanziamenti tramite EU4Health, Horizon, Digital Europe e fondi sociali.

Per gli stakeholder dell’industria significa che progetti su screening cardiovascolare, digital health e medicina predittiva entreranno stabilmente nel perimetro europeo dei programmi finanziabili.

Uno sguardo d’insieme

Il Safe Hearts Plan segna l’inizio di un approccio europeo alla salute cardiovascolare basato su prevenzione, dati e innovazione.

Se attuato pienamente, potrebbe ridurre mortalità e disuguaglianze, ma anche ridefinire il valore economico del mercato cardiovascolare europeo.

E conferma un punto politico importante: la salute cardiovascolare entra ufficialmente tra le priorità strategiche dell’Unione, insieme a dispositivi, biotech e innovazione industriale.