È stata documentata la simultanea efficacia di canaglifozin per il diabete e le malattie cardiovascolari. Canaglifozin è un antagonista del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2).
Gli antagonisti del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) sono nuovi farmaci per la cura del diabete di tipo 2. Agiscono a livello del tubulo renale dove riducono il riassorbimento di glucosio e sodio con conseguente aumento dell’escrezione di zucchero con le urine. Già dopo i primi trial clinici ci si è accorti che l’efficacia andava oltre il controllo metabolico, verosimilmente grazie a un effetto diretto a livello cardiovascolare.
Gli effetti di questa classe di farmaci antidiabetici, infatti, si osservano non soltanto sul controllo metabolico, sul peso corporeo e sulla pressione arteriosa, ma anche sulla significativa riduzione degli eventi cardiovascolari e della relativa mortalità nei soggetti trattati rispetto al placebo, come dimostrano diversi studi realizzati su numeri molto elevati di pazienti.
Gli antagonisti del cotrasportatore sodio-glucosio 2 presentano inoltre il vantaggio di essere somministrati per via orale e non iniettiva.
Manfredi Tesauro sottolinea che l’efficacia di questa classe di farmaci, in grado di esplicare un’incisiva azione metabolica e di produrre parallelamente un effetto cardioprotettivo, comincia a suscitare interesse anche per il trattamento di soggetti con patologie cardiovascolari come lo scompenso cardiaco anche in soggetti non affetti da diabete.
Studio sull’efficacia di canaglifozin per il diabete e le malattie cardiovascolari e sul meccanismo d’azione
Studi condotti da due gruppi di lavoro guidati da Manfredi Tesauro, endocrinologo, professore di Medicina Interna presso l’Università di Tor Vergata, e da Carmine Cardillo, professore di Medicina Interna presso l’Università Cattolica/Policlinico Gemelli di Roma, hanno dimostrato il meccanismo di azione di canaglifozin a livello vascolare su arterie estratte dal tessuto adiposo viscerale di soggetti obesi. L’eccesso di tessuto adiposo viscerale, cioè quello che circonda gli organi addominali, è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti obesi. Gli studiosi hanno poi studiato le piccole arterie isolate dal tessuto adiposo con la tecnica del miografo.
Carmine Cardillo spiega che sono emersi due elementi:
- canagliflozin esercita una benefica azione vasodilatatrice agendo a livello delle cellule muscolari lisce, e non dell’endotelio vascolare,
- il meccanismo della vasodilatazione indotta da canagliflozin è probabilmente legato all’inibizione di un cosiddetto “scambiatore sodio-idrogeno” a livello delle cellule muscolari lisce.
Questi dati suggeriscono che l’effetto vasoprotettivo dell’inibizione del cotrasportatore sodio-glucosio 2 agisce sui meccanismi che connettono l’espansione del tessuto adiposo viscerale alla malattia vascolare nei soggetti obesi.
Mundipharma Pharmaceuticals Italia, come dichiara la General Manager Sabrina Cremascoli, conferma il proprio impegno nella ricerca di soluzioni terapeutiche innovative e diversificate per i pazienti diabetici e con comorbidità, particolarmente fragili a causa della pandemia da COVID-19.