Nel 2022 la Commissione Europea ha varato una nuova strategia per la salute globale: un documento visionario che per la prima volta integra la salute nella politica estera dell’Unione, facendone una leva geopolitica per promuovere stabilità, sviluppo e cooperazione multilaterale. La strategia — dal titolo emblematico “Better Health for All in a Changing World” — nasce nel segno della pandemia, ma guarda oltre l’emergenza.
Il primo report di monitoraggio, pubblicato a luglio 2025 (COM(2025)392), fornisce un quadro aggiornato sull’attuazione della strategia. Si tratta di un documento tecnico ma politicamente rilevante, che offre numerosi spunti per analizzare dove l’Europa sta davvero facendo la differenza — e dove invece continua a inseguire ambizioni non sempre supportate da risorse e strutture adeguate.
I pilastri della strategia
La visione strategica si articola in tre priorità principali:
- Migliorare la salute e il benessere delle persone in tutto il mondo
- Rafforzare i sistemi sanitari e raggiungere la copertura sanitaria universale (UHC)
- Prevenire e affrontare le minacce sanitarie globali, anche attraverso la preparazione alle pandemie
A queste si affiancano 20 “principi guida”, tra cui l’approccio “One Health”, l’equità sanitaria, il rispetto dei diritti umani, la scienza aperta e la cooperazione multilaterale (vedi tabella).
PRIORITÀ 1: SALUTE E BENESSERE (PRINCIPI GUIDA 1-2)
Conseguire salute e benessere per tutte le persone lungo l’arco della vita.
Integrare il principio “Health in All Policies”, affrontando i determinanti economici, sociali e ambientali della salute.
GOVERNANCE INTERNA ED ESTERNA (PRINCIPI GUIDA 12-13)
Migliorare la governance coordinata interna, assicurando che la Commissione e gli Stati membri parlino con una sola voce.
Utilizzare il meccanismo “Team Europe” per sviluppare una risposta europea integrata.
MONITORAGGIO E RESPONSABILITÀ (PRINCIPIO GUIDA 20)
Stabilire un sistema permanente di monitoraggio e valutazione pubblica della strategia con indicatori chiave e revisioni intermedie e finali (es. 2030).
PRIORITÀ 2: RAFFORZAMENTO DEI SISTEMI SANITARI E COPERTURA SANITARIA UNIVERSALE (PRINCIPI GUIDA 3-6)
Promuovere la copertura sanitaria universale (Universal Health Coverage, UHC) attraverso l’assistenza primaria e territoriale.
Rafforzare la governance nazionale dei sistemi sanitari e l’accesso a servizi essenziali.
Investire nella formazione del personale sanitario, mobilità professionale e sviluppo di capacity building nazionale.
Favorire l’innovazione, la digitalizzazione e l’accesso equo a farmaci, vaccini e tecnologie sanitarie.
GOVERNANCE ESTERNA E MULTILATERALE (PRINCIPI GUIDA 14-18)
Sostenere una WHO forte, efficiente e responsabile.
Orientare la governance sanitaria globale colmando gap istituzionali e garantendo coerenza d’azione.
Rafforzare il ruolo dell’UE negli organismi internazionali e multilaterali.
Espandere partnership su cooperazione e interessi strategici.
Coinvolgere attivamente stakeholder globali (società civile, accademia, settore privato).
PRIORITÀ 3: MINACCE SANITARIE GLOBALI E PREPARAZIONE (PRINCIPI GUIDA 7-11)
Applicare l’approccio “One Health” per affrontare le malattie zoonotiche, la sicurezza alimentare e l’antimicrobico-resistenza.
Migliorare la sorveglianza globale e i sistemi di laboratorio.
Rafforzare la preparazione e risposta alle emergenze sanitarie, incluse scorte strategiche (es. rescEU, HERA).
Supportare la regolazione e cooperazione internazionale su minacce transfrontaliere.
Sostenere accordi globali come il Pandemic Agreement e la riforma dei Regolamenti Sanitari Internazionali.
FINANZA E INVESTIMENTI (PRINCIPIO GUIDA 19)
Migliorare il finanziamento dell’UE per la salute globale in modo sostenibile, prevedibile e con impatto massimo.
Che cosa è stato fatto finora
I progressi non mancano. Il report evidenzia i principali risultati ottenuti nel biennio 2023‑2025:
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Finanziamenti internazionali aumentati: l’UE ha rafforzato i contributi a Global Fund, Gavi, Pandemic Fund, WHO Investment Round e all’iniziativa per l’eradicazione della poliomielite (GPEI).
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Promozione della produzione locale di vaccini: con il progetto MAV+ e il supporto a BioNTech Africa, l’UE ha sostenuto la capacità produttiva regionale in contesti a basso reddito.
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Rafforzamento delle agenzie europee: con l’evoluzione dell’HERA (Health Emergency Preparedness and Response Authority), l’Europa si è dotata di un meccanismo permanente per fronteggiare crisi sanitarie future.
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Sostegno alla salute mentale, alle malattie croniche e alla formazione del personale sanitario: attraverso programmi come Global Health EDCTP3 e EU4Health.
Il grafico seguente illustra l’aumento dei contributi dell’UE alle principali iniziative globali:
“Team Europe” e “Health in All Policies”
Due approcci operativi definiscono l’identità europea nel campo della salute globale:
- Team Europe: cooperazione strutturata tra Commissione, Stati membri, banche di sviluppo e altri attori, per massimizzare l’impatto comune nei paesi partner.
- Health in All Policies: principio secondo cui la salute non è solo responsabilità dei ministeri sanitari, ma va integrata in tutte le politiche pubbliche (ambiente, commercio, sicurezza, tecnologia).
Nel 2024 è stata avviata una Joint Action specifica nell’ambito del programma EU4Health, che coinvolge 24 Stati membri per scambio di conoscenze, mappatura delle priorità e promozione di sinergie.
Un’Europa più presente nei forum multilaterali
La strategia ha reso la Commissione più attiva nei tavoli globali:
- Ha partecipato ai negoziati per il nuovo Accordo Pandemico dell’OMS e per la riforma dei Regolamenti sanitari internazionali (IHR).
- Contribuisce alla WHO Investment Round con oltre 250 milioni di euro.
- Guida il Global Health Policy Forum, piattaforma di dialogo con ONG, accademia e settore privato.
Tutto questo rafforza la posizione dell’UE come attore globale non solo economico, ma anche sanitario e scientifico.
Le ombre dietro la visione
Nonostante gli sforzi, restano criticità profonde:
1. La sostenibilità finanziaria
I fondi promessi sono significativi, ma ancora legati a cicli politici e budget fragili. Il grafico mostra l’aumento 2022‑2025, ma il vero banco di prova sarà il mantenimento di questi livelli fino al 2030. Il target del Global Gateway (mobilitare 300 miliardi di euro entro il 2027) è ambizioso ma poco trasparente nella sua struttura operativa.
2. Coordinamento intergovernativo fragile
La strategia funziona solo se la cooperazione tra Commissione, Stati membri e partner è operativa e non solo formale. In molte aree — dalla formazione del personale sanitario all’approvvigionamento di vaccini — persistono frammentazioni che riducono l’efficacia.
3. Monitoraggio e trasparenza
Il report 2025 riconosce l’assenza di un sistema di indicatori condiviso e affidabile per misurare l’impatto reale. Al momento, il monitoraggio è descritto come “in fase di sviluppo”, un eufemismo che segnala ritardi. Senza trasparenza nei dati, il rischio è che la strategia resti più un esercizio narrativo che uno strumento di accountability.
Oltre la strategia: quale salute globale vogliamo?
La vera domanda non è solo quanto investe l’Europa, ma come definisce il suo ruolo nel mondo. La salute globale non è neutra: è fatta di priorità, visioni, relazioni di potere. L’UE promuove un modello di cooperazione multilaterale, ma in un mondo segnato da nazionalismi sanitari e regionalizzazioni strategiche, questo approccio deve essere più incisivo e meno autoreferenziale.
Conclusioni
La Strategia UE per la salute globale rappresenta un salto di qualità rispetto al passato. Trasforma la salute da voce di spesa a leva strategica. Ma la sua efficacia dipenderà da:
- Una governance più chiara e coordinata
- Fondi stabili e orientati all’impatto
- Un monitoraggio pubblico, inclusivo e trasparente
Il report COM(2025)392 è un punto di partenza utile, ma non può essere considerato un punto di arrivo. L’Europa ha mostrato di voler essere protagonista. Ora deve dimostrare di saperlo fare con rigore, realismo e responsabilità.