Somministrazione del farmaco: problemi di forma

Non sempre la corretta assunzione dei farmaci e l’aderenza alla terapia dipendono dalla chimica del prodotto o alla fisiologia. Per molti pazienti, ad esempio anziani o in età pediatrica, le criticità possono essere legate anche al tipo di formulazione o al packaging.

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Problemi di forma per una corretta somministrazione del farmaco

Uno studio ha mostrato che fino al 25% di tutti gli errori terapeutici nascono dalla confusione con il nome del prodotto e il 33% sono attribuibili ad equivoci legati alla confezione o all’etichettatura. Si tratta di errori non trascurabili, che provocano ogni anno migliaia di morti e milioni di dollari di costi. Da questo punto di vista, i problemi di forma possono rivelarsi fondamentali per una corretta somministrazione del farmaco.

Il rischio dei farmaci sosia

È importante ridurre al minimo le possibilità di un errore terapeutico, cosa che può accadere quando si utilizzano farmaci LASA (Look-Alike/Sound-Alike). Conosciuti anche con la dicitura sosia, questi farmaci hanno nomi commerciali simili o confezioni che si assomigliano, tanto da poter indurre in errore e provocare la somministrazione di un farmaco al posto di un altro. Lo sbaglio può essere commesso non solo a livello domiciliare, ma anche dal farmacista al momento dell’acquisto o dal personale sanitario, come confermato dall’esperienza del Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano. Ecco perché differenziare nettamente a livello grafico e fonetico un farmaco può fare la differenza.

Istruzioni (in)comprensibili

Il foglietto illustrativo rappresenta per il paziente una vera e propria guida all’uso del farmaco. Dovrebbe quindi riportare tutte le informazioni necessarie “in modo da risultare facilmente leggibile e chiaramente comprensibile” (come recita il DL 219/2006 che recepisce la direttiva europea in materia). Nonostante gli indubbi sforzi prodotti finora per rendere più accessibile il foglietto illustrativo, una recente indagine di AFI ha rilevato che quasi l’80% dei pazienti ritiene debba ancora essere migliorato (vedi anche: My e-Leaflet, l’evoluzione del foglietto illustrativo a misura di paziente).

Chi si occupa della somministrazione del farmaco?

In molti caso il paziente non assume il farmaco da solo. L’onere spetta al personale sanitario oppure, molto più spesso, a un caregiver, generalmente non in possesso di specifica formazione. Soprattutto in quest’ultimo caso, la somministrazione del farmaco deve essere il più semplice possibile, magari agevolata da dispenser o siringhe con l’indicazione del dosaggio corretto. Creare un momento rilassato quando bisogna somministrare il farmaco è un buon metodo per rendere l’assunzione della medicina psicologicamente accettabile per il paziente. E quindi aumentare l’efficacia della terapia.

L’aiuto delle nuove tecnologie

Per rendere l’assunzione di una medicina accettabile o addirittura divertente possono concorrere anche le nuove tecnologie. La recente applicazione della stampa 3D alla produzione di farmaci ha infatti aperto scenari molto promettenti, legati alle caratteristiche intrinseche di questo metodo di produzione. Le stampanti 3D permettono di ottenere compresse dalla solubilità molto accentuata, perfette per chi ha problemi di deglutizione. Oppure è possibile inserire diverse specialità nella stessa compressa, così da evitare di ripetere più volte l’operazione di somministrazione nel caso di terapie complesse.

Un altro vantaggio deriva dal fatto che personalizzare un farmaco è molto più semplice rispetto ai metodi produttivi tradizionali. La stampa 3D infatti permette di ottenere piccole quantità di prodotto. Questa caratteristica si sposa perfettamente con l’aggiunta di eccipienti particolari a seconda delle esigenze del paziente. Inoltre, questa metodologia prevede un consumo nel breve periodo, cosa che minimizza i problemi di stabilità che potrebbero esserci con l’aggiunta di questi ingredienti. Grazie a colori brillanti, aromi gradevoli e persino forme inconsuete si può conferire all’assunzione del farmaco un carattere giocoso, molto adatto nei casi in cui il paziente sia un bambino.

Un sapore gradevole

Gli aromi rappresentano un ostacolo importante per la formulazione di farmaci, soprattutto per quelli a uso pediatrico. Se pensiamo alle specialità liquide somministrate per via orale, le più diffuse tra i piccoli pazienti, forse il maggiore ostacolo da superare è proprio quello del sapore. Il senso del gusto dei bambini, infatti, è differente rispetto a quello degli adulti. Nonostante il suo sviluppo inizi già durante la gestazione, la completa maturazione avviene solo durante l’adolescenza. Il risultato è che formulazioni orali con un sapore percepito come “cattivo” possono essere poco efficaci, non tanto a livello farmacologico, ma proprio per la difficoltà di assicurarsi una corretta somministrazione. Tuttavia, per l’adulto che deve formulare il farmaco, è difficile capire quando un gusto può essere accettato di buon grado da un bambino.