Philogen ci riprova. Dopo i falliti tentativi del 2008 e del 2011, il gruppo biotecnologico italo-svizzero ha comunicato l’intenzione di voler effettuare un’IPO (Initial public offering) per quotarsi alla Borsa di MIlano.
La biotech attuerà un aumento di capitale con l’emissione di 4.061.111 di nuove azioni, pari al 10% del numero totale delle azioni che ci sarebbero in caso di totale sottoscrizione.
L’intervallo di collocamento (il prezzo al quale verranno collocate le azioni) si pone in una forchetta tra i 15 e 18 euro ad azione, che corrisponde a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra circa 609,2 milioni e circa 731 milioni di euro.
Gli azionisti Nerbio (la holding della famiglia Neri che ha fondato la società) e Dompé concederanno una greenshoe per l’acquisto, ovvero un’opzione che dà all’emittente la facoltà di aumentare la dimensione dell’offerta in modo da rispondere in modo adeguato alla domanda di titoli da parte degli investitori. In questo caso gli azionisti hanno stabilito una greeshoe di 406.111 azioni al prezzo di offerta, corrispondenti a circa il 10% dell’offerta.
Capitale e consulenti
La società è controllata dalla famiglia Neri che l’ha fondata nel 1996 e vede tra gli azionisti Dompé (con il 36% del capitale) e The Equity Club, una cordata di investitori (un club deal) guidata da Mediobanca, che possiede il 18% delle azioni.
Nell’ambito dell’offerta, Goldman Sachs International e Mediobanca – Banca di Credito Finanziario agiscono in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner, mentre Stifel Europe Bank AG – Milan Branch agisce in qualita’ di co-bookrunner.
I consulenti legali sono White & Case per Philogen e Linklaters per i jointglobal coordinator Goldman Sachs e Mediobanca, mentre la revisione legale dei conti di Philogen è affidata a Kpmg.
Farmaci antitumorali
Philogen sviluppa farmaci antitumorali e i suoi due prodotti candidati nelle fase più avanzate di sperimentazione sono Nidlegy, candidato al trattamento intralesionale in pazienti con melanoma, e Fibromun, un antitumorale testato in combinazione con doxorubicina e dacarbazina.
Philogen aveva già tentato l’approdo a Piazza Affari due volte. Nel 2008 il tentativo era stato accantonato per le pessime condizioni di mercato (era l’anno in cui la crisi economica si era rivelata in tutta la sua virulenza) e nel 2011 l’improvvisa interruzione dei contratti di licenza di L19 da parte di Bayer Schering aveva fatto naufragare l’operazione.