Esigenze e prospettive dei leader della sanità

La resilienza dell'assistenza sanitaria va sostenuta da tecnologie intelligenti e connesse e da una visione value-based orientata anche al sustainable sourcing e all'esternalizzazione delle prestazioni delle cure di routine

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Il Future Health Index 2021 ha messo a fuoco esigenze e prospettive dei leader della sanità (C-suite o dirigenti senior che lavorano in ospedali, in studi medici, in centri di imaging, in laboratori o in strutture di cure urgenti, nonché decisori finali o influenzatori nei processi decisionali) interrogandoli su come rispondono alle attuali esigenze e su come potrà essere l’assistenza sanitaria post-pandemia. In particolare, il report ha esplorato gli investimenti destinati alle tecnologie digitali e la centralità assunta da temi come partnership, sostenibilità e nuovi modelli di erogazione delle cure, sia all’interno sia all’esterno dell’ospedale.

Nuove tecnologie per la trasformazione digitale della sanità

Dall’indagine emerge che i leader della sanità stanno gestendo i bisogni odierni preparandosi a un futuro incerto, ma con senso di ottimismo e resilienza sostenuto da basi solide: tecnologie digitali connesse e sostenibili. Negli ultimi mesi, queste tecnologie hanno avuto un ruolo importante nel garantire la fornitura continua di cure in circostanze molto difficili. Quindi molti leader stanno valorizzando le capacità tecnologiche delle loro strutture anche attraverso partnership strategiche (soprattutto con aziende di IT e di informatica sanitaria, con player che operano nell’Health Technology, sia B2B che B2C, e con compagnie assicurative) e nuovi modelli per realizzare la trasformazione digitale.

In particolare, il campione italiano dichiara di accrescere l’investimento in una vasta
gamma di tecnologie sanitarie digitali, come cartelle cliniche elettroniche, telemedicina e intelligenza artificiale (IA), con percentuali maggiori dei loro pari intervistati in
molti degli altri paesi.

È importante notare che la digitalizzazione procede a ritmo diverso nelle varie regioni e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrà promuovere l’integrazione territoriale e l’assistenza di prossimità attraverso l’innovazione tecnologica e l’implementazione di soluzioni digitali, fuori e dentro l’ospedale.

Investimenti per implementare le cartelle cliniche elettroniche e la telemedicina

La maggiore area di investimento riguarda le cartelle cliniche elettroniche e la telemedicina.

^La telemedicina è considerata sia da professionista sanitario a paziente, sia da professionista sanitario a professionista sanitario

A differenza di quanto emerge dalla maggior parte degli altri paesi esaminati, i leader italiani della sanità vorrebbero mantenere alto il livello di investimenti in telemedicina in futuro (73% oggi, come nel prossimo triennio). Nel frattempo, c’è un chiaro cambiamento nel tipo di telemedicina cui si aspettano di dare la priorità. La telemedicina da professionista sanitario a professionista sanitario è infatti oggi l’obiettivo primario, ma gli intervistati italiani contano di spostare i loro investimenti sulla telemedicina da professionista sanitario a paziente nei prossimi tre anni.

Investimenti in soluzioni di intelligenza artificiale

Oltre alla telemedicina e alle cartelle cliniche elettroniche, i leader italiani della sanità risultano concentrati sull’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale (IA) e di tecnologie predittive in misura significativamente più alta rispetto a quelli della maggior parte degli altri paesi. Il 60% del campione italiano infatti sta attualmente investendo in tecnologie di intelligenza artificiale all’interno della propria struttura sanitaria.

Gli investimenti nelle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale sono tra le principali esigenze e prospettive dei leader della sanità

Tuttavia, guardando al futuro, l’attitudine di oggi sembra essere disattesa. Solamente il 15%, infatti, ritiene che sarà ancora necessario investire nell’implementazione di tecnologie
predittive, come ad esempio il machine learning, all’interno del proprio ospedale o struttura sanitaria. Nel frattempo, gli investimenti in soluzioni di IA in generale dovrebbero rimanere stabili, secondo quanto dichiarato, anche tra tre anni.

I leader italiani della sanità stanno investendo prioritariamente per migliorare l’erogazione delle cure all’interno della struttura sanitaria utilizzando proprio l’IA per:

  1. ottimizzare l’efficienza operativa,
  2. soddisfare l’esigenza di supporto decisionale clinico,
  3. fornire l’adeguata integrazione per la diagnostica in generale,
  4. supportare gli outcome in ottica predittiva.

Questo riflette iniziative governative più ampie, come la strategia nazionale sull’intelligenza
artificiale, rilasciata nel 2019 per fornire un quadro per lo sviluppo sostenibile dell’IA in Italia.

Sostenibilità delle strutture ospedaliere tra le maggiori esigenze e prospettive dei leader della sanità

Dal focus in ambito sostenibilità è emersa l’intenzione di introdurre pratiche sempre più green nei prossimi tre anni all’interno delle strutture ospedaliere.

Sebbene le emissioni di carbonio pro capite dell’industria sanitaria italiana siano inferiori a quelle di molti altri paesi europei, sono ancora al di sopra della media globale. Di conseguenza, i leader della sanità in Italia dichiarano un impegno futuro a migliorare le pratiche sostenibili all’interno delle loro strutture.

Il 74% dei leader della sanità ritengono che l’implementazione di pratiche sostenibili all’interno delle strutture sia una priorità centrale del prossimo triennio a fronte del 58% della media dei 14 Paesi e del 4% attuale.

Responsabilità sociale delle strutture ospedaliere

In Italia, la sostenibilità diventa anche capacità di essere socialmente responsabili, garantendo quindi accesso alle cure in modo trasversale e superando la regionalizzazione che caratterizza il nostro paese.

L’Italia ha infatti un’occasione senza precedenti: a partire dalle opportunità offerte dai fondi allocati nel PNRR fino all’implementazione dell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio.

È necessario, però, prima di tutto istituire una cabina di regia in grado di gestire gli investimenti secondo un disegno chiaro e trasparente, supportato da KPI condivisi e da una governance multi-livello.

I leader della sanità sono ottimisti anche sulla capacità delle politiche sanitarie di costruire un sistema sanitario più resiliente. In Italia, l’84% di loro ha piena fiducia nel sistema sanitario (anche se indietro di 4 punti percentuali rispetto alla media complessiva). Perseguono spesso prioritariamente visioni strategiche che bilancino l’efficienza della loro struttura con una solida responsabilità sociale nei confronti delle comunità in cui operano.

Circa un terzo degli intervistati italiani definisce prioritario agire secondo criteri di responsabilità sociale, a fronte del 12% degli intervistati nei 14 paesi e del 18% degli europei. La significativa disparità tra le regioni italiane in termini di accesso alle cure potrebbe in parte spiegare questa maggiore attenzione, soprattutto in aree del territorio
meno servite.

Un altro aspetto di massima attenzione per circa un terzo dei leader italiani è l’efficienza all’interno della struttura sanitaria.

L’82% del campione crede inoltre fermamente nella forza e nella resilienza della propria struttura superando di 7 punti percentuali la media dei 14 paesi coinvolti nello studio.

La value-based care

In questo contesto, la value-based care introduce una remunerazione non guidata dal volume, incentivando a massimizzare l’accesso alle cure e a migliorare i risultati clinici e riducendo al contempo il costo dell’assistenza. Circa un terzo del campione intervistato prevede un passaggio verso una sanità basata sul valore nel prossimo futuro.

Il 14% del campione sta attuando modelli di value-based care al momento, ma il 17% ha de-prioritizzato la transizione verso un’assistenza basata sul valore a seguito della pandemia. Il 39%, invece, sta pianificando modelli di pagamento basati su risultati misurabili, o prevede di farlo in futuro.

Oggi uno dei focus principali è il miglioramento dell’esperienza complessiva per pazienti e personale. L’attenzione a questo aspetto da parte del campione italiano risulta superiore alla media degli intervistati nei 14 paesi.

La soddisfazione del paziente è una metrica fondamentale nella valutazione della qualità dei servizi sanitari. La priorità emersa da parte dell’Italia in quest’area supporta la direzione evidenziata dal campione di spostarsi ulteriormente verso un modello di assistenza basato sul valore.

Le maggiori difficoltà per i leader sanitari

In Italina, emerge una maggiore propensione, rispetto alla media dei 14 paesi, a ritenere che la pandemia stia ostacolando la pianificazione futura, con il 77% del campione italiano che vede nell’attuale crisi una tra le principali barriere alla capacità di prepararsi per il futuro.

Esigenze e prospettive dei leader della sanità: l'impatto della pandemia COVID-19 sulla pianificazione

Particolari difficoltà sono individuate inoltre nell’implementazione della digitalizzazione: l’inesperienza del personale con le nuove tecnologie è tra le principali barriere interne che rischiano di ostacolare una pianificazione efficace del futuro per i leader italiani. Questi, infatti, sono più sensibili, rispetto alla media degli intervistati nei 14 paesi, al bisogno di dare priorità alla formazione del proprio personale al fine di implementare con successo le tecnologie digitali per una sanità davvero connessa e integrata. Inoltre considerano ostacoli all’adozione delle tecnologie sanitarie digitali anche le criticità legate all’interoperabilità e alla gestione dei dati. Questi aspetti, ancora una volta, sono resi particolarmente critici dalla disparità del livello di digitalizzazione e di erogazione dei servizi sanitari nelle diverse aree.

L’incremento degli ambienti procedurali extra-ospedalieri

Tra i paradigmi dell’assistenza sanitaria ridisegnati dalla pandemia COVID-19 ci sono le sedi di erogazione delle cure. Attualmente, i centri socio-assistenziali e di assistenza primaria ambulatoriale sono tra i luoghi più utilizzati per la fornitura di cure di routine. Tuttavia, si prevede che anche il ricorso a queste strutture diminuirà nel corso del prossimo triennio, con un incremento sempre maggiore degli ambienti procedurali extra-ospedalieri.

I leader italiani della sanità, in media, prevedono l’aumento della percentuale di cure di
routine eseguite al di fuori dalle mura della loro struttura sanitaria dal 18% di oggi al 22% nel prossimo triennio.

Esigenze e prospettive dei leader della sanità luoghi di fornitura delle cure di routine

Inoltre, quasi la metà dei leader italiani della sanità afferma che l’estensione dell’assistenza al di fuori delle mura del proprio ospedale dovrà essere una priorità assoluta nel prossimo triennio. L’abbattimento delle barriere regionali nell’accesso alle cure attraverso l’estensione dell’erogazione oltre l’ospedale dovrebbe aiutare a migliorare il sistema sanitario nazionale
italiano.

Esigenze e prospettive dei leader della sanità: l'assistenza extra-ospedaliera

Il Future Health Index: esigenze e prospettive dei leader della sanità

Il Future Health Index è il più grande studio a livello mondiale sui leader della sanità, si basa infatti su ricerche proprietarie in 14 paesi (Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa e Stati Uniti). Giunto al suo sesto anno, ha intervistato circa 3000 leader della sanità sulle loro aspettative.

Nel dettaglio, il campione italiano ha compreso:

  • 200 intervistati;
  • 59% uomini, 42% donne;
  • 52% settore pubblico, 49% settore privato;
  • 56% Nord, 19% Centro, 26% Sud e Isole;
  • 73% urbano, 19% suburbano, 9% rurale.
    Nota: a causa dell’arrotondamento, la somma delle percentuali potrebbe non fare 100.

Lo studio combina un’indagine quantitativa e interviste qualitative condotte da dicembre
2020 a marzo 2021.

Il Future Health Index è commissionato da Philips.