Vaccini anti COVID-19: parla DG Magrini di AIFA

In fase di sperimentazione il primo vaccino italiano: ReiThera Srl, ha da poco concluso gli studi di fase 1 su GRAd-CoV2, un candidato vaccino che si è dimostrato sicuro ed efficace al 92,5%, valore paragonabile a quello dei due vaccini di Pfizer e Moderna già approvati in Italia

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Palù presidente AIFA

Pfizer-BioNtech e Moderna. Queste le due aziende che hanno ricevuto finora nell’Europa comunitaria l’autorizzazione all’utilizzo dei loro prodotti vaccinali contro il virus Sars-CoV-2, l’agente infettivo responsabile di COVID.19, la malattia che sta devastando il mondo e che ha finora causato la morte di più di 1.800.000 persone e causato enormi danni all’economia dell’intero pianeta.

La Gran Bretagna, ormai uscita dall’Unione Europea, ha dato il via libera anche al vaccino di AstraZeneca-Oxford, completando il quadro normativo e di utilizzo dei vaccini anti COVID.19 per quanto riguarda  le Nazioni dell’Europa occidentale.

In arrivo un vaccino italiano?

In Italia la campagna vaccinale è in corso ormai in tutto il Paese. Inoltre, qualcosa si sta muovendo anche a livello nazionale. Sono infatti in atto sperimentazioni di un prodotto “nostrano”, che, se verrà alla fine approvato, ci garantirebbe un sicuro approvvigionamento di dosi di vaccino. ReiThera Srl, società con sede vicino a Roma e focalizzata sullo sviluppo e produzione biofarmaceutica basati su tecnologie avanzate, ha da poco concluso gli studi di fase 1 su GRAd-CoV2, un candidato vaccino che si è dimostrato sicuro ed efficace al 92,5%, valore paragonabile a quello dei due vaccini di Pfizer e Moderna approvati in Italia.

Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, entra in materia e spiega che, quando sarà approvato,

il vaccino di ReiThera darà ai cittadini italiani e non solo italiani la possibilità di accedere a un vaccino sostenibile, sia per quanto riguarda le popolazioni da trattare sia per le modalità di accesso nel nostro e in altri Paesi.

Magrini sottolinea inoltre come, già a partire dal mese di marzo, il Governo italiano abbia creduto nel progetto di sviluppo di questo vaccino e come si sia creata una positiva atmosfera di fiducia tra scienziati e politici attraverso un’interlocuzione costruttiva e continua. Precisa infatti il direttore di Aifa:

Aver individuato precocemente e già a marzo che questo vaccino potesse essere una priorità di sviluppo e di investimento per poter garantire al nostro paese e non solo una maggiore capacità di accesso al vaccino è stata una decisione rapida presa in un momento difficile, che oggi giunge ai risultati sperati.

Per quanto riguarda il vaccino di Pfizer-BioNtech, attualmente l’unico utilizzato in Italia aspettando l’arrivo di quello di Moderna, Magrini ha sottolineato che:

su 180.000 vaccinazioni effettuate finora, le reazioni avverse riportate sono minime: solo effetti locali in una percentuale ridotta di pazienti o qualche cefalea, ma nessun effetto indesiderato grave. Nessuna reazione grave di tipo anafilattico.

Tecnologie differenti

I vaccini di Pfizer e di Moderna si basano entrambi su una tecnologia innovativa, basata su RNA messaggero, mentre i vaccini di Reihera e di AstraZeneca utilizzano una tecnica classica basata sull’utilizzo di virus inattivati e non in grado di replicarsi nell’organismo umano. Proprio sul prodotto della casa farmaceutica britannica, il direttore di AIFA ha espresso qualche perplessità:

I risultati sono in parte incoerenti. Un piccolo sottogruppo di 1.400 volontari ha ricevuto mezza dose e ha registrato un’efficacia maggiore rispetto alla dose intera. Ma poi la Gran Bretagna che ha già approvato il vaccino, ha scelto di somministrare la dose intera. Perché? Nei risultati pubblicati sulla rivista Lancet poi, compaiono due eventi avversi, di mielite, un disturbo neurologico. Dobbiamo vederci chiaro e valutare bene rischi e benefici.

Per quanto riguarda la disponibilità di vaccino in Italia, Magrini ha dichiarato che le dosi che abbiamo basteranno, nei prossimi due mesi e mezzo, a rendere ospedali e Rsa covid free. Con la prima dose c’è una copertura parziale, la copertura completa si raggiunge con la seconda dose.