Aifa, il nuovo presidente è Giorgio Palù

0
490
Palù presidente AIFA

A Roma, al civico 181 di via del Tritone, sede dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), è arrivato un nuovo inquilino: il neo-presidente Giorgio Palù, professore emerito di Virologia e Microbiologia all’Università di Padova e già direttore del dipartimento di Medicina molecolare all’ospedale della medesima città.

Le prime voci sono iniziate a circolare all’inizio di novembre quando Domenico Mantoan ha rimesso il mandato di presidente dell’ente regolatorio, oltre ad aver rassegnato le dimissioni da direttore generale della sanità della Regione Veneto, per assumere l’incarico di direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), della quale era commissario straordinario da un paio di mesi.

Il 17 novembre la Conferenza delle Regioni ha così proposto per l’avvicendamento il nome del noto virologo al ministro della Salute Roberto Speranza, che lo ha accolto e ha formalmente inviato la proposta di nomina alla Conferenza Stato-Regioni. Quest’ultima ha ratificato l’intesa il 3 dicembre, con una «convergenza unanime» sul nominativo. Per completare l’iter manca ora solo il decreto ministeriale.

Un lunghissimo curriculum

Palù vanta un curriculum di tutto rispetto. Nato nel 1949 a Oderzo, in provincia di Treviso, dopo la laurea all’Università di Padova e la specializzazione all’Università di Pavia, si è dedicato soprattutto all’oncologia e all’infettivologia. In particolare, ha approfondito le infezioni a trasmissione sessuale, le malattie infettive acute e croniche, la resistenza agli antimicrobici, la terapia genica con cellule staminali, lo studio del microbioma. Infaticabile studioso, ha all’attivo circa 380 pubblicazioni scientifiche. Nel corso della sua carriera ha ottenuto vari riconoscimenti importanti, tra cui il prestigioso premio della Fondazione Guido Lenghi e Flaviano Magrassi, conferitogli nel 2019 dall’Accademia Nazionale dei Lincei.

Di rilievo anche l’attività svolta all’estero. Attualmente è adjunct professor alla Temple University di Philadelphia, scientific advisor dell’Institute of human virology di Baltimora e membro dell’European center for disease prevention and control (Ecdc) di Stoccolma. In passato è stato research associate all’Istituto dei tumori Jules Bordet della Université Libre di Bruxelles e all’Institute of Cancer Research di Londra, oltre che visiting professor alle Università di Yale, Harvard, Londra. Ha, inoltre, ricoperto il ruolo di guest professor all’Università di Ulm, in Germania. Ha anche presieduto per molti anni l’European society for virology.

La stima di Fnomceo e Fofi

Un plauso alla sua nomina è giunto dal predecessore Mantoan, che ha dichiarato: «Il professore è una figura di grande professionalità ed esperienza che darà certamente un importante contributo in un momento assai delicato per l’agenzia, che è impegnata su più fronti, non ultimo quello dei vaccini anti Covid 19».

A Mantoan ha fatto eco Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che ha commentato: «Ho avuto modo di conoscere e apprezzare personalmente le competenze del professore, uno dei più stimati virologi a livello internazionale. Le sue competenze saranno per l’agenzia un tesoro prezioso, tanto più in questo momento critico. La sua nomina è un segnale di speranza. La persona giusta al posto giusto al momento giusto».

Non è mancato un breve messaggio da parte della Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi). «I meriti scientifici, ma anche le grandi competenze manageriali del professore saranno preziosi per il nostro ente regolatorio», ha sottolineato il presidente Andrea Mandelli.

Polemiche sui social

Tuttavia, negli ultimi mesi Palù, che non ha certo peli sulla lingua, è stato alla ribalta su giornali, tivù e social per alcune dichiarazioni che hanno fatto discutere. In particolare, quelle che hanno riguardato l’origine del virus («Potrebbe non essere naturale, ma creato in laboratorio») e il lockdown («Un suicidio per la nostra economia che penalizzerebbe l’educazione dei giovani e priverebbe di cure adeguate i malati affetti da altre patologie, specialmente tumori»). E quella che ha gettato strali contro il collega Andrea Crisanti: «È un esperto di zanzare, altro che virologo».