Nel cuore dell’industria farmaceutica, la confezione è diventata molto più di un semplice involucro. È un sistema intelligente che protegge, comunica e garantisce tracciabilità, sicurezza e sostenibilità. Di questo — e di come il settore stia ridefinendo le proprie frontiere tecnologiche — si è discusso durante l’incontro “Dal laboratorio alla confezione. Il packaging corre verso il futuro”, organizzato da Universal Pack con la partecipazione di alcuni tra i principali attori dell’ecosistema industriale, come Sacchital Group, Rockwell Automation, Videojet.
Un’occasione di confronto ad alta densità tecnica, in cui analisi di mercato, scenari regolatori e casi concreti di innovazione hanno tracciato una rotta chiara: la filiera del packaging farmaceutico sta entrando in una nuova era, dove la sostenibilità si unisce alla digitalizzazione, e dove il concetto di valore si misura anche in termini di resilienza, trasparenza e capacità di anticipare il futuro.
L’iniziativa è stata inaugurata con una cena di gala: un momento di networking e convivialità che ha rafforzato il senso di comunità della filiera, dove ospiti e relatori hanno potuto incontrarsi in un contesto informale, scambiando idee e visioni sul futuro del packaging e della manifattura.
Un’occasione di dialogo che ha anticipato il clima di apertura e collaborazione vissuto nel giorno successivo: lo stesso spirito che, oggi più che mai, guida l’industria verso un futuro in cui innovazione, sostenibilità e cultura del fare corrono davvero nella stessa direzione.
L’innovazione come cultura
Ad aprire i lavori, Marco Nardini, Sales Director di Universal Pack, che ha raccontato la filosofia aziendale dell’innovazione come processo culturale prima ancora che tecnologico.
“Non innoviamo per moda, ma per necessità – ha spiegato –. Ogni miglioramento nasce dall’ascolto dei nostri clienti, dall’esperienza dei nostri tecnici e dal confronto con chi, come oggi, condivide idee e visioni.”
Nardini ha posto l’accento sull’importanza della collaborazione lungo la filiera, dove fornitori, produttori e partner tecnologici lavorano come un’unica squadra. “Solo così il packaging può diventare davvero il punto di contatto tra scienza, industria e sostenibilità.”
PPWR e il futuro del packaging farmaceutico
Il quadro normativo europeo è stato al centro dell’intervento di Roberta Colotta, Public Affairs Manager di Flexible Packaging Europe, che ha illustrato le ricadute del nuovo Regolamento PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation).
“Il testo principale è stato approvato, ma il lavoro vero comincia ora”, ha spiegato Colotta, evidenziando come circa venti atti legislativi secondari definiranno nei prossimi anni i dettagli tecnici di riciclabilità, contenuto riciclato, riduzione dei materiali e sostanze di interesse come i PFAS.
Per il farmaceutico, alcuni ambiti restano esentati — in particolare gli imballaggi primari e di contatto diretto — ma la direzione è tracciata: innovare in modo sostenibile, ridurre il superfluo e dimostrare conformità attraverso procedure di valutazione rigorose. Il messaggio è chiaro: la sostenibilità non sarà più un’opzione, ma una condizione di accesso al mercato.
La “paperizzazione” intelligente
Di futuro e flessibilità ha parlato Alberto Palaveri, Executive Member di Sacchital Group e Presidente di Giflex, che ha definito la PPWR come la grande spinta evolutiva della filiera.
Sacchital, ha spiegato Palaveri, sta investendo nella paperizzazione dei materiali — sostituendo plastica e film con carte ad alta barriera e soluzioni lamellari riciclabili — e nella stampa digitale come strumento di personalizzazione e rapidità produttiva.
“La flessibilità è il nuovo paradigma competitivo”, ha affermato. “In un contesto che cambia rapidamente, bisogna progettare processi produttivi capaci di adattarsi in tempo reale alle nuove normative e alle aspettative del consumatore.”
L’industria resiste e si trasforma
Stefano Angelini, Head of Analytical Solutions di Cerved Rating Agency, ha offerto una panoramica sullo stato di salute economico-finanziaria del settore. Secondo i dati elaborati da Cerved, oltre il 70% delle aziende farmaceutiche italiane è classificato come investment grade, un dato che conferma la solidità strutturale del comparto, ma anche la crescente esposizione a nuovi rischi: regolatori, geopolitici e legati alla sostenibilità.
Angelini ha sottolineato come le imprese più sostenibili mostrino una minore probabilità di default, e come gli investimenti in tecnologie digitali, biotech e AI applicata alla produzione stiano diventando fattori determinanti per mantenere competitività. Il packaging, in questo scenario, si afferma come leva di innovazione strategica e non più solo funzionale.
La velocità come metodo
Un intervento fuori dagli schemi ma perfettamente coerente con lo spirito dell’evento è stato quello di Michele Pirro, pilota Ducati, ha tracciato un parallelo tra il mondo del motociclismo e quello industriale.
“In pista come in azienda – ha detto – il miglioramento nasce dal metodo. Si prova, si misura, si corregge, si riprova. È ricerca e sviluppo applicata alla velocità.”
Pirro ha sottolineato come la mentalità del team, la capacità di leggere i dati e di reagire in tempo reale siano le stesse che guidano la R&D industriale. “Ogni dettaglio conta. E ciò che impari da un errore oggi diventa la tua forza domani.”
Dati, sostenibilità e industria connessa
L’intervento di Giancarlo Scaturchio, Customer Sustainability Global Partnership Lead di Rockwell Automation, ha messo in luce come la trasformazione digitale sia oggi il principale motore della sostenibilità industriale.
Attraverso il modello del Connected Enterprise, Rockwell promuove una sostenibilità “data-driven”, fondata sull’integrazione dei sistemi, sulla tracciabilità dei flussi energetici e sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti. “Il dato è la nuova materia prima”, ha ricordato Scaturchio. “Serve per misurare, migliorare, e infine accelerare la transizione verso un’economia circolare”.
Tracciabilità e sostenibilità nel segno del laser
Dario Marchese, Key Account Manager Pharma di Videojet, ha mostrato le potenzialità del laser UV come tecnologia di marcatura del futuro.
I nuovi sistemi, privi di consumabili e praticamente senza manutenzione, permettono di garantire tracciabilità, sicurezza e sostenibilità su materiali monocomponente come l’HDPE e l’LDPE, riducendo sprechi e aumentando l’efficienza.
“Nel packaging farmaceutico – ha spiegato Marchese – il codice non è solo un requisito regolatorio, ma un elemento di sicurezza e fiducia. Riuscire a inciderlo senza compromettere il materiale e riducendo l’impatto ambientale è una conquista tecnologica importante.”
AI e conoscenza condivisa: la lezione di Pelletech
Un cambio di prospettiva è arrivato con Simon Clark, Commercial & Supply Chain Lead di Pelletech, che ha presentato un caso concreto di applicazione dell’intelligenza artificiale in Universal Pack UK.
Attraverso la piattaforma eAi – Expert Advisor, sviluppata con un approccio “by engineers, for engineers”, l’azienda è riuscita a digitalizzare il know-how tecnico dei propri manutentori senior, riducendo del 15% i tempi di fermo macchina e del 20% lo sforzo del personale di manutenzione.
“L’intelligenza artificiale – ha detto Clark – non sostituisce l’esperienza, la amplifica. La rende condivisibile e scalabile, creando cultura industriale e continuità di competenze.”
La Ducati Universal by Aldo Drudi
A rendere tangibile questo legame tra performance, design e industria è stata la presenza della Ducati personalizzata con i colori e il logo di Universal Pack, un modello unico creato dal designer Aldo Drudi, icona del motorsport internazionale.
Un simbolo perfetto della visione condivisa emersa durante l’evento: quella di un’industria capace di unire passione e precisione, arte e ingegneria, velocità e responsabilità.
Perché il packaging del futuro non è solo più leggero, digitale o sostenibile: è soprattutto intelligente, integrato e profondamente umano.