Telemedicina: come cambia il ruolo del MMG

Il medico di medicina generale è di nuovo centrale, strategico nel processo di cura e auspica l'implementazione di strumenti di telemedicina disegnati sulle sue reali necessità di utilizzo: un panel di esperti di innovazione ne discute al Congresso SIHTA 2021

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Introdotta negli anni ’50 negli Stati Uniti, la telemedicina ha fin da allora aperto nuovi orizzonti e abilitato al superamento delle frontiere del suo tempo.

Ha permesso di istituire iniziative di valutazione dello stato di salute per categorie di persone sottoposte a particolari sollecitazioni, gli astronauti. E ha accompagnato la nascita dei primi progetti di HTA, finalizzati alla valutazione degli investimenti effettuati proprio nei settori più avveniristici.

Oggi sta conoscendo un periodo di gloria, ma non sono poche le resistenze alla sua piena realizzazione. Prima fra tutte, quella legata al timore che l’implementazione di nuovi e più efficaci strumenti di telemedicina possa sì migliorare la gestione dell’assistenza tout court, ma anche aumentare il divario nella cura. Al contrario, com’è stato ampiamente dimostrato nella prassi negli ultimi mesi, le nuove tecnologie generano un forte effetto di avvicinamento fra medico e paziente.

L’impatto della telemedicina

Mirella Mastretti è Direttore Ricerca, Sviluppo e Strategy di Medicaltech e fra le 100 esperte STEM italiane individuate dall’Osservatorio di Pavia. Il suo intervento al Congresso SIHTA 2021 è fin dalle prime battute focalizzato sulle opportunità tecnologiche che possono avere un ruolo abilitante per la medicina generale.

L’approccio alla telemedicina richiede e produce un cambio di paradigma, che coincide con quello che sta rivoluzionando le health policy. Da una mentalità a silos stiamo (non senza fatica) approdando ad un approccio trasversale. Dalla concentrazione degli sforzi attorno alla salute umana (separata da quella animale e ancora di più dalla qualità dell’ambiente) ci stiamo muovendo verso il concetto di One Health.

L’introduzione di strumenti di telemedicina avrà, inoltre, un impatto sui processi organizzativi aziendali e costringerà a rivedere le infrastrutture già esistenti, per garantire una certa omogeneità nel livello dei servizi offerti.

In tutto questo, sarà fondamentale poter contare su professionalità all’altezza del compito: la formazione del capitale umano avrà quindi un ruolo di prim’ordine.

La quinta P

Uno degli aspetti più dibattuti e studiati della telemedicina riguarda le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Nel passato, anche recente, abbiamo guardato con una certa diffidenza alle prospettive di utilizzo dell’intelligenza artificiale in Sanità, anche e soprattutto per l’impossibilità di renderla fruibile al pubblico.

Ma oggi la tecnologia abilitante, intesa come capacità computazionale per gestire grandi moli di dati e strumenti di connettività adeguati, è disponibile. L’individuazione di biomarkers sempre più mirati e lo sviluppo della diagnostica ci permette di aggiungere una lettera alla Medicina delle 4P, la P di Precisione.

Il nuovo ruolo del MMG

In tutto questo fiorire di soluzioni scientifiche e tecnologiche, chi coordina e governa tutte le iniziative di assistenza al paziente?

Naturalmente il medico di medicina generale, il cui ruolo appare rinnovato, finalmente strategico, centrale come non era più da decenni.

Solo spostando il punto di osservazione da quello della tecnologia e del suo sviluppo accademico e industriale a quello dell’utilizzatore è possibile comprendere quali sono i punti su cui lavorare per offrire servizi disegnati sulla base delle esigenze di chi poi effettivamente li userà nel quotidiano.

Il medico di medicina generale avrà la possibilità di accedere ad un ambulatorio virtuale, dotato di dispositivi medici diagnostici (sonde ecografiche, spirometri, elettrocardiografi …), e di eseguire procedure di remote monitoring e screening di massima per orientare il paziente nell’immediato verso la cura appropriata.

Il MMG e il cambiamento

Il workshop del Congresso SIHTA dedicato alla telemedicina inquadra ancor più da vicino la nuova figura del MMG nell’intervento di Ovidio Brignoli, vice Presidente SIMG.

Brignoli mette da subito in discussione l’aggettivo “nuova”, domandandosi e domandando all’audience se davvero le aspettative sociali nei confronti dei medici di medicina generale non siano di fatto già realtà. I medici sono pronti ad affrontare il cambiamento. Di più: sono essi stessi a chiederlo.

Certo i problemi aperti sono tanti. Dalla carenza di personale, alla comprensione dei nuovi bisogni dei pazienti, al perdurare della situazione di emergenza, fino all’assenza di iniziative di assessment delle performance professionali.

Ma occorre guardare avanti e utilizzare, laddove possibile, il supporto della tecnologia per migliorare gli aspetti ancora deficitari. Il documento OECD Bringing Healthcare to the Patient: an overview of the use of telemedicine in OECD countries lo dice chiaro: la telemedicina è uno strumento chiave per migliorare efficacia, efficienza ed equità in Sanità.

Quale telemedicina per il medico di medicina generale?

Un interrogativo sul quale vale la pena concentrarsi riguarda le caratteristiche della telemedicina oggi utile al MMG.

In primo luogo, deve essere incentrata sui bisogni dei pazienti, nel senso del miglioramento dei processi di diagnosi e cura, della promozione del rapporto con il paziente e della formulazione di un processo decisionale adeguato. Inoltre, deve poter connettere il medico con tutte le figure professionali coinvolte nella cura.

La medicina generale ha bisogno di uno strumento che deve trovare una soluzione istituzionale, integrata e condivisa. Ha bisogno che la prescrizione elettronica istituita nel periodo del lockdown permanga anche ad emergenza finita, ha bisogno di algoritmi clinici e di soluzioni che sappiano integrare le decisioni che il singolo medico prende con quelle degli altri professionisti che con esso collaborano secondo un approccio multidisciplinare.

Il MMG deve poter stimare e prevenire il rischio clinico del paziente sulla base dei dati a sua disposizione.

Il futuro è già qui

La telemedicina non cambia il ruolo del medico ma gli fornisce strumenti nuovi per migliorare la presa in carico dei pazienti.

Le nuove tecnologie non sono, come erroneamente si pensa, estranee ai medici di medicina generale, che hanno già adottato strumenti di e-health o sviluppato la capacità di adottarli qualora disponibili.

Anzi, sono proprio i medici a chiedere l’implementazione di queste soluzioni innovative, di progetti di e-health che non siano calati dall’alto, ma condivisi con chi li deve utilizzare.

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