Innovazione industriale e resilienza

Danilo Cannoletta, responsabile Digital Transformation & Cyber Resilience di Leonardo, racconta il progetto NEMESI: una smart factory che valorizza automazione, sicurezza e nuove competenze. Perché la trasformazione parte anche dalla comunicazione

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Il progetto NEMESI, presentato da Danilo Cannoletta di Leonardo durante la tavola rotonda SPS Italia, è più di un piano di innovazione industriale: è un esempio concreto di smart factory che integra digitalizzazione, sicurezza e cultura organizzativa. Un’esperienza che mostra come ogni trasformazione – anche quella più tecnologica – debba partire dalle persone, dalla formazione e da una comunicazione efficace.

“In Leonardo – afferma Danilo Cannoletta, Digital Transformation & Product Cyber Resilience Officer di Leonardo Aerostructures – operiamo nel settore relativo all’aerospazio, alla sicurezza ed alla difesa. Il progetto NEMESI ha come fine quello di trasformare lo stabilimento di Pomigliano d’Arco in un centro di eccellenza. Abbiamo dato vita ad un ampio partenariato con realtà del calibro di Deloitte, Desa, Essematica, Netgroup, 3F & EDIN, HTT Centro di Affilatura”.

Digitalizzazione, automazione, smart factory

Tre sono le aree principali di interesse nel progetto: digitalizzazione, automation e smart factory. All’interno di una strategia di engagement globale le competenze da mettere in campo sono diverse: il digital continuum ed il continuous learning, uniti alla capacità di controllo ed alle facoltà predittive, diventano delle ottime leve di marketing grazie alle quali è possibile aumentare la risposta alle esigenze dei clienti con lo scopo di automatizzare modularità, configurabilità e flessibilità. Smart Factory è il cuore dell’intero processo produttivo proprio al fine di crescere attraverso automazione, 3D Redesign, ma soprattutto digitalizzazione.

Dal tecnigrafo alla modularità digitale

“Volendo fare un breve excursus della mia storia lavorativa, mi piace richiamare l’idea che io sia uno degli ultimi ingegneri ad aver lavorato con il tecnigrafo. Oggi abbiamo PLM Part to Part, una metodologia di lavoro con cui spezzettiamo, per così dire, i processi ad alta complessità. Senza NEMESI gli operai frammentavano fino a 400.000 pezzi al giorno, oggi con il supporto delle macchine il loro lavoro è molto agevolato”.

Soft skill, sicurezza e comunicazione

Per Leonardo, la vera sfida è, quindi, combinare hard skill e soft skill. Ogni giorno si fronteggiano, sia dal lato strategico che da quello operativo, una serie di prove che spaziano dalla cybersecurity allo stress da lavoro, dalla sostituzione dei lavoratori causata dall’avvento delle macchine, fenomeno che prende il nome di disoccupazione tecnologica, ai problemi etici e legali relativi all’utilizzo dell’AI, passando per la sicurezza fisica e il rispetto dell’ambiente, fino ad arrivare alla comunicazione interna ed esterna, il cui compito dev’essere quello di trasmettere e condividere valori, agevolare i processi, e coinvolgere ogni individuo che collabora con Leonardo.

Formazione, nuove figure, nuovi rischi

Ogni trasformazione, naturalmente, porta con sé dei rischi, questo perché sono necessarie nuove competenze, nuove tecnologie e soprattutto nuove interazioni personali tra responsabili e collaboratori. “Ad oggi abbiamo tenuto ben 38 workshop incentrati sull’innovazione -continua Cannoletta. – Contiamo 1238 partecipanti ai corsi di cui 496 operai, 615 impiegati e 91 quadri. A livello di competenze, resta centrale il ruolo dell’Automation Lead, del Digital Expert e del Big Data Analyst. Figure che saranno sempre più richieste poiché servono analisti, per interpretare al meglio ciò che indicano i dati.”

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