La comunicazione è una cosa seria

Fra rete è un imperativo in tempi di emergenza e solo una buona connessione fra gli attori in gioco garantisce un flusso rapido di informazioni: se ne parla al Congresso SIHTA

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Nel corso dei tanti dibattiti, workshop e approfondimenti che stanno animando il Congresso SIHTA 2021 uno dei temi più richiamati è quello della multidisciplinarietà, del lavoro di squadra, della collaborazione.

Nei momenti difficili, si sa, si devono mettere a fattor comune le risorse per procedere verso un obiettivo comune. E solo una buona comunicazione abilita il flusso rapido e agevole dei dati da un attore ad un altro, in questa complessa rete. Un concetto che può essere declinato nel digitale come connessione.

Come sottolinea Stefano Menoncin, Customer Solution Architect di Cisco, la componente digitale ha una forte rilevanza per gli elementi di connessione, analisi e trattamento dei dati che rappresentano il messaggio della comunicazione. Che, ribadisce, è una cosa seria. Soprattutto in Sanità.

E, più in generale, l’implementazione della telemedicina e degli altri strumenti digitali finalizzati all’assistenza in senso ampio rappresenta un’opportunità di sviluppo ed efficientamento della Sanità che dobbiamo assolutamente cogliere.

Connessione e prossimità digitale

Per quanto riguarda la telemedicina, il nuovo modello di prossimità digitale si focalizza su tre pilastri.

Il primo, già esaminato in apertura, è rappresentato dalla multidisciplinarità.

Il secondo dall’appropriatezza: occorre mettere in campo gli strumenti che permettono la messa a punto e la dispensazione di una cura efficace.

In ultimo, ma non per questo meno importante, la standardizzazione. È fondamentale cercare di rendere omogenee le piattaforme: il medico non può usare una piattaforma diversa a seconda del luogo in cui si trova.

Inoltre, i dati devono essere standardizzati per poter essere messi a valore anche attraverso strumenti di intelligenza artificiale.

I 4 elementi chiave della comunicazione digitale

Abbiamo già evidenziato come uno degli elementi strategici per la comunicazione digitale sia costituito dalla connettività. Consente l’integrazione fra paziente, piattaforma e medico di medicina generale (e tutti gli altri professionisti coinvolti nella cura) e la raccolta dei dati provenienti dai dispositivi elettromedicali.

La multidisciplinarietà richiede lo sviluppo e l’implementazione di strumenti che promuovano la collaborazione. Laddove necessario, il dato clinico deve essere associato a piattaforme di messaggistica o videoconferenza che garantiscano la sicurezza e che siano appropriate per l’operatore che li usa.

A questo proposito, proprio perché il dato sanitario è per sua natura sensibile, la sicurezza riveste un ruolo particolarmente importante. La trasformazione digitale aumenta il rischio di attacchi informatici e, in questo contesto, diventa fondamentale soddisfare elevati standard di protezione.

Sono, infine, necessari servizi di monitoraggio e valutazione che consentano di effettuare un’analisi della qualità del servizio, per ottenere un riscontro che permetta di intervenire con azioni di perfezionamento.

Verso la prossima singularity

Usa il termine singularity Martino Politi, Presidente Adilife, per definire ciò cui stiamo andando incontro, l’implementazione dell’intelligenza artificiale ad alti livelli. Singularity è il vocabolo generalmente associato ai fenomeni che si verificano nel corso dello sviluppo della civiltà umana e che modificano il corso della storia.

In questo frangente storico stiamo vivendo più singularity.

Una, ad esempio, è rappresentata dalla pandemia, ancora in corso. Niente sarà più come prima, dopo questa dirompente esperienza, che ci sta costringendo a ripartire da zero. Non uno zero assoluto: un nuovo zero, posizionato ad un livello superiore, forte dell’esperienza  e della consapevolezza accumulate.

COVID-19 ci ha fatto compiere un profondo salto epocale, che ha modificato irreversibilmente i fondamenti della Sanità.

Come tutti gli eventi di questo tipo, si è generata la necessità di produrre una risposta immediata. Di fatto, è una vera singularity, un evento senza precedenti, lo stanziamento di risorse così ingenti in Sanità.

Aspetto ancor più unico: l’elemento fondante di questa ripartenza è tecnologico.

La connessione: l’esperienza sul campo

Una parte dell’intervento di Martino Politi si concentra sul racconto dell’esperienza nella realizzazione di un progetto di connessione messo a punto nella fase in cui il contagio da SARS-CoV-2 imperversava.

In pieno lockdown, la ASL Roma 3 era travolta da centinaia di pazienti positivi che risiedevano presso il proprio domicilio (non essendoci in quel momento l’indicazione per l’ospedalizzazione) e che dovevano essere monitorati da remoto.

È  stata così implementata una piattaforma di telemedicina collegata ad una app a cui il paziente aveva accesso, su rete sicura, nella quale sono stati inseriti anche i medici di medicina generale coinvolti. Nei momenti più critici, ben 7.000 pazienti sono stati presenti sulla piattaforma.

Garantire l’accesso alle cure

La telemedicina ha anche contribuito alla gestione dei pazienti non-COVID, che hanno vissuto una limitazione dell’accesso all’assistenza in quel periodo.

L’esperienza riguarda un’altra azienda sanitaria di Roma, la ASL Roma 2, che ha utilizzato una piattaforma di telemedicina già implementata per organizzare una sorta di ambulatorio virtuale.

Con modalità diverse, in un momento di forte emergenza sanitaria, lo strumento tecnologico ha permesso di prestare assistenza sia ai pazienti COVID che a quelli, acuti o cronici, non-COVID.