La Commissione Europea ha pubblicato lo studio finale sul “Design di un quadro di monitoraggio dei Piani d’Azione UE One Health contro l’AMR e la Raccomandazione del Consiglio sul rafforzamento delle azioni per combattere l’antimicrobico-resistenza”, con l’obiettivo di misurare i progressi e l’efficacia delle politiche attuate nei 27 Stati membri, Islanda e Norvegia. Questo documento rappresenta un passaggio fondamentale verso una sorveglianza strutturata e integrata della resistenza antimicrobica, che coniuga le dimensioni umana, veterinaria e ambientale. L’analisi del rapporto evidenzia i punti di forza del sistema proposto, ma anche alcune criticità legate all’effettiva implementazione e alle disparità tra gli Stati membri. L’articolo offre una riflessione critica su come il monitoraggio europeo possa tradursi in una governance sanitaria capace di affrontare la minaccia globale dell’AMR, un fenomeno che causa circa 35.000 decessi l’anno solo nell’UE e genera costi sanitari e produttivi stimati in oltre 1,5 miliardi di euro.
Di che cosa parliamo:
AMR e One Health: la cornice strategica europea
La costruzione di un sistema di monitoraggio integrato
Indicatori e domini: il cuore del framework
I nodi critici
Opportunità e prospettive
Dal monitoraggio alla governance adattiva
AMR e One Health: la cornice strategica europea
La resistenza antimicrobica (AMR) è un fenomeno complesso e trasversale, in cui concorrono fattori clinici, veterinari, ambientali e socio-economici. Il rapporto pubblicato nel 2022 su The Lancet (Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019) ha stimato che, a livello globale, 1,27 milioni di persone sono morte direttamente a causa di infezioni resistenti, mentre ulteriori 4,95 milioni di decessi erano associati all’AMR. In Europa, la stima dell’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) è di circa 35.000 morti l’anno dovuti a infezioni resistenti, con Italia e Grecia tra i Paesi più colpiti. I costi diretti e indiretti sono enormi: 1,5 miliardi di euro annui per il sistema sanitario europeo, tra spese ospedaliere, terapie più costose e perdita di produttività.
Con l’obiettivo dichiarato di ridurre il consumo di antibiotici negli esseri umani e negli animali, contenere l’incidenza delle infezioni resistenti, promuovere la ricerca di nuovi antimicrobici e introdurre misure preventive alternative, nel 2017, l’Unione Europea ha adottato il Piano d’Azione One Health contro l’AMR e, nel 2023, ha rilanciato con la Raccomandazione del Consiglio che ha rafforzato questa linea con obiettivi misurabili:
- Riduzione del 20% del consumo di antibiotici in medicina umana entro il 2030.
- Riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici per animali da allevamento e acquacoltura.
Ma i documenti, per quanto ambiziosi, rischiano di restare lettera morta senza strumenti in grado di monitorare e verificare la reale attuazione delle politiche. Proprio per rispondere a questa esigenza, la Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (DG SANTE) e l’Agenzia Europea per la Salute e il Digitale (HaDEA) hanno commissionato lo studio per la progettazione di un quadro di monitoraggio unico, da cui la pubblicazione del Final Report dalla Commissione Europea, che propone un sistema di sorveglianza strutturato per valutare l’efficacia degli interventi.
La costruzione di un sistema di monitoraggio integrato
1. La metodologia: rigore e multidisciplinarità
Il report prodotto da Tetra Tech International Development e Intellera Consulting si basa su una metodologia articolata in quattro fasi:
- Analisi documentale: revisione di normative UE, piani nazionali, rapporti delle agenzie europee (ECDC, EMA, EFSA) e delle organizzazioni internazionali (OMS, OIE).
- Definizione della logica di intervento (IL): creazione di una matrice che collega obiettivi generali, specifici e indicatori per le azioni UE e nazionali.
- Identificazione degli indicatori: selezione secondo i criteri RCER (Rilevanza, Credibilità, Facilità di raccolta, Robustezza), con particolare attenzione all’utilizzo di dati già disponibili.
- Consultazione degli stakeholder: coinvolgimento della rete europea One Health Network (OHN) e valutazione di 63 rappresentanti degli Stati membri.
2. I principi guida
Sette i principi ispiratori:
- Allineamento con la logica di intervento (IL).
- Copertura multilivello (UE-Stati membri).
- Massimizzazione dei dati esistenti.
- Introduzione di nuovi indicatori per colmare lacune.
- Proporzionalità (evitare oneri amministrativi eccessivi).
- Flessibilità (core e optional indicators).
- Orientamento ai risultati e ai fattori di contesto.
Indicatori e domini: il cuore del framework
L’approccio si basa su 9 domini strategici, che coprono l’intero ciclo della lotta all’AMR:
Domini | Obiettivi principali |
---|---|
Piani Nazionali d’Azione (NAPs) | Implementazione e valutazione dei piani nazionali integrati |
Sorveglianza | Monitoraggio della resistenza e del consumo di antimicrobici |
Infection Prevention and Control (IPC) | Prevenzione delle infezioni e controllo negli ambienti di cura e negli allevamenti |
Antimicrobial Stewardship (AMS) | Uso prudente degli antibiotici in medicina e veterinaria |
Target | Riduzione dei consumi e delle infezioni resistenti |
Awareness | Sensibilizzazione pubblica e formazione professionale |
Ricerca e accesso a nuove terapie | Incentivi per antibiotici innovativi e soluzioni alternative |
Cooperazione | Coordinamento tra Stati membri e istituzioni UE |
Azione Globale | Contributo dell’UE agli sforzi internazionali contro l’AMR |
Sono stati selezionati:
- 67 indicatori di output (misurano le azioni messe in atto).
- 29 indicatori di outcome (valutano i risultati ottenuti).
Il 70% degli indicatori di output è stato considerato core dagli esperti consultati, quindi essenziale per il monitoraggio continuo. Gli altri sono stati classificati come opzionali, attivabili in base alle esigenze dei singoli Paesi.
I nodi critici
1. Disomogeneità tra Stati membri
Le capacità di raccolta dati variano notevolmente.
Paesi come Paesi Bassi, Svezia e Danimarca dispongono di sistemi avanzati di sorveglianza veterinaria e monitoraggio ambientale. Al contrario, Romania, Bulgaria e alcuni Stati dell’Est Europa faticano ancora a raccogliere dati sul consumo di antibiotici negli ospedali e nelle aziende agricole. Questa disparità rischia di creare una frattura tra Stati “pionieri” e Paesi in ritardo.
2. Sorveglianza ambientale, l’anello debole
La resistenza antimicrobica nell’ambiente – fiumi, suoli, reflui – è un sorvegliato speciale, ma con occhi bendati.
Il monitoraggio è frammentario e affidato a progetti temporanei. Sebbene la Direttiva Acque Reflue Urbane aggiornata imponga il monitoraggio dell’AMR negli agglomerati urbani oltre 100.000 abitanti, il sistema è tutt’altro che omogeneo.
L’integrazione di tali dati con quelli umani e veterinari è ancora embrionale. La raccolta sistematica prevista dal framework UE richiederà investimenti strutturali.
3. Automazione e interoperabilità
La raccolta dati, specialmente per gli indicatori qualitativi, avviene ancora principalmente tramite autovalutazioni. La proposta di introdurre sondaggi triennali (EUSurvey) riduce il peso burocratico, ma evidenzia il limite strutturali: questo metodo, pur garantendo flessibilità, espone a margini di discrezionalità e errori di autovalutazione.
Il report auspica l’integrazione con piattaforme digitali automatizzate, ma il rischio è di rallentare la reattività del sistema e il percorso è ancora lungo.
Opportunità e prospettive
Nonostante le difficoltà, il sistema proposto può rappresentare una svolta se accompagnato da azioni complementari:
1. Armonizzazione metodologica
L’adozione del framework rappresenta un’occasione per superare la frammentazione dei dati e armonizzare i criteri di raccolta. La coerenza con i sistemi OMS (GLASS) e con le banche dati europee (ESAC-Net, EARS-Net, ESVAC) è un punto di forza che garantisce comparabilità internazionale.
2. Il ruolo delle agenzie UE
ECDC, EMA ed EFSA diventeranno sempre più i registi della sorveglianza integrata. La sfida sarà favorire l’integrazione dei dati ambientali (attualmente di competenza di EEA) e superare i silos informativi.
3. Digitalizzazione e intelligenza artificiale
L’automazione dei flussi informativi e l’uso dell’intelligenza artificiale per il rilevamento precoce delle resistenze potranno trasformare il monitoraggio in uno strumento predittivo e di allerta rapida.
Dal monitoraggio alla governance adattiva
Il sistema di monitoraggio europeo contro l’AMR rappresenta un’evoluzione necessaria per rafforzare l’approccio One Health. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di trasformare i dati in azioni concrete:
- Revisione periodica degli indicatori per adattarsi alle evoluzioni scientifiche e normative.
- Coinvolgimento attivo degli Stati membri, con supporto mirato ai paesi più in difficoltà.
- Integrazione progressiva di sistemi di sorveglianza ambientale, ancora oggi il tallone d’Achille dell’intera strategia.
L’AMR non è solo una sfida microbiologica, ma un test di resilienza e coordinamento delle istituzioni europee. Il framework di monitoraggio è l’infrastruttura di questa nuova governance sanitaria.