Cosa nasconde il microbiota dei reparti produttivi?

Uno studio sui microrganismi presenti in alcuni siti produttivi polacchi rivela un mondo fatto di antibioticoresistenza, tendenza a formare biofilm e fattori di virulenza

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Ogni ambiente produttivo farmaceutico ha il proprio microbiota. I microrganismi infatti possono colonizzare il reparto a partire dalle materie prime, dagli operatori, dalle attrezzature, dall’aria, dall’acqua. Tenere sotto controllo il bioburden e valutarlo periodicamente sono quindi azioni indispensabili, che fanno parte della routine di produzione e controllo qualità. Uno studio polacco però ha voluto indagare più a fondo. Cosa cela il microbiota che abita i reparti produttivi, al di là delle analisi di routine?

Analizzare il microbiota dei reparti produttivi

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Genetica e Microbiologia Farmaceutica dell’Università di Poznan e dell’Istituto di Genetica Umana dell’Accademia delle Scienze Polacca. Ad essere analizzate, tre aziende farmaceutiche produttrici di farmaci non sterili in accordo alle norme GMP e localizzate in Polonia.

Con lo scopo di valutare il bioburden dei locali adibiti alla produzione, il team ha analizzato campioni provenienti dall’aria, dalle superfici dei locali, dalle attrezzature, dai lavandini e dagli scarichi. Inoltre sono stati analizzati anche i farmaci prodotti nei reparti oggetto di studio.

Osservazione microscopica, coltura su piastra e metodi biochimici hanno permesso l’isolamento e la successiva identificazione dei ceppi contenuti nei campioni. Nel complesso i ricercatori hanno riscontrato 81 ceppi diversi, tra cui 60 bacilli non fermentanti glucosio, 14 enterobatteri e 7 stafilococchi, con una presenza predominante su tutte: P. aeruginosa. Ma non si sono fermati qui.

Formazione di biofilm e fattori di virulenza

I ricercatori hanno voluto approfondire le caratteristiche del microbiota dei reparti produttivi valutando innanzitutto la capacità dei batteri di formare biofilm. Per farlo sono stati utilizzati metodi in vitro affiancati a tecniche spettrofotometriche e microscopia SEM. I risultati hanno rivelato che la maggior parte dei ceppi isolati aveva una forte tendenza a formare biofilm, in particolare i ceppi di P. aeruginosa.

Un’ulteriore indagine ha poi riguardato i fattori di virulenza e la capacità di comunicazione intercellulare. Questa volta i ricercatori hanno utilizzato tecniche di biologia molecolare per analizzare il DNA dei soli ceppi di P. aeruginosa. La maggior parte di loro è risultata possedere sia i geni collegati al meccanismo di comunicazione del quorum sensing, collegato alla formazione di biofilm, sia fattori di virulenza, rappresentati dai geni coinvolti nella produzione di alcune esotossine.

A questo punto i ricercatori hanno incrociato i dati, scoprendo che diversi ceppi di P. aeruginosa, oltre ad avere un’accentuata tendenza a formare biofilm, possedevano anche i geni legati al quorum sensing, alla produzione di esotossine o a entrambe le capacità.

Selezione di antibiotico-resistenza

L’ultima caratteristica valutata dal gruppo di ricerca è stata la resistenza agli antibiotici del microbiota dei reparti produttivi. Eseguendo degli antibiogrammi con il metodo per diffusione, il team ha così stabilito la resistenza dei ceppi ad un ampio spettro di antibiotici.

I risultati hanno mostrato la presenza di resistenza a diverse tipologie di antibiotico in alcuni ceppi di P. aeruginosa ed enterobatteri. Benché la percentuale di ceppi resistenti sia stata mediamente piuttosto bassa, ci sono stati casi di multiresistenza. In particolare un ceppo di P. aeruginosa è risultato resistente a tutti gli antibiotici testati. Da notare, inoltre, che tutti i ceppi rivelatisi antibiotico-resistenti provenivano dall’ambiente acquatico, soprattutto dai lavandini.

I risultati della ricerca spingono dunque a riflettere. La capacità di produrre biofilm rende i batteri particolarmente resistenti all’eradicazione e, in combinazione alla produzione di tossine, può risultare ancora più insidiosa, mentre la resistenza agli antibiotici è una problematica famosa per i pericoli che porta con sé. Evitare la contaminazione dei prodotti attraverso il controllo del microbiota dei reparti produttivi e adeguati protocolli di cleaning è quindi più importante che mai alla luce delle insidie che i microrganismi potrebbero nascondere.

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