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Partito la vigilia di Natale dallo stabilimento del produttore in Belgio, il 25 dicembre il vaccino anti-Covid di Pfizer Biontech è arrivato, attraverso il valico del Brennero, nel nostro Paese giungendo in serata alla caserma Salvo D’Acquisto di Roma. Scortato da polizia e carabinieri, la mattina del 26 è giunto, in un silenzio surreale rotto solo dagli applausi, all’ospedale Irccs Lazzaro Spallanzani della capitale. Qui un’équipe specializzata, composta da farmacisti ospedalieri e dal dirigente delle professioni sanitarie tecniche, si è subito messa al lavoro per dividere e confezionare il carico (9.750 dosi) da inviare ai centri di somministrazione presenti nelle varie regioni d’Italia. Via terra con le auto delle Forze armate per le località più vicine e via aria tramite gli aerei dell’Aeronautica militare, in partenza dall’aeroporto di Pratica di mare, nei pressi di Pomezia, per le zone più lontane. Il tutto in tempo per avviare le somministrazioni il 27, il Vax day. Nel rispetto delle indicazioni governative, a ricevere le prime dosi sono state le categorie più a rischio, ovvero operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa.
Consegna cronometro alla mano
In questi primi giorni di vaccinazioni è emersa, però, una criticità correlata alle tempistiche: il vaccino congelato e conservato a -75°C può restare fuori dal freezer per un massimo di tre minuti. Per comprendere le implicazioni pratiche di questa disposizione, facciamo un esempio: in una Asl il congelatore contenente le dosi di vaccino è collocato al piano -1 ed è necessario portare le fiale al settimo piano per la somministrazione. Difficile rispettare il tempo limite indicato, movimentando il prodotto a mano e a temperatura ambiente. In tale caso e in altri analoghi è opportuno riporre il vaccino, durante la movimentazione, in appositi imballaggi dotati di ghiaccio secco, che consentono di spostarlo rispettando i criteri di integrità e sicurezza, in modo che nessuna dose si possa alterare e vada perduta.
Dryce supporta le aziende sanitarie
«Di recente si è parlato molto del trasporto del vaccino tra strutture diverse, ma è stato trascurato il problema della movimentazione all’interno del medesimo presidio», commenta Carmine Marotta, amministratore delegato di Dryce, una delle principali aziende nel settore del ghiaccio secco nel mercato italiano ed europeo. «In quest’ultimo caso è importante che il prodotto venga riposto in un imballaggio idoneo a mantenere la temperatura indicata dal produttore. In tale circostanza, la nostra azienda è disponibile a fornire agli operatori tutto il supporto tecnico necessario per affrontare nel migliore modo possibile questa necessità».
Dryce
DRYCE – Nata nel 1998 da una joint-venture fra Gruppo Marotta e Rivoira, società del gruppo multinazionale Nippon Gas, leader nella produzione e distribuzione dei gas e nello sviluppo di nuove tecnologie, Dryce si è inizialmente dedicata alla distribuzione di ghiaccio secco (biossido di carbonio). Negli anni l’azienda si è a mano a mano diversificata, ampliando e completando la propria gamma di prodotti. È così riuscita a distinguersi nel mercato in termini sia di innovazione, sia di know how, fornendo ai propri clienti le migliori soluzioni disponibili e diventando così uno dei maggiori player nel mercato italiano ed europeo.