Stesso principio attivo, stessa biodisponibilità. Ma non necessariamente stessa forma e dimensione. Le differenze di attributi fisici tra farmaci generici e farmaci di riferimento sono possibili. L’influenza che queste caratteristiche possono avere sulla compliance e sull’accettazione da parte del paziente ha però spinto FDA, tramite il Center for Drug Evaluation and Research (CDER), a emettere delle linee guida in merito, che si focalizzano in particolare su compresse e capsule, le forme farmaceutiche più diffuse. Emesso per la prima volta nel 2015, il documento è stato aggiornato nel mese di ottobre 2022.
Problemi di deglutizione
Le difficoltà di deglutizione sono molto diffuse. Nelle linee guida del CDER si legge che negli Stati Uniti più di 16 milioni di persone sono affette da quella che ufficialmente è nota come disfagia. Ma i problemi di ingestione non clinicamente diagnosticati potrebbero essere molto più comuni e interessare fino al 40% della popolazione statunitense. Questo causa spesso difficoltà nel seguire correttamente i regimi terapeutici e può arrivare a provocare l’abbandono della terapia da parte del paziente.
Esistono diverse condizioni legate alle singole specificità della persona che possono influenzare la probabilità di manifestare problemi di deglutizione. Un esempio è l’età: bambini, adolescenti e anziani tendono ad avere difficoltà di questo tipo più di frequente rispetto ad altre fasce di età. Ma anche la posizione del corpo assunta quando si inghiotte il farmaco può essere importante, così come l’ingestione contemporanea di liquidi. Infine un fattore rilevante che incide sulla presenza di problemi di deglutizione è la condizione clinica. Essere affetti da alcune patologie, come sclerosi multipla, morbo di Parkinson o distrofia muscolare, può rendere infatti difficile l’ingestione di capsule e compresse.
Quindi gli attributi fisici dei farmaci, in particolare compresse e capsule, hanno un’importanza rilevante, soprattutto per i pazienti fragili.
Questione di dimensione
Il prolungato tempo di transito a livello dell’esofago di compresse e capsule di grosso calibro può causare una serie di disturbi, dal dolore fino alle esofagiti aggravate da ulcerazione o perforazione. La maggior parte dei problemi si manifesta con farmaci di diametro uguale o superiore agli 8 mm.
Per questi motivi le linee guida del CDER consigliano di differire il meno possibile dalle misure del farmaco di riferimento. In particolare, per compresse la cui dimensione maggiore non supera i 17 mm è prevista una tolleranza del 20% per ogni dimensione e del 40% per il volume. Se la dimensione maggiore è uguale o eccede i 17 mm non è invece prevista alcuna tolleranza. In qualunque caso è inoltre da evitare la produzione di compresse di grandezza maggiore di 22 mm, mentre nel caso la taglia sia inferiore agli 8 mm sono possibili deroghe maggiori, fermo restando il consiglio di discostarsi il meno possibile dal farmaco di riferimento.
Per quanto riguarda le capsule, è tollerato il passaggio al formato standard successivo solo per quelle appartenenti alla categoria 3 o più piccole. Dal formato 2 in poi è necessaria invece una giustificazione, mentre è sconsigliata la fabbricazione di capsule che eccedono il formato 00.
L’influenza della forma
Oltre alla dimensione, anche la forma può determinare una deglutizione più o meno agevole di una compressa o di una capsula. Studi in vitro dimostrano infatti che una forma piatta tende ad aderire maggiormente all’esofago rispetto a una formulazione tondeggiante. E ancora, a parità di peso, una forma ovale rende più facile la deglutizione rispetto a una forma rotonda.
Il CDER raccomanda quindi di produrre farmaci di forma simile a quelli di riferimento o che faciliti maggiormente la deglutizione. Tra tutte le tecniche che possono essere impiegate per valutare la forma di una capsula o di una compressa, la linea guida consiglia di adottare le più accurate, cioè la modellizzazione computerizzata o le tecniche di imaging.
Il ruolo degli altri attributi fisici
Inoltre tra gli attributi fisici importanti per facilitare la deglutizione vi è certamente il rivestimento delle compresse. Il rivestimento migliora infatti la mobilità del farmaco nell’esofago e influisce positivamente anche su altri parametri che migliorano l’accettabilità della preparazione, come il sapore e l’odore.
Anche il peso ha una certa influenza, nella misura in cui compresse e capsule più pesanti transitano più velocemente nell’esofago. Infine tra gli attributi fisici da tenere in considerazione secondo le linee guida figurano la superficie totale, il tempo di disgregazione e la tendenza a rigonfiarsi.