La cross contaminazione rappresenta, per le aziende farmaceutiche, uno dei più importanti rischi da evitare, seguendo alcune procedure di controllo lungo la filiera di produzione.
L’espressione viene utilizzata per definire la contaminazione di un materiale, o di un prodotto, mediante il trasferimento di una malattia o di un agente patogeno. In sostanza, parliamo di un’infezione di qualsiasi materia in lavorazione, o di un prodotto finito, con un altro materiale.
La cross contaminazione può verificarsi nella produzione di prodotti farmaceutici, in maniera accidentale, e per diverse motivazioni. Le eventualità, in questo caso, sono tante e di diverso tipo: piccole tracce di una sostanza ‘anomala’ all’interno di un prodotto, mancata applicazione di misure tecniche e organizzative nei locali e nelle attrezzature, un rilascio non previsto di polvere, gas o altri elementi, o addirittura residui lasciati dall’operatore.
Ne consegue, come specifica l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la predisposizione di strutture dedicate alla produzione di particolari prodotti farmaceutici o preparati biologici. Parallelamente le apparecchiature e l’attrezzatura devono essere conformi agli standard previsti e correttamente monitorati e mantenuti nel tempo, come anche devono essere previsti sistemi di rilevazione di eventuali contaminazioni esterne.
L’importanza del monitoraggio della cross contaminazione lungo la filiera è raccontata da Mario Addis nella pharma novel che vi proponiamo.