La Food and Drug Administration ha approvato nel novembre 2020 baricitinib per uso clinico. L’approvazione statunitense deriva dai dati positivi del trial randomizzato ACTT-2 in cui baricitinib ha mostrato un effetto positivo se combinato a remdesivir rispetto a remdesivir da solo.
Un altro studio collaborativo internazionale che ha coinvolto l’Università di Pisa, Imperial Colege Londra, Karolinska Institut Stoccolma e altre istituzioni ha inoltre dimostrato la capacità di baricitinib di inibire l’endocitosi virale e l’ingresso del virus nella cellula. Questo effetto va quindi al di là dell’attività immunomodulante e antinfiammatoria di questa molecola. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.
US National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) ha anche lanciato da pochi giorni il trial adattativo ACTT-4 finalizzato a confrontare remdesivir + desametasone rispetto a remdesivir + baricitinib.
L’utilizzo di baricitinib in Italia e in Europa è limitato e resta nel contesto dell’utilizzo off label (fuori scheda tecnica), come spiega Marco Falcone, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa.
Il XIX Congresso SIMIT
Di questa e delle altre terapie possibili per contrastare la COVID-19, si parlerà durante il XIX Congresso SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in programma dal 13 al 16 dicembre 2020 in modalità on-line.
Gli altri temi della infettivologia che saranno trattati nel congresso riguardano:
- i nuovi scenari gestionali dell’infezione da HIV,
- la svolta epocale della terapia per l’epatite C,
- la gestione delle infezioni da funghi e batteri multiresistenti per la medicina di comunità e ospedaliera
- le malattie tropicali
- le infezioni trasmesse da vettori.