Carcinoma ovarico: in calo i decessi

Uno studio italiano pubblicato su "Annals of Oncology" mostra come le stime della percentuali di decessi per carcinoma ovarico siano in continua e progressiva riduzione, grazie soprattutto alla diffusione dell'assunzione a lungo termine dei contraccettivi orali

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carcinoma ovarico

Finalmente buone notizie su uno dei tumori più aggressivi, il carcinoma ovarico.

Le stime prevedono per il 2022 una riduzione del 17% del tasso di mortalità nel Regno Unito e del 7% nei Paesi UE rispetto ai numeri del 2017.

Questo il risultato di uno studio realizzato dall’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Università di Bologna e sostenuto da Fondazione AIRC, che è stato pubblicato su Annals of Oncology.

Carcinoma ovarico: lo studio italiano

Il lavoro del team coordinato dall’epidemiologo e docente di Statistica Medica Carlo La Vecchia si basa sui dati provenienti dai database di World Health Organization e Eurostat.

La ricerca ha evidenziato come il miglioramento nel trend sia prevalentemente dovuto all’assunzione di contraccettivi orali, che ha prodotto anche differenze significative nei diversi Paesi.

L’assunzione a lungo termine di contraccettivi orali genera una riduzione del rischio di insorgenza di questa tipologia di tumore del 40% circa nelle donne di età media e avanzata.

L’uso più precoce e diffuso di contraccettivi orali nel Regno Unito rispetto alla maggior parte dei paesi dell’UE per le generazioni di donne nate dagli anni ’30 del secolo scorso ha un ruolo importante in queste tendenze. In Italia, Spagna, Polonia e altri Paesi i contraccettivi orali sono stati resi disponibili molto più tardi, e quindi le tendenze favorevoli in queste nazioni sono iniziate più tardi e sono minori.

Carlo La Vecchia

Le proiezioni prevedono che nel 2022 26.500 donne perderanno la vita a causa del carcinoma ovarico in UE, contro le 4.000 del Regno Unito.

Da sottolineare il fatto che, dopo avere toccato il picco di decessi negli anni ’70 fra i Paesi europei, il Regno Unito abbia imboccato un percorso di progressivo e continuo miglioramento delle statistiche.

Questo stesso picco è stato raggiunto dagli altri Stati nel decennio successivo, se si eccettua la Polonia, dove le percentuali hanno proseguito nel trend di crescita fino al 2010.

Carcinoma ovarico: tutti i fattori che incidono sulla prognosi

Sembra anche che la riduzione del ricorso alla Terapia Ormonale Sostitutiva generi un beneficio per quanto riguarda il tasso di mortalità per questo tumore.

Altri fattori, anche se di minor impatto, sono correlati al miglioramento della capacità diagnostica, delle tecniche chirurgiche, delle soluzioni farmacologiche, espresso anche dall’introduzione dei farmaci a base di platino (negli anni ’80), dei taxani (negli anni ’90), della chemioterapia intraperitoneale e, più recentemente, della gemcitabina e degli anticorpi monoclonali (bevacizumab), oltre ai PARP-inibitori per i casi di tumore con mutazioni BRCA.

Il team di Carlo La Vecchia stima che siano state evitate circa 5,4 milioni di morti per cancro fra il 1989 e il 2022 rispetto al picco di decessi registrato nel 1988.

Cifre in calo ma non in assoluto

Malgrado le percentuali di morti dovute ai tumori più aggressivi continueranno a scendere, nei prossimi anni si assisterà verosimilmente ad un incremento del numero assoluto delle diagnosi e dei decessi.

Questo fenomeno è spiegabile con l’invecchiamento globale della popolazione.

In UE è previsto un calo medio del 6% negli uomini e del 4% nelle donne rispetto al 2017.

L’eccezione principale a questa tendenza è rappresentata dal carcinoma del pancreas, per il quale le percentuali di morti continueranno ad aumentare nelle donne (+3,4%) e subiranno un lieve calo negli uomini (-0,7%).

Anche il carcinoma polmonare continuerà a crescere per percentuali di decessi nelle donne, anche se con una velocità inferiore rispetto al passato (+2%).

Questi dati sono attribuibili all’effetto del fumo da sigaretta, in aumento nelle donne.

Oltre al calo della prevalenza del fumo negli uomini, i principali determinanti dell’andamento favorevole della mortalità per cancro sono i progressi nel trattamento e nella diagnosi del cancro del colon-retto, della mammella e della prostata, così come in molti tumori più rari.

Eva Negri – docente Università di Bologna

L’effetto COVID-19

Difficile quantificare il possibile effetto della pandemia su questo trend positivo.

Gli autori dello studio si aspettano che la campagna vaccinale, che ha avuto fra i suoi target prioritari e precoci i pazienti oncologici, possa mitigare l’impatto negativo osservato durante il 2020.

Ma precisano anche che occorre tenere conto del fatto che si tratta di pazienti immunocompromessi, pertanto più fragili rispetto alla popolazione sana.