I farmaci generici svolgono un ruolo importante nei sistemi sanitari europei, contribuendo a generare risparmi e a migliorare l’accesso ai trattamenti. Fenomeni di carenza però sono sempre più frequenti e la sostenibilità economica di queste medicinali è minacciata da diversi fattori: da un lato, le aziende produttrici di farmaci generici sono sotto pressione a causa delle inadeguate politiche di prezzo europee, dall’altro lato i mercati europei dei farmaci generici devono affrontare incrementi significativi dei costi a seguito della pandemia di Covid-19 e a causa dell’elevata inflazione e della guerra in Ucraina.
Gli autori dello studio qualitativo “New pricing models for generic medicines to ensure long-term sustainable competition in Europe” esaminano 10 potenziali modelli di prezzo e concludono che quelli con il miglior potenziale di implementazione per i medicinali generici sono tre:
Prezzi a scaglioni (Tiered pricing)
In un modello di prezzo a scaglioni, vengono stabiliti più livelli e per ciascuno di essi si fissa un prezzo massimo a seconda del numero di concorrenti.
Quando la differenza di prezzo tra gli scaglioni è piccola, più concorrenti devono entrare nel mercato per ottenere riduzioni significative dei prezzi. Quando c’è una grande differenza di prezzo tra gli scaglioni, c’è più margine per le aziende, ma l’ingresso sul mercato di relativamente pochi concorrenti produce sostanziali riduzioni di prezzo.
Vantaggi
- se c’è poca concorrenza, il prezzo più elevato stimola l’ingresso nel mercato dei farmaci generici
- se ci sono più concorrenti, il prezzo massimo viene ridotto per generare risparmi.
Limiti
- Richiede la raccolta e l’analisi di dati complessi: è difficile determinare il numero di scaglioni, il loro prezzo massimo e la differenza di prezzo tra gli scaglioni; è necessario monitorare costantemente il numero di concorrenti.
De-linkage dei prezzi dai farmaci originali
Il modello di de-linkage dei prezzi dai farmaci originali prevede che i prezzi dei farmaci generici non siano vincolati ai prezzi dei farmaci originali, come invece avviene in Italia e in diversi altri Paesi europei. Qui, infatti, il prezzo del generico è stabilito come una percentuale inferiore del prezzo dell’originale e questo incentiva a ridurre il prezzo dell’originale fino a renderlo insostenibile per il generico che è così costretto a lasciare il mercato. Ciò può essere evitato svincolando completamente o parzialmente il prezzo dei generici da quello degli originali. In questo secondo caso, il prezzo dell’originale viene preso come riferimento per stabilire i prezzi dei medicinali generici che entrano nel mercato. Eventuali modifiche successive del prezzo dell’originale non influiranno sui prezzi dei concorrenti generici che cessano di essere collegati al prezzo di origine quando la concorrenza raggiungerà un certo livello di maturità legato al numero di concorrenti e alle loro quote di mercato.
Vantaggi:
- Protegge i farmaci generici dalla concorrenza sleale da parte dei produttori dei farmaci originali che non possono più trarre vantaggio dall’abbassare i propri prezzi per scoraggiare l’ingresso di nuovi concorrenti.
- Stimola l’ingresso nel mercato dei generici concorrenti.
- È semplice da applicare.
Limiti:
- Non garantisce concorrenza tra farmaci originali e generici e tra farmaci generici.
- Il disaccoppiamento ha senso in base al livello di concorrenza in un determinato mercato: nei mercati con pochi fornitori di generici è improbabile che la concorrenza venga stimolata.
Indicizzazione automatica (Automatic indexation)
Il modello di indicizzazione automatica prevede che i prezzi dei farmaci generici siano aggiornati periodicamente in base all’inflazione. Questo modello implica che il rischio di inflazione venga trasferito integralmente dalle aziende al pagatore dell’assistenza sanitaria. Per aumentare l’accettabilità di questo modello da parte dei contribuenti sanitari, questi potrebbero negoziare un accordo di condivisione del rischio con le aziende, concordando che i prezzi siano adeguati per una frazione del tasso di inflazione. Tale frazione dipende da quanto rischio associato all’inflazione un pagatore sanitario è disposto ad accettare per evitare ritiri dal mercato. Questo modello può essere introdotto da solo o in combinazione con altri modelli di determinazione dei prezzi.
Vantaggi:
- Protegge i farmaci generici dalle fluttuazioni dei costi: i prezzi sono aggiornati in base all’inflazione, che è un indicatore dei costi di produzione. I costi più elevati di produzione dei farmaci generici sono interamente trasferiti nei prezzi.
Limiti:
- Trasferisce il rischio di inflazione ai pagatori.
- L’aumento dei prezzi dei farmaci generici inibisce l’accesso dei pazienti ai trattamenti.
Il modello della ripartizione dei costi (Cost allocation, nel quale i costi aggiuntivi sostenuti dalle aziende produttrici di farmaci generici sono pagati dai pazienti) e il modello hypothecated tax (secondo il quale il governo impone una tassa specifica da usare per sostenere le aziende produttrici di farmaci generici) comportano un onere maggiore per i pazienti e quindi sono considerati socialmente poco accettabili.
I restanti cinque modelli presi in considerazione dagli autori dello studio risultano meno facilmente applicabili:
- One-in-one/multiple-out dove l’impatto sui costi di una nuova normativa è compensato dall’abolizione di una o più normative precedenti. Questo modello è già stato applicato in numerosi Paesi europei, compresa l’Italia, ed è stato proposto dalla Commissione europea. Incoraggia i decisori e i politici a considerare l’impatto sui costi delle nuove e vecchie normative ma non è semplice determinare tale impatto o identificare le normative che possono essere abolite.
- Crediti d’imposta (Tax credits) secondo il quale i crediti d’imposta sono offerti a industrie strategicamente importanti, come le aziende produttrici di farmaci generici.
- Margine/commissione garantita (Guaranteed margin/fee) che stabilisce un margine di profitto garantito alle aziende derivato dall’applicazione di una commissione superiore ai costi di produzione e distribuzione dei farmaci; la tariffa può essere adeguata alle mutevoli dinamiche del mercato (come il numero di concorrenti). Questo sistema migliora la sostenibilità dei farmaci generici ma non incentiva la concorrenza o la riduzione dei costi da parte delle aziende.
- Prezzi basati sul valore (Value-based pricing), cioè sull’efficacia. Questo modello è tipicamente proposto per i farmaci innovativi e fissa il prezzo in modo che i benefici forniti dal farmaco giustifichino i suoi costi. Nel caso dei generici, che si stanno deprezzando, porterebbe a un aumento dei prezzi rendendone sostenibile la produzione da parte delle aziende, ma implica che i prezzi si basino sulla complessa valutazione delle tecnologie sanitarie. Sarebbe quindi realizzabile solo nei Paesi con sufficienti capacità e competenze per compiere tale valutazione e che si basano su di essa per prezzare (e rimborsare) i farmaci.
- Volume per risparmio (Volume for savings) che presuppone l’esistenza di economie di scala nel settore dei generici che renderebbe possibile produrre una maggiore quantità di farmaci generici a un costo inferiore. Pertanto, questo modello propone che, se la quota di volume dei generici aumenta nell’anno X rispetto all’anno X-1, le aziende restituiscano una certa percentuale del conseguente aumento del fatturato nell’anno X+1. Questo modello spinge i governi a promuovere l’uso dei generici e porta le aziende produttrici a beneficiare di una maggiore diffusione, accettando che parte di questa crescita venga “recuperata”. Questo modello però non aumenta necessariamente la concorrenza e richiede che il governo e l’industria concordino l’obiettivo di aumento del volume e la connessa diminuzione del prezzo. Infine, raggiungere nella pratica l’aumento del volume target potrebbe rivelarsi impegnativo e potrebbe dipendere dalla specificità del mercato farmaceutico.