Early Career Fellowship Programme di Human Technopole: i vincitori

Due giovani ricercatori italiani hanno vinto la borsa da 200000 euro all'anno messa in palio dall'istituto di ricerca in collaborazione con il Ministero dell'Università e della Ricerca.

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Per il secondo anno consecutivo Human Technopole, con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca, ha lanciato la sua call for proposal Early Career Fellowship Programme, dedicata a giovani ricercatori di qualunque nazionalità. I vincitori di quest’anno sono Elisa Araldi e Federico Rossi, annunciati lo scorso 20 marzo. Per loro un milione di euro in 5 anni da investire nel proprio progetto indipendente presso università o istituti di ricerca italiani.

Il programma

Finanziare il lavoro di un massimo di 5 giovani e promettenti ricercatori provenienti da tutto il mondo. Ma anche rimpatriare i nostri più talentuosi cervelli in fuga. E naturalmente ampliare la rete di connessioni di Human Technopole attraverso nuove collaborazioni con le realtà che ospiteranno i vincitori. Tutto questo è alla base dell’Early Career Fellowship Programme, giunto quest’anno alla sua seconda edizione.

I partecipanti devono aver completato il percorso di dottorato negli 8 anni precedenti al bando e devono proporre un progetto in linea con le aree di studio attive allo Human Technopole: genomica e neurogenomica, biologia computazionale, biologia strutturale, health data science. Oltre alla borsa, in caso di vittoria i ricercatori avranno la possibilità di utilizzare gli impianti e le apparecchiature del centro di ricerca. L’iniziativa è infatti in linea con la mission di Human Technopole di mettere a disposizione le proprie strutture per una ricerca aperta e collaborativa.

I vincitori dell’Early Career Fellowship Programme 2023

I progetti premiati vedono scendere in campo la biologia avanzata per approfondire le conoscenze sul colesterolo e sulla rete neuronale visuo-motoria.

Focus sul colesterolo

La piacentina Elisa Araldi è Assistant Professor di Computational Systems Medicine allo University Medical Center presso l’Università Johannes Gutenberg di Magonza, in Germania. Dopo la laurea in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa, Araldi ha svolto un dottorato di ricerca in Patobiologia e Medicina Traslazionale presso la New York University. Ha condotto ricerche presso la Harvard Medical School, la New York University, la Yale University e l’ETH di Zurigo.

Il progetto che le è valso il premio si intitola Bridging genomics, physiology and data science to reveal unprecedented roles for cholesterol biosynthesis intermediates. Focus del progetto sono le forme intermedie assunte dal colesterolo prima di raggiungere la sua struttura finale, chiamate CBI (Cholesterol Biosynthesis Intermediates). In questo modo la ricercatrice punta a comprendere meglio in che modo questa importante molecola viene prodotta dall’organismo.

L’obiettivo del progetto, che verrà sviluppato presso l’Università di Parma, è quindi indagare il ruolo di queste forme intermedie. Tali molecole infatti non sono solo sottoprodotti metabolici, ma anche attori nei processi immunitari, neurologici e nella fertilità. Studiando la biosintesi di queste molecole si potranno quindi mettere a punto nuove terapie e trattamenti innovativi legati a questi processi e ad alcune malattie congenite.

L’importanza dei circuiti visuo-motori corticali

Il secondo progetto vincitore è stato invece Synaptic and transcriptomic architecture of cortical visuomotor circuits, che Federico Rossi svilupperà presso il Centro di Neuroscienze e Sistemi Cognitivi dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto. L’obiettivo del progetto è indagare l’organizzazione dei circuiti cerebrali che coordinano visione e movimento. Per comprendere di cosa si tratta basta pensare a ciò che accade quando si legge un testo: gli occhi si muovono continuamente da una parola all’altra, ma noi non percepiamo alcun movimento.

L’idea di Rossi è che la capacità di focalizzarsi su stimoli esterni e omettere quelli generati dagli organi sensoriali dipende da connessioni neuronali specializzate. Per avvalorare questa ipotesi il progetto prevede quindi di mappare le connessioni tra neuroni, svelarne struttura e funzione e identificare i fattori genetici coinvolti.

Federico Rossi è ricercatore allo Wolfson Insitute for Biomedical Research allo University College London. Nato ad Arezzo, dopo la laurea in Biologia Cellulare e Molecolare con specializzazione in Neurobiologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, Rossi ha conseguito un dottorato in Neuroscienze allo University College London. Nell’ambito delle sue ricerche ha frequentato la Harvard Medical School e l’Istituto di Oftalmologia dello University College London. Proprio durante la sua esperienza londinese il ricercatore ha messo a punto un metodo innovativo che permette di registrare attività e anatomia dei singoli neuroni durante il processo visuo-motorio in modo particolarmente preciso.

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