Terapia antibiotica in asciutta nell’allevamento bovino

La somministrazione intramammaria di antibiotici ad azione prolungata nel periodo successivo alla lattazione, da gennaio 2022, sarà riservata a casi eccezionali e non sarà più ammessa a scopo profilattico su tutto il territorio europeo

0
755

Per ridurre l’uso di antibiotici e non aggravare l’AMR ancora fortunatamente modesta nell’ambito degli agenti mastidogeni contagiosi, la terapia antibiotica in asciutta nell’allevamento bovino va orientata unicamente agli animali infetti.

Il regolamento UE 2019/06 relativo ai medicinali veterinari limita l’uso profilattico degli antibiotici a partire da gennaio 2022. In particolare, ammette l’uso di medicinali antimicrobici per profilassi soltanto in casi eccezionali di rischio molto elevato di infezione con conseguenze gravi (art. 107). Ma anche in questi casi, lo consente limitatamente a singoli animali o a numeri ristretti di animali. Esclude quindi quello sistematico oltre a quello per compensare carenze igieniche, pratiche zootecniche inadeguate, mancanza di cure o cattive gestioni degli allevamenti.

Il trattamento antibiotico in asciutta

Le mastiti infettive sono causate da batteri sia patogeni sia ambientali e si verificano prevalentemente nel periodo del parto, all’inizio o alla fine del periodo di asciutta. Sono quindi questi i momenti a maggior rischio di avere infezioni in allevamento.

La terapia antibiotica in asciutta consiste nella somministrazione intramammaria di medicinali ad azione prolungata nel periodo successivo alla lattazione (idealmente due mesi). Questa pratica è stata applicata non soltanto per trattare le infezioni batteriche intramammarie contratte durante la lattazione, ma anche per profilassi.

La profilassi è definita dal regolamento come somministrazione di un medicinale a un animale o a un gruppo di animali prima che si manifestino i segni clinici della malattia, al fine di prevenire l’insorgenza della malattia stessa.

Un piano sanitario di asciutta selettiva riserva il trattamento antibiotico solamente alle bovine con uno o più quarti mammari infetti al momento della messa in asciutta e prevede la sola applicazione di sigillante alle bovine senza infezioni mammarie.

Misure alternative al trattamento antimicrobico sistematico delle vacche in asciutta

Per evitare il trattamento sistematico a tappeto, al fine di ridurre lo sviluppo e la diffusione delle mastiti, è opportuno agire su diversi fronti:

  • adottare opportune misure igieniche e buone prassi zootecniche che comprendano il monitoraggio della salute delle mammelle, l’eventuale uso di sigillante e un periodo di asciutta sufficiente a garantire la completa rigenerazione dell’epitelio secernente e l’ottimizzazione delle difese immunitarie;
  • effettuare diagnosi accurate e tempestive anche attraverso test rapidi standardizzati;
  • in caso di infezione, adottare criteri efficaci per scegliere gli animali da trattare con la terapia selettiva.

La scelta del criterio di selezione è un punto particolarmente critico, infatti, in caso di fallimento, si potranno avere, tra l’altro, aumenti dell’uso di antibiotici anche durante il periodo di lattazione. Il criterio dovrebbe consentire l’adozione di un protocollo con le seguenti caratteristiche:

  • precisione,
  • accuratezza,
  • oggettività,
  • verificabilità,
  • facilità di applicazione e di interpretazione,
  • costo sostenibile.