L’ipotesi di dotare chi si è vaccinato contro il virus SarS-CoV-2 di un passaporto sanitario che ne attesti l’immunità, permettendogli così di circolare liberamente ovunque, circola già da tempo in vari ambienti, politici e non.
Lo stesso Consiglio europeo aveva già vagliato l’idea di rilasciare un documento e aveva incassato il supporto favorevole di Germania, Austria e Grecia. Quest’ultima, peraltro, ha già sottoscritto un accordo con lo stato di Israele che garantisce ai cittadini dello stato Ebraico di poter andare in vacanza nella nazione Ellenica se possono dimostrare di essere stati vaccinati. Si tratta di una buona notizia per l’economia dello stato europeo. La Commissione Europea (CE) si sta occupando della questione da qualche settimana anche se fino a qualche giorno fa non erano state comunicate notizie in merito.
Il passaporto sanitario al vaglio della CE
Il primo marzo scorso, però, la presidente della CE Ursula von der Leyen ha dichiarato via Twitter:
Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L’obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare, e informazioni sulla ripresa dal covid. Rispetterò la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy.
Saranno necessari tre mesi di lavoro per mettere a punto il documento che verrà presentato ufficialmente il 17 marzo e permetterà a chi lo possiede di muoversi liberamente attraverso le Nazioni europee.
I dati contenuti nel passaporto
Il cosiddetto “passaporto” conterrà dati sulla vaccinazione, su eventuali risultati di test per il coronavirus e/o sulla guarigione da COVID-19, la malattia sostenuta dal virus SarS-CoV-2. Ursula Von der Leyen ha anche precisato che questa sorta di pass permetterà a chi ne sarà in possesso non solo di spostarsi liberamente per vacanze o lavoro negli Stati dell’Unione, ma anche all’estero.
Il documento verrà proposto ai vertici dei Governi europei il 25 marzo prossimo per l’approvazione definitiva. In caso positivo comincerà la fase operativa e organizzativa vera e propria per consentire i viaggi a chi ne abbia diritto perché provvisto del “passaporto”. Il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ha precisato che il pass sanitario
non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento.
Eric Mamer, portavoce della Commissione europea, ha precisato che, se tutto procederà senza intoppi, il documento sarà pronto tra tre mesi, giusto in tempo per l’inizio della stagione turistica estiva.