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Se tutto andrà per il verso giusto, entro fine gennaio inizieranno le vaccinazioni contro il Covid-19. In vista di questo importante traguardo, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha inviato una mail ai presidenti delle Regioni per chiedere loro di preparare un piano di gestione dei vaccini, individuando gli ospedali idonei alla consegna e alla somministrazione. La sfida, a questo punto, si gioca sulla corretta conservazione del prodotto, che per mantenere la propria efficacia deve essere costantemente tenuto a -70°C.
Fondamentale sarà il Refill con ghiaccio secco di qualità
Ma come avviene la supply chain? Le aziende farmaceutiche spediscono dai propri magazzini le dosi di vaccino immergendole nel ghiaccio secco, un prodotto costituito da anidride carbonica allo stato solido, con una temperatura costante, pari a -78,5°C, all’interno di appositi imballaggi isotermici qualificati, dotati di sensori di temperatura e posizione. Tuttavia, con il trascorrere del tempo, il ghiaccio cede frigorie al vaccino e subisce così una trasformazione, passando progressivamente alla fase gassosa, fino a scomparire del tutto. A questo punto, per mantenere la temperatura al valore corretto, occorre aggiungere altro ghiaccio secco all’imballaggio. Questa operazione, se eseguita in modo corretto e ripetuta periodicamente, consente di prolungare indefinitamente la conservazione delle fiale. Attenzione, però. Perché un ghiaccio secco non vale l’altro. In proposito, è bene scegliere ghiaccio secco ad alta densità (la densità indica quanti chili di prodotto sono contenuti in un litro di volume). Non tutti i produttori sono in grado di ottenere ghiaccio secco ad alta densità, laddove cioè, a parità di volume di prodotto, il peso è maggiore. L’autonomia di un imballo isotermico caricato con ghiaccio secco ad alta densità è di conseguenza maggiore e rappresenta una migliore garanzia di mantenimento della catena del freddo. Per evitare brutte sorprese durante forniture così critiche è, inoltre, consigliabile affidarsi ad aziende capaci di controllare tutta la filiera produttiva. Aziende, vale a dire, che siano anche capaci di produrre la materia prima, ovvero l’anidride carbonica liquida, destinata a trasformarsi in ghiaccio secco e che siano in grado di assicurare un’alta capacità produttiva, in grado di garantire approvvigionamento e stoccaggio elevati, anche nei periodi di picco, come quelli attesi per la conservazione e la distribuzione del vaccino contro il Covid-19 a -70°C.
Servono contenitori isotermici refrigerati avanzati
Se il refill con il ghiaccio secco è, quindi, fondamentale per mantenere la temperatura corretta, anche disporre di un imballaggio adeguato, che garantisca elevate prestazioni termiche, è importante. Perciò, qualora non si abbia a disposizione l’imballaggio originale, fornito dall’azienda farmaceutica unitamente al vaccino, sarà necessario dotarsi di un contenitore isotermico avanzato, come le soluzioni ThermoKube e ThermoBlock, dispositivi made in Italy, costituiti da un rivestimento interno con materiali di ultima generazione, ottimali per la conservazione del vaccino a temperature glaciali fino a -78°C per 5-10 giorni.