Vaccini anti Covid-19, attenzione anche alla conservazione tra 2 e 8°C

Per movimentare i prodotti vaccinali mantenendo la corretta temperatura è importante optare per soluzioni tecniche di imballaggio affidabili e qualificate, come suggerisce anche il farmacista ospedaliero Alessandro D’Arpino

0
617
trasporto vaccini

Se il trasporto del vaccino contro il Covid alle temperature “polari” di circa -75°C aveva suscitato qualche allarmismo, quello a 2-8°C non pare destare particolari preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, che pensano si tratti di una prassi consolidata nella quale tutto è destinato a filare liscio.

Per non correre rischi ed evitare brutte sorprese è, però, importante affidarsi a soluzioni tecniche di imballaggio qualificate, come consiglia anche Alessandro D’Arpino, direttore della struttura complessa di Farmacia dell’Azienda ospedaliera di Perugia e vice-presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo).

Dottor D’Arpino, in generale come è strutturato il trasporto di farmaci e vaccini alle temperature di 2-8°C?

«Si tratta di un sistema logistico esistente e collaudato, dato che quasi tutte le farmacie ospedaliere hanno abitualmente la necessità di inviare farmaci e vaccini a temperatura controllata in centri di salute esterni all’ospedale. Il trasporto avviene tramite contenitori portatili in grado di garantire il mantenimento della temperatura per un periodo di tempo prefissato. A seconda dei casi e delle necessità, può essere presente o meno il datalogger».

Nel caso dei vaccini contro il Covid che devono essere conservati a una temperatura di 2-8°C e che devono essere movimentati in ingenti quantità, qual è la prassi?

«Nel mio ospedale è stato deciso di scongelare all’interno della farmacia il quantitativo di fiale necessarie per un giorno di vaccinazione, trasportandole poi a 2-8°C nelle sedi vaccinali. Considerando che una fiala del vaccino di Pfizer-Biontech contiene sei dosi e una di quello di Moderna ne contiene dieci, di fatto una sola confezione riesce a contenere ben mille dosi, occupando uno spazio molto contenuto. Proprio la presenza di fiale multidose, che riducono al minimo i volumi, consente di utilizzare il sistema di trasporto già in essere».

Lei ha fatto riferimento alla prassi della sua struttura, e nel resto del territorio nazionale cosa avviene?

«Anche negli altri ospedali la prassi resta la medesima. Anche perché agendo diversamente, ovvero movimentando il vaccino congelato, sarebbe necessario dotare le sedi vaccinali di ultra-congelatori, dispositivi che non sono attualmente presenti e che non sarebbe conveniente installare».

Lei faceva riferimento ad appositi contenitori per il trasporto. Come sono composti?

«Sono costituiti da pareti isolanti (adiabatiche), da piastre che garantiscono il mantenimento della temperatura all’interno della confezione, da un coperchio composto da un materiale simile al polistirolo. I contenitori vengono poi inseriti in un’apposita borsa che ne rende più agevole il trasporto. Nei casi in cui è necessario un tracciamento della temperatura lungo il tragitto, è presente anche un datalogger».

Il datalogger è uno strumento che consente di monitorare con precisione le condizioni termiche durante il trasporto, evidenziando subito un eventuale “fuori temperatura”. Cosa accade qualora venga riscontrata una difformità?

«Occorre valutare, tenendo conto del riassunto delle caratteristiche del prodotto (rcp), se la difformità è o non è significativa. Qualora i parametri rilevati siano conformi alle specifiche, il farmaco può essere somministrato; in caso contrario, deve essere eliminato. Detto ciò, occorre precisare che, nel caso dei vaccini anti-Covid, il tragitto dalla farmacia ospedaliera ai punti di vaccinazione è in genere breve e che la fiala deve essere somministrata al paziente a temperatura ambiente, perciò di solito non si rilevano criticità».

Il mantenimento della temperatura a 2-8°C per il vaccino potrebbe essere a oggi favorito dalla stagione invernale. Cosa accadrà durante l’estate? Ci saranno maggiori problemi?

«Durante l’inverno mantenere la catena del freddo in modo corretto è più facile, in estate occorrono più rigore e attenzione, tenendo conto anche delle caratteristiche del mezzo di trasporto. Se quest’ultimo è refrigerato non insorgono particolari criticità, se invece non lo è risulta importante che il tragitto da percorrere sia breve e che non vengano effettuate soste prima di giungere alla destinazione finale».

Nelle successive fasi di vaccinazione previste (2, 3 e 4) probabilmente le distanze da percorrere aumenteranno, dato che il vaccino necessita di essere capillarmente distribuito sul territorio, raggiungendo anche le località più lontane e isolate…

«Sì, in questo caso sarà ancora più importante utilizzare appositi contenitori certificati e di comprovata qualità, dotati anche di datalogger».

Di chi è la responsabilità del processo che va dalla farmacia ospedaliera ai singoli punti vaccinali?

«È del direttore della farmacia, che è sempre il responsabile della corretta filiera del farmaco fino alla consegna al letto del paziente. Questa responsabilità è poi condivisa con altri professionisti, come per esempio il direttore sanitario e l’ingegnere clinico, che insieme concorrono alla buona riuscita del sistema».