Kite, società del gruppo Gilead, ha annunciato i risultati dell’analisi ad interim dello studio ZUMA-12 su axicabtagene ciloleucel come terapia di prima linea nei pazienti con linfoma a grandi cellule B (LBCL, large B-cell lymphoma) ad alto rischio.
Dopo una singola infusione di axicabtagene ciloleucel, l’85% dei pazienti ha ottenuto una risposta (valutabili per efficacia n=27), compreso il 74% di pazienti con una risposta completa.
I dati sono stati presentati nel corso di una sessione orale del 62° meeting annuale durante l’esposizione della American Society of Hematology (ASH) (Abstract #405).
Axicabtagene ciloleucel
Axicabtagene ciloleucel è stata la prima terapia con cellule CAR-T a essere approvata dalla FDA(US Food and Drug Administration ) e da EMA (European Medicines Agency) per il trattamento di pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario dopo due o più linee di terapia sistemica, incluso il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B-cell lymphoma) non altrimenti specificato, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma) e il linfoma a cellule B di grado elevato e il DLBCL derivanti da linfoma follicolare.
Le indicazioni statunitensi per axicabtagene ciloleucel hanno un’avvertenza in riquadro relativa ai rischi di sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) e di tossicità neurologiche, a causa dei quali axicabtagene ciloleucel è approvato ai sensi di una strategia di valutazione e mitigazione del rischio (REMS, risk evaluation and mitigation strategy).
Lo studio ZUMA-12
ZUMA-12 è uno studio clinico multicentrico di fase II, a singolo braccio, in aperto, che mira ad arruolare circa 40 pazienti adulti (≥18 anni) con LBCL ad alto rischio. I pazienti considerati idonei allo studio hanno soddisfatto i seguenti criteri per il LBCL ad alto rischio: linfoma double- e triple-hit mediante ibridazione in situ fluorescente, o LBCL con punteggio IPI ≥3; e PET intermedia positiva secondo la classificazione di Lugano dopo due cicli di un regime contenente anticorpi monoclonali anti-CD20 e antracicline.
I pazienti sono stati sottoposti a leucaferesi (≥ due settimane dopo una precedente terapia sistemica) e a un bridging (passaggio) non chemioterapico facoltativo, a discrezione dello sperimentatore, seguiti da chemioterapia di condizionamento.
L’endpoint primario dello studio è il tasso di risposta completo secondo la classificazione di Lugano.
I principali obiettivi secondari includono:
- tasso di risposta oggettiva,
- durata della risposta, la sopravvivenza libera da eventi (EFS, event-free survival),
- sopravvivenza libera da progressione,
- sopravvivenza globale,
- frequenza degli eventi avversi,
- livelli di cellule CAR-T e di citochine nel sangue e nel siero.
Lo studio è tuttora in corso.
Dei pazienti valutabili con LBCL ad alto rischio confermato centralmente con almeno un mese di follow-up (n=27), ha risposto l’85%, incluso il 74% con una risposta completa. Con un follow-up mediano di 9,3 mesi, il 70% dei pazienti valutabili per risposta manifestava una risposta continua al cut-off dei dati, secondo la valutazione dello sperimentatore.
La sopravvivenza mediana libera da progressione, la sopravvivenza globale mediana e la durata mediana della risposta non sono state raggiunte dopo un follow-up mediano di 9,5 mesi.
Tra tutti i pazienti valutabili in termini di sicurezza che avevano ricevuto una dose qualsiasi di axicabtagene ciloleucel con almeno un mese di follow-up (n=32), si sono verificati sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) di grado 3 o superiore ed eventi neurologici (EN) rispettivamente nel 9% e nel 25% dei casi. Non si sono verificati CRS o EN di grado 5. Si è verificato un evento avverso di grado 5 dovuto alla COVID-19.