Dati su brexucabtagene autoleucel per il linfoma mantellare R/R

0
464
linfoma

Kite, società del gruppo Gilead, ha annunciato i risultati di follow-up dello studio registrativo ZUMA-2, condotto con brexucabtagene autoleucel, precedentemente noto come KTE-X19, in pazienti adulti con linfoma mantellare (MCL, Mantle Cell Lymphoma) recidivante o refrattario.

A un follow-up mediano di 17,5 mesi (valutabili per efficacia n=60), il 92% dei pazienti aveva ottenuto una risposta, incluso il 67% con una risposta completa (CR, complete response).

Gli endpoint secondari di durata mediana della risposta, sopravvivenza libera da progressione (PFS, progression-free survival) e sopravvivenza globale non erano ancora stati raggiunti.

Questi dati sono stati presentati al 62° meeting ed esposizione annuale della American Society of Hematology (ASH) (Abstract #1120).

linfoma mantellare

Tra tutti i pazienti valutabili per efficacia (n=60), il 48% aveva una risposta continua al cut-off dei dati. Le stime di PFS e OS a 15 mesi erano rispettivamente del 59% e del 76%. I primi 28 pazienti trattati hanno avuto un follow-up mediano di 32,3 mesi e il 39% di questi pazienti rimane in remissione senza ulteriori terapie.

Tra tutti i pazienti (n=68), si sono verificati sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) di grado 3 o superiore ed eventi neurologici (NE) rispettivamente nel 15% e nel 31% dei soggetti. Nessun nuovo evento di grado 5 si è verificato a un follow-up aggiuntivo. 

Il linfoma mantellare (MCL, mantle cell lymphoma)

Il MCL è una forma rara di linfoma non-Hodgkin (NHL) che nasce dalle cellule originarie della zona del mantello del linfonodo e che colpisce tipicamente maschi di età superiore ai 60 anni. Il MCL è altamente aggressivo in seguito a recidiva, e in molti pazienti progredisce dopo la terapia.

Lo studio ZUMA-2

ZUMA-2 è uno studio clinico di fase II a braccio singolo, multicentrico, condotto in aperto, che ha arruolato 74 pazienti adulti con MCL refrattario o recidivante già sottoposti in precedenza a chemioterapia contenente antraciclina o bendamustina, a una terapia anticorpale monoclonale anti-CD20 e a inibitori della tirosin chinasi di Bruton (BTK, Bruton Tyrosine Kinase), ibrutinib o acalabrutinib. L’endpoint primario è il tasso di risposta oggettiva (ORR, objective response rate) secondo la classificazione di Lugano (2014), definito come il tasso combinato di CR e risposte parziali, come valutato da un comitato di revisione radiologica indipendente (IRRC, Independent Radiologic Review Committee).

Brexucabtagene autoleucel (KTE-X19)

Brexucabtagene autoleucel, precedentemente noto come KTE-X19, è una terapia cellulare autologa CAR-T anti-CD19 che utilizza il processo produttivo XLP, incluso l’arricchimento dei linfociti, un passaggio necessario in alcune neoplasie a cellule B in cui i linfoblasti circolanti sono una caratteristica comune.

Oltre al MCL, brexucabtagene autoleucel è attualmente sottoposto a studi clinici di fase I/II anche nella leucemia linfoblastica acuta (LLA) e nella leucemia linfocitica cronica (LLC).

L’uso di brexucabtagene autoleucel (KTE-X19) nella LLA e nella LLC è sperimentale, e la sua sicurezza ed efficacia non sono ancora state stabilite in questi tipi di tumore.

L’indicazione per brexucabtagene autoleucel

Brexucabtagene autoleucel (KTE-X19) è un’immunoterapia con cellule T autologhe geneticamente modificate mirata contro il CD19, indicata per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare (MCL) recidivante o refrattario.

Questa indicazione è stata approvata a luglio 2020 da FDA con procedura accelerata, sulla base del tasso di risposta globale e della durata della risposta. L’approvazione continuativa per questa indicazione potrebbe essere subordinata alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico in uno studio confermativo. 

Brexucabtagene autoleucel non è approvato da EMA (European Medicines Agency) all’immissione in commercio nella EU in nessuna indicazione.